Musotto assolto anche in appello

Musotto assolto anche in appello L'ex presidente della Provincia di Palermo era accusato di associazione mafiosa Musotto assolto anche in appello «Ho avuto danni irrisarcibili» Antonio Ravidà corrispondente da PALERMO Francesco Musotto, di Forza Italia, presidente della Provincia di Palermo, e da giugno europarlamentare, è stato assolto anche in appello dall'accusa di concorso in associazione mafiosa: non aiutò né ospitò Leoluca Bagarella, cognato di Totò Riina, il sanguinario boss di Cosa nostra. A caldo Musotto ha commentato: «I danni che mi sono stati provocati sono irrisarcibili». Dopo quattro tormentati mesi e mezzo di prigione, nel 1995, il tribunale, nell'aprile scorso lo aveva assolto malgrado i nove anni di reclusione chiesti dal pm e ora nuovamente sollecitati dal sostituto procuratore generale, Anna Maria Leone. Da Forza Italia stanno arrivando le prime attestazioni di stima accompagnate da polemiche riserve sull'operato della procura palermitana retta sino all'altro ieri da Gian Carlo Caselli, ora direttore a Roma del Dap, il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria. La stessa procura, che ha mandato sotto processo pure per mafia un altro vip di Forza Italia, Marcello Doll'Utri. I giudici di appello, presieduti da Giuseppe Librizzi, sono rimasti quattro ore e mezzo in camera di consiglio. Il verdetto è stato lotto nell'aula somivuota. Assolto Musotto, però, è stato ancora una volta condannato il suo fratello minore, Cesare, che ha usufruito di un lievissimo sconto di pena: da cinque anni e quattro mesi a cinque anni di reclusione. Sono stati condannati di nuovo anche gli altri tre imputati: da nove a otto anni l'architetto Salvatore Scardina, coinvolto negli attentati mafiosi del 1993 in via dei Georgofili a Firenze e a San Giovanni in Laterano a Roma, e che fu testimone alle nozze tra il medico Gaetano Sangiorgi {ora all'ergastolo per l'assassinio dell'esattore Ignazio Salvo) e la figlia di Nino Salvo, l'altro gran gabelliere di Sicilia morto per un tumore alla vigilia del primo maxipro¬ cesso nel 1986; otto anni sono stati confermati al produttore di olio Francesco Bonomo, genero del boss di San Mauro Castelverde, Giuseppe Farinella; da quattro anni a tre anni e sei mesi al veterinario Michele De Lisi. Se Francesco Musotto dunque non c'entrava niente e non si era mai sognato di ospitare il latitante Bagarella nella sua villa a Finale di Pollina, lacci e lacciuoli avrebbero invece stretto con il boss gli altri quattro. I giudici di seconda istanza, come ì primi l'anno scorso, non hanno creduto ai pentiti soltanto per l'uomo politico, mentre l'hanno fatto per gli altri imputati. Molte accuse sono state rivolte a Cesa¬ re Musotto e agli altri tre dai collaboranti Vincenzo Brusca che, fratello di Giovanni, confessò di aver aiutato a strangolare il bambino di 12 anni Giuseppe Di Matteo, Balduccio Di Maggio (quello del bacio tra Andreotti e Riina nel lussuoso attico di Ignazio Salva), Tullio Cannella, Tony Caldaruso, Giuseppe Drago, Giusto Di Natale e Giuseppe Monticciolo. Pacato, ma risoluto, Enrico La Loggia: «E' la conferma dell'assoluta estraneità di Francesco Musotto - ha detto il presidente dei senatori di Forza Italia - ed è la riprova che, quando la giustizia va a fondo rispetto alle accuse infondate, alla fine trion¬ fa sempre la verità». Sempre da Fi, il coordinatore siciliano Gianfranco Micciché, alludendo alle critiche di Lino Jannuzzi a Caselli, ha osservato: «Uno a zero a favore di Jannuzzi. Questa sentenza è il più significativo congedo per l'ex procuratore Caselli». Secondo il parlamentare azzurro, «se il Caselli avesse dovuto ripagare personalmente i quattro mesi e mezzo di carcere patiti da Musotto, questo errore giudiziario come altri non sarebbe mai avvenuto». E lui, Francesco Musotto? Dice: «E' una vicenda emblematica di una certa atmosfera giudiziaria che c'era stata a Palermo e che mi auguro possa cambiare». Francesco Musotto: già presidente della Provincia di Palermo.il 13 giugno scorso è stato eletto eurodeputato nelle liste di Forza Italia. Ora è stato assolto anche in Appello