Marocco, svolta di Mohammed amnistia per 46 mila detenuti

Marocco, svolta di Mohammed amnistia per 46 mila detenuti Nel suo primo discorso della corona il nuovo re insiste su pluralismo politico, liberalizzazione economica e difesa dei diritti umani Marocco, svolta di Mohammed amnistia per 46 mila detenuti RABAT Con qualche gesto formale di ossequio alla tradizione, Mohammed VI, il nuovo sovrano del Marocco, ha inaugurato il suo regno confermando Te speranze di chi vede in lui un innovatore di orientamento decisamente democratico. Venerdì il figlio di Hassan n si è recato assieme al fratello Moulay Rashid alla moschea Ahi Fes, situata all'interno del palazzo reale. Il re ha percorso i 500 metri nel cocchio reale, decorato con oro e lacca rossa, davanti a 40 mila fedeli inneggianti, ha pregato assieme a principi, ministri, ambasciatori dei Paesi islamici. Alla sua destra, in preciso ordine gerarchico, si sono inginocchiati il fratello e i due cugini, alla sua sinistra, invece, Abderrahman Yussufi, il primo ministro socialista. Finita la cerimonia, il re è tornato a palazzo in groppa ad un destriero nero, il preferito del padre, a piccolo trotto, salutando la folla festosa. Mohammed, discendente da Maometto ed «Emiro dei credenti», ha marcato così il rispetto delle tradizioni. Ma nello stesso giorno è venuto il primo «discorso del trono»: breve, appena 15 minuti, e dai toni fortemente innovativi. E con in più l'annuncio di un gesto di clemenza che, praticamente, ha toccato tutta la popolazione carceraria del Marocco: 46 mila detenuti. Ottomila tra malati, invalidi, anziani, donne in stato di gravidanza, madri e giovani che in prigione hanno seguito corsi di reinserimento nella società, verranno immediatamente scarcerati. Mentre altri 38 mila detenuti godranno di una riduzione della pena. Il discorso, trasmesso in diretta tv, è stato di quelli importanti. Mohammed ha detto di voler seguire la politica del padre, ma ha anche indicato nella povertà, nella disoccupazione e nella scuola i problemi più gravi del Paese. Ha detto di augurarsi «presto» una riforma della scuola. Ed ha espresso «pieno appoggio» al governo di Yussufi, l'unico uomo politico marocchino da lui citato. «Noi - ha detto - siamo attaccati al regime della monarchia costituzionale, del pluralismo politico, del liberalismo economico, così come ai diritti dell'uomo ed alla protezione dei diritti individuali e collettivi, nella sicurezza». Un mutamento d'accento, rispetto ai discorsi del padre, che non è sfuggito a nessuno. Mohammed ha detto poi di voler proseguire gli sforzi per portare a compimento l'integrità del territorio nazionale. E' un accenno diretto al Sahara Occidentale, occupato negli anni Settanta e da allora conteso dalla guerriglia polisaria, finanziata dall'Algeria. Il re ha detto di voler «sostenere l'Onu nel suo piano di soluzione tramite un referendum di autodeterminazione che confermerà l'appartenenza del territorio al Marocco». Ma si è mostrato consapevole della necessità di normalizzare le relazioni con la vicina Algeria: non a caso il Presidente algerino Abdelaziz Bouteflika è stato l'unico capo di Stato ad essere nomina¬ to dal re nel suo discorso. Ma è anche nella vita quotidiana che il nuovo re tende a marcare una rottura con il passato. Gli abitanti di Rabat possono ved' rio alla guida della sua auto, comi un qualsiasi mortale, anche se, certo, seguito da un'auto di scorta. E pare che la sera lasci il palazzo, per andare a dormire nella casa che occupava anche prima di salire al trono. L'ossequio alle tradizioni islamiche e della corona potrebbe essere dunque il necessario corollario ad una politica di graduale apertura politica e democratica. C'è infatti un altro particolare che, strettamente parlando, rappresenta una rottura forte con la tradizione: Mohammed non è sposato. La legge non scritta vuole che «l'Emiro doi credenti» prenda moglie prima di salire al trono. Lui non l'ha fatto, ed anzi proprio venerdì, prima «festa del trono», un portavoce del governo si è premurato di smentire ufficialmente quel che già era stato comunicato una settimana fa: il re non è sposato, nemmeno segretamente. |f. sql Una folla inneggiante saluta il suo arrivo alla moschea perla preghiera del venerdì Finita la cerimonia va in auto da solo nel centro di Rabat come un cittadino qualsiasi Un prigioniero rilasciato ieri dalla prigione di Sale, nei sobborghi di Rabat, è circondato da amici e parenti

Persone citate: Abdelaziz Bouteflika, Abderrahman Yussufi, Mohammed Vi, Moulay Rashid