Anziani, all'Italia il primato europeo
Anziani, all'Italia il primato europeo Bruxelles prevede che nel 2025 avremo quattro regioni tra le cinque più «vecchie» Anziani, all'Italia il primato europeo Impennata dei crediti Inps: superati i54 mila miliardi ROMA L'Europa invecchia e l'Italia, fra i Paesi Ue, sentirà più degli altri l'impatto di un trend che avrà «profonde conseguenze sui sistemi pensionistici e sulla spesa sanitaria»: nel 2025, secondo le proiezioni diffuse da Eurostat, quattro delle cinque regioni più «anziane» del continente saranno italiane (Liguria, Friuli-Venezia Giulia, EmiliaRomagna e Toscana), mentre fra le dieci più «giovani», accanto alle Azzorre, a Madeira, all'Ile de Prence e alla Grande Londre non ne figurerà neppure una. E' un altro aspetto preoccupante del pianeta-previdenza italiano, del tutto anomalo rispetto all'Europa anche per la distribuzione territoriale dei pensionati. Infatti è al Nord la massima presenza, ma il CentroSud ha il primato dei trattamenti di indennità e assistenza. L'Istat, in una analisi, spiega che su circa 16 milioni di pensionati, escludendo i residenti all'estero e i casi non ripartigli (3%), il 47,4% vive nell'area settentrionale (oltre 7,5 milioni). I restanti 8 milioni e mezzo sono diversamente suddivisi nel resto d'Italia: il 29% risiede nelle regioni meridionali ed il 20,6% nel Centro. L'Istat aggiunge che i beneficiari delle pensioni invalidità, vecchiaia e superstiti sono maggiormente concentrati nelle regioni settentrionali (49,9%). Capitolo a parte, i trattamenti di anzianità. Uno studio Svimez (l'associazione per lo sviluppo industriale nel Mezzogiorno), dice che si sviluppano principalmente al Nord: il Sud ne na appena un terzo e mobilita una spesa percentualmente molto inferiore. Pietra di paragone, i cinquantenni. Al Nord, dice Svimez, ogni cento persone che hanno superato il mezzo secolo, 14 sono già in pensione. Al Sud sono appena -1 e al Centro 7. L'associazione per lo sviluppo del Mezzogiorno dà anche un'interpretazione al fenomeno. Colpa della scarsità di lavoro nel Meridione, dice: «Una parte significativa dei dipendenti ha a proprio carico persone in età di lavoro che tuttavia, non lavorano». In più, è molto diffìcile, nel Mezzogiorno, che un pensionato giovane «trovi altra collocazione in più flessibili attività, una volta conseguita la pensione». Al contrario, il fatto che nel Contro-Nord vi siano più di 1,7 milioni di pensionati «giovani» ancora presenti sul mercato del lavoro, «fornisce nelle aree forti d'Italia una offerta di lavoro flessibile e tale da poter essere impiegata a costi contenuti. I pensionati di anzianità del Sud, inoltre, ricevono una pensione inferiore rispetto alle altre aree del Paese. Ma continuano a crescere i crediti vantati dalllnps nei confronti di aziende, lavoratori autonomi e singoli iscritti: a fine '<J8 hanno raggiunto i 54.350 miliardi contro i 50.987 del '97, con una crescita del 6,6%. Hanno raggiunto ormai una cifra pari, se non superiore all'ammonta¬ re dei crediti recuperati. Particolarmente significativi gli incrementi in alcuni settori come le imprese agricole (+17,8%), i commercianti (+15,3%), i coltivatori diretti (+ 14,5%) e gli artigiani (+11,6%). E oggi, primo agosto, si apre una nuova finestra di anzianità per i lavoratori autonomi. Sono interessati artigiani, commercianti e coltivatori diretti che, alla data del 30 settembre '98, hanno maturato 35 anni di contributi e compiuto i 57 anni. (b. g.) Al Nord la massima concentrazione delle anzianità: sono il triplo dei trattamenti erogati al Meridione Pensioni, si apre un'altra finestra per gli artigiani e i commercianti Il ministro del Lavoro Cesare Salvi
Persone citate: Cesare Salvi, Madeira, Prence
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