Centrosinistra, addio festa dell'Unità di Luciano Borghesan

Centrosinistra, addio festa dell'Unità Verranno tutti, leader e ministri. A ogni partito il suo menu: vegetariani i verdi, pesce per lo sdi, ai ds la cucina piemontese Centrosinistra, addio festa dell'Unità Torino inventa Una, Verede degli stand «rossi» Luciano Borghesan TORINO L'idea era piaciuta subito a Walter Veltroni. La prima Festa dell'Ulivo. «Ma ci sono anche i Comunisti Italiani», aveva osservato Alberto Nigra, segretario locale dei Ds, accompagnando il leader nel giro torinese alla vigilia del voto per la Provincia. «Cominciamo a vincere», concordarono che la manifestazione sarebbe potuta riuscire solo con la vittoria in tasca. Dalle urne di fine giugno esce la Festa del Centrosinistra. Metropolitana per dimensioni, nazionale per organizzazione. A settembre (dal 2 al 20), il Raffini, datato parco per le kermesse in rosso, diventerà la passerella dei «numeri 1 » della coalizione di governo: Marini, Di Pietro, Francescato, Boselli, Cossutta, oltre a Veltroni. L'invito sarà rivolto anche ai big istituzionali Prodi e D'Alema, e «ai graditissimi ministri», da Hindi a Fassino, passando per Ronchi e Diliberto. «Cercheremo di averli tutti. Assieme», dicono Ds, Ppi, Sdi, Comunisti Italiani, Verdi, Democratici. Un «en plein» pressoché impossibile visti i molteplici impegni, ma la volontà c'è: tutti gli interessati confermano che parteciperanno a... UNA. Ai Ds sarebbe piaciuta chiamarla la i-està di Unità. Non «dell'Unità», tanto più oggi che il partito si allontana dal giornale fondato da Gramsci, pur senza voler accantonare definitivamente gli appuntamenti legati al quotidiano. Eccolo, il possibile nome nuovo: UNA. Non va bene Ulivo, per ovvie ragioni politiche, ma quel Centrosinistra, così lungo, così storicamente usato. Serve uno slo- San, si sono detti i promoter ell'iniziativa. Per simbolo, la Mole con i colori di Torino, un clone dello stemma per le Olimpiadi 2006. Lo slogan: «UNA Festa del Centrosinistra». Rappresenterebbe il passaggio da sei forze a un'alleanza, mantenendo l'autonomia, proprie idee, anche il proprio passato. Tutti i gusti sono gusti. Anche a tavola, negli stand. Ciascun partito avrà il suo menu. Per i Verdi rigorosamente vegetariano. Comunisti alla birra. Carlin sovrintenderà la cucina piemontese (e Ds). I socialisti? «Per non fare i pesci in barile, ci occuperemo noi dei piatti di mare», assicura Enrico Buemi. «Compagni, amici, ma parleremo di sanità e di sociale annuncia lo scudocrociato Marco Calgaro -, sono i temi per cui stiamo con voi, e non nel centro destra. Le riforme vanno fatte». L'accordo con i Democratici deve èsserci, a sentire l'onorevole Renato Cambursano: «La diversità è una ricchezza, ma da Torino deve giungere un segnale di compattezza». Qui in effetti i successi del Centrosinistra si ripetono: 28 parlamentari a 0 (nei confronti del Polo) nel '96, il sindaco nel '97, la Provincia nel '99. Con la Regione (governata dal Centrodestra) contano di fare quaterna, a marzo. Dalla Festa partirà un messaggio al governo perché unisca le energie. «E' anche un esperi- mento per la popolazione: noi con la gente cerchiamo un rapporto diretto, non dalle tv (Berlusconi) o a suon di referendum (Pannella)», sintetizza Stefano Barbieri, pdei. E i partiti si finanzieranno. Solita spina tra rivitalizzate querce e rose: l'ambientalista Roberto Tricarico avrebbe voluto una verdebianco-rossa Fiat Seicento Elettrica per la vittoria finale della tradizionale lotteria. Box, ricarica, spina, tempo: che scomodità! L'auto andrà ancora benzina. A funzionare con energia elettrica sarà la bici: premio di consolazione, ma sempre più moderno e meno faticoso del pedale prodiano. Walter Veltroni con Franco Marini

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