Pannella: mai con questa destra di Maria Grazia Bruzzone

Pannella: mai con questa destra Pannella: mai con questa destra «Né con la sinistra, trasformista e conservatrice» Maria Grazia Bruzzone ROMA «Mai con questa destra e mai questa destra al governo. Mai, mai e poi mai...». Marco Pennella lo dice la mattina quando, irritato per la polemica mediatica a suo dire fittizia sul caso dei radicali attaccati dal presidente onorario Bruno Zevi perché «tecnicamente alleati» del destro Le Pen all'Europarlamento, parla per un'ora divertendosi a fare una feroce contro-rassegna stampa che si conclude con un abbraccio a Zevi. Lo ripete la sera, concludendo con un'onfasi appena minore il congresso dei radicali che traccia la linea del partito dopo il successo dello ultimo elozioni europee. Una linea di distanza fra i due Poli, invero. Che, nella migliore tradizione radicale, mira a non confondere so stessi, eredi della «destra storica», con questa destra (soprattutto con «quella di Mediaset che è torbida e sporca») ma anche con la sinistra: entrambe «ituliote e suicide», le definisco Pennella. «Due schieramenti che perseguono, con ruoli diversi, la stessa politica trasformistica e conservatrice, settaria e demagogica», si legge nel documento conclusivo. Insomma, se sabato Emma Bonino aveva presentato il suo partito come partito di governo e aveva parlato di possibili desistenze su un programma liberale, domenica il congresso corregge il tiro e accentua la volontà di tenersi le mani libere fino all'ultimo, per poter alzare eventualmente la posta al momento buono. E nel momento in cui i radicali si accingono a combatta re la loro battaglia refererendaria per una «rivoluzione» non solo liberale ina «liberista e libertaria» (come corregge l'annoila sogghignando sul fatto di non avor intenzione di rinunciare a temi classici come quello della droga, che lo vede fra l'altro imputato in vari processi); in un momento come que¬ sto, dunque, non resta che sottolineare !'«impossibilità» per i radicali di «prevedere uno schieramento comune con la destra in un sistema bipolare, cos'i come con la sinistra. Anche perchè «troppo spesso combattere insieme a Berlusconi significa farlo anche con Massimo D'Alema». E viceversa. E tuttavia è alla destra, e segnatamente al partito di Silvio Berlusconi chiamato tutto il tempo Mediaset, che Pennella risorva gli strali più acuminati, smentendo i rapporti tutto sommato cordiali degli ultimi tempi. Il leader radicale ha il dente avvelenato perchè i tg del biscione hanno disertato la prima giornata del congresso, il quotidiano del gruppo ha attaccato duramente Bonino e, soprattutto, le tv berlusconiane hanno negato ogni spazio agli spot a favore dei referendum fino alla fine di agosto. «Perchè hanno paura di noi, hanno paura del popolo di Forza Italia, del popolo del Polo e anche dell'Ulivo. Hanno paura della democrazia tuona Pennella. - Paure delle grande riformo delle libertà contro le controriforme cattoliche, comuniste, clericali, fasciste, corporative che mirano solo a perpetuare i poteri». Anche Bonino ironizza sui leader della destra e, sconfortata per essere state definita «ami¬ ca dei nazisti» bride l'assenza di ogni rappresentanza di Fi e Ccd: «Cosa sarebbero venuti a dure Berlusconi e Casini? Che le riforme sarebbbe stato megbo farle in Parlamento?». Invece ringrazia Claudio Mertelh venuto a offrire la collaborazione dei socialisti alla raccolta di firme referendarie, in nome di una sinistra che dovrebbe coniugare socialismo e liberalismo. Ma il più duro è l'annoila il quale ricorda «l'inciucio» fra Berlusconi e D'Alema che prima delle elezioni difese Mediaset come patrimonio nazionale e in cambio ebbe il silenzio tv sui referendum del '95. Accusa la destra di «diventare pericolosamente di potere» e di tradire le promesse liberali dell'inizio. Non solo. Forza Italia sarebbe ormai un partito democristiano, «che ha come capigruppi di Camera e Senato due ex de e come cappellano lo stesso cap pellano di Bettino Craxi, don Gianni Baget Bozzo, un cappella no a vita». Ma da destra i radicali continuano a ricevere offerte, da sinistra no. «O sono tutti pazzi, o credono di stravincere. Ma credo che siano destinati a perdere perchè lavorano ormai per la loro autodistruizione», con elude Pannello rinnovando il suo monito: «Con questa destra mai».

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