Reso onore al Vanzetti argentino

Reso onore al Vanzetti argentino Consegnate alla fidanzata, ancora in vita, durante una cerimonia alla Casa Rosada Reso onore al Vanzetti argentino Fucilato nel 31. Il governo restituisce le sue lettere d'amore BUENOS AIRES La storia d'amore vissuta decenni fa in Argentina fra il dirigente anarchico abbruzzese Severino Di Giovanni, fucilato a Buenos Aires nel 1931, e un'adolescente calabrese, è balzata alla ribalta in questi giorni per la decisione del governo argentino di restituire alla fidanzata ancora in vita un pacco di lettere del suo innamorato. Giuseppina America Scario, 86 anni, ha pianto quando il ministro degli Interni Carlos doraci. le ha dato la scatola con i fogli ingialliti, sequestrati dalla polizia dell'epoca, ai quali l'anarchico aveva affidato le sue parole d'amore. La commovente cerimonia è avvenuta nella Casa Rosada, sede della presidenza argentina, dove la Scarfò ha ricordato che anni fa sua madre entrò in ginocchio per chiedere inutilmente la grazia per il figlio Paolino, anche lui anarchico, fucilato poi con Di Giovanni. Gli anarchici italiani hanno scritto una pagina della Storia dell'Argentina che negli anni venti era immersa in una grave crisi sociale, con scioperi a oltranza e violente repressioni. In Patagonia, nel 1921, furono uccisi dall'esercito 2000 lavoratori in rivolta. E alla morte di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti a Charlestown nel 1927, il gruppo di Di Giovanni promosse in Argentina ogni sorta di violenze contro interessi degli Stati Uniti e dell'Italia fascista. La storia d'amore con la quindicenne Giuseppina coincise con la fase più violenta delle attività dell'«anarchico vestito di nero». Dopo la sua fuga dalle persecuzioni fasciste di Chicli, in Argentina aveva cominciato con un'attività editoriale non violenta per passare però poi alla fabbricazione di ordigni esplosivi, uno dei quali uccise nove persone nella sede del consolato d'Italia. In una delle lettere il cui originale è appena tornato nelle mani della destinataria, Severino chiedeva alla giovane di essere «l'angelo celeste che accompagni tutte le ore tristi e allegre di questa mia vita di non sottomesso e ribelle». Lo spazio dato dalla stampa alla consegna delle lettere, ha fatto ricordare o scoprire a molti argentini la stona di Di Giovanni. Le tormentate vicende fecero scalpore a suo tempo ma sono state poi dimenticate e il «bandito gentiluomo», come veniva anche chiamato, non è entrato nella galleria dei miti argentini: Carlos fiarde 1, Evita Peron o Ernesto Che Guevara. Eppure l'inizio era stato promettente. Fatto seppellire in fretta e furia nella «città dei morti», come viene denomina¬ to il cimitero della Chacarità a Buenos Aires, la polizia scoprì il giorno dopo che la tomba era coperta di rose rosse. Il ministero dell'Interno ordinò la riesumazione del cadavere e il suo trasferimento in una fossa comune, che pure fu subito ornata di rose rosse da mani sconosciute. (Ansa) li presidente argentino Carlos Mencm

Persone citate: Bartolomeo Vanzetti, Ernesto Che Guevara, Evita Peron, Giuseppina America Scario, Nicola Sacco, Rosada, Scarfò, Vanzetti

Luoghi citati: Argentina, Buenos Aires, Italia, Stati Uniti