Ma com'è bello fare l'onorevole di Filippo Ceccarelli

Ma com'è bello fare l'onorevole Ma com'è bello fare l'onorevole Filippo Ceccarelli QUESTIONE antica: «Lei non sa chi sono iol» grida l'onorevole Trombetta, un signore piuttosto antipatico, nella famosa scena del vagone letto in rotò a colori ( 1952). «Io sono un onorevole - grida - un o-nore-vo-lel». Totò se lo guarda con aria scettica, aggiustandosi il cappello, una specie di bombetta, sulla testa. «Un onorevole?» chiede. «Sì!» risponde quello tra l'appagato e l'altezzoso. «Ma mi facci il piacere!» esplode Totò, liquidando il tutto con uno sberleffo di surreale potenza. Bene, da settembre, senza più bisogno di ricorrere al «lei-non-sa», gb onorevoli saranno immediatamente riconoscibili grazie ad un distintivo (azzurro, con «C» e «D» dorate su fondo tricolore) da portarsi all'occhiello della giacca, Non solo, ma i vertici della Camera, che pure hanno tante cose da fare, hanno anche discusso l'opportunità di istituire per i deputati una speciale fascia da cerimonia, non dissimile da quella che indossano gli ufficiali delle forze armate, i sindaci, i commissari di Ps, gli ufficiali giudiziari ai matrimoni e le miss. Sulla fascia parlamentare, per la verità, non c'è ancora una decisione. In compenso, insieme ai distintivi di riconoscimento, gli onorevob si sono visti finalmente riconoscere anche il sospirato aumento di stipendio - loro dicono che non si tratta di stipendio, anche se gb effetti sono quelli • di lire 1 milione e 300mila lorde (558 mila nette) che gli era stato misteriosamente congelato qualche mese fa. Stavolta i giornali, forse presi per stanchezza (l'«aumento» ai parlamentari, nelle sue varie forme, è ormai una costante della vita pubblica italiana) non hanno fatto tante storie. Naturalmente adesso i deputati si beccheranno anche gli arretrati, mentre i senatori, da sempre più temerari sul terreno finanziario, i E* Ji se l'erano presi subito, :a congelamenti e sconge¬ lamenti e riscossioni dilazionate. Ma non è questo il punto. Il punto vero sembra piuttosto l'inedita e sintomatica simultaneità tra i quattrini e la medaglietta, le 558 mila mensili più la rivendicazione di un ruolo, di un merito, di un prestigio e di un privilegio che deve essere identificabile: sulla giacca o sul corpo, all'istante. Questo, nella storia parlamentare ed antiparlamentare d'Italia, non capita spesso. Sebbene i deputati, per autodifesa o per ingenuità, tendano a credere di essere molto amati, il sospetto e la disistima della pubblica opinione e del loro stesso elettorato sono sempre lì, dietro l'angolo. Già al principio del secolo, per dire, uno spiritoso parlamentare lombardo, Francesco Ambrosoli, scrisse un aureo libretto dal titolo «Perché i deputati sono antipatici». E ancora negli Anni Cinquanta il giornalista Giovanni Ansaldo ne raccomandava la lettura agb onorevoli con tale fervore da fornire l'indicazione di catalogo nella biblioteca di Montecitorio. Tèmpi remoti, certo. Ma anche solo sei anni fa, in piena Tangentopoli, quando piazza Montecitorio era assediata notte e giorno da gente ululante dietro le transenne, e la Rai organizzava referendum radiofonici per abolire il titolo di onorevole, e così Willer Bordon si sentì affrontare da un ex ufficiale dei bersaglieri: «La chiemo deputato perché onorevole sarà il mio pitale», beh, la fascia da cerimonia e il distintivo di riconoscimento sarebbero stati impensabib. Ancora più dei soldi, del resto, che con l'onore hanno poco a che fare. Vertice a Cuneo. Da Violante via libera a «Forza Nord»

Persone citate: Francesco Ambrosoli, Giovanni Ansaldo, Trombetta, Willer Bordon

Luoghi citati: Cuneo, Italia