Zevi: mai con gli antisemiti di Antonella Rampino

Zevi: mai con gli antisemiti IL PRESIDENTE ONORARIO «SONO"ESTERREFATTO>: Zevi: mai con gli antisemiti «A Emma e Marco interessa solo il potere» intervista Antonella Rampino ROMA Adue ore dall'intervento di Baino Zevi, storico dell'architettura, radicale della prima ora, presidente onorario del Partito Marco Pannella lo marca stretto. Il professore ha aperto il congresso imbufalendosi per la mesaillance di Marco ed Emma col «neonazista Le Pen, anche se di nuovo in lui non c'è nulla, ed ò pure vecchio». E adesso Marco ed Emma lo controllano a vista. «Lo vedi Marco che mi intervistano tutti?», «Vedo, vedo, ma scusami, io devo andare, devo allearmi con i nazisti di tutto il mondo», sfotte Pannella. Insomma, al di là dei baci e degli abbracci, l'uscita di Zevi ha lasciato ustioni. Eppure, professor Zevi, Pannella ora stato il primo in assoluto a «sdoganare» i fascisti: so ne andò a un congresso del Movimento socia- le quando la svolta di Fiuggi era ancora di là da venire. Magari avrà intravisto segnali di ravvedimento anche in Le Pen. «Innanzitutto il msi ha sempre dichiarato di non essere antisemita. Le Pen è un signore che sostiene che l'olocausto non è mai esistito, è un pazzo, un nazista, veda lei». I radicali hanno sempre stupito gli italiani rompendo ogni schema precostituito. Possibile che lei questo da Bonino e Pannella non se l'aspettasse? «Vuol sapere là verità? Non se l'aspettavano loro, che avrei reagito così. Lo vede Marco, poveretto, che gira dicendo "Vado a radunare tutti i nazisti del mondo"? No: hanno fatto un errore. Io ho solo detto le stesse parole del grande Camillo Olivetti, il padre di Adriano, per intenderci: l'importante è fermarsi ai piccoli onori. Emma e Marco, adesso, hanno capito». Immagino che il suo intervento fosse stato preceduto da discussioni... «No. Non ho parlato: ho scritto. Una lettera a tutti e due, a cui la Bonino ha risposto con un biglietto affettuoso più la fotocopia di mia missiva che lei aveva scritto a Liberation. Uno scritto dai contenuti insensati, perché vi si sostiene che per contare a Strasburgo bisogna avere un gruppo proprio. E della faccenda di Le Pen, nemmeno una riga». E lei si è arrabbiato... «Certo. Le ho scritto un'altra lettera, spiegandole l'inconsistenza della sua risposta. E alla fme gliene ho mandata una terza, personale. Così adesso lei è affettuosissima, mi ha dato più baci e abbracci stamattina di quanto ne avrei potuto sopportare negli ultimi vent'anni. Abbracci sinceri, l>eninteso». Lei è anche presidente onorario del partito, ha un ruolo morale. «SI, pensano che sia arteriosclerotico, evidentemente. Comunque, io lo dovevo dire: questa cosa non mi ha scandalizzato. Mi ha lasciato esterrefatto. Tutto si può immaginare, meno che a un contrasto tra Emma e Marco, e gli ebrei. Esiste un antisemitismo storico di destra, esiste un antisemitismo di sinistra, purtroppo tuttora vivo, ma un antisemitismo radicale è inconcepibile, grottesco, paradossale. Anche perché gli ebrei sono più testardi perfino di Marco ed Emma. E' la testardaggine di chi ha avuto 6 milioni di morti, non so se mi spiego». Ha chiesto a Bonino e Pannella perché non hanno scelto l'Eìdr, che è il gruppo più affine alle esperienze radicali? «Il problema è che nell'Eldr non avrebbero comandato, nel gruppo di Le Pen sì. E quello che interessa a Marco e Emma, in questa ubriacatura di potere dopo la vittoria alle Europee, è appunto solo il potere. Gli e sembrata una cosa machiavellica, e invece gli è andata male, perché poi il potere non fa male solo a chi non ce l'ha, fa male anche a chi se ne ubriaca. E infatti, Le Pen ha rispedito la richiesta al mittente: i radicali non sono affini. Così li hanno pure sputtanati, lo scriva, sputtanati. Non c'è altra parola». Ci sono altri punti su cui lei è in disaccordo? I referendum le piacciono tutti e venti? «Forse non me ne piace nessuno, ma li ho firmati tutti. E' una battaglia radicale, e io sto con il partito. Con i radicali veri, non con il mito di Marco e Emma». «I venti referendum? Non me ne piace nessuno ma li ho firmati tutti E' una battaglia radicale e io sto col partito» «L'alleanza con la destra a loro è sembrata una roba machiavellica, invece è solo un'ubriacatura dopo la vittoria europea» Il leader della destra francese Jean Marie Le Pen: a Strasburgo gli eletti della Lista Bonino potrebbero entrare nel gruppo misto anche con lui

Luoghi citati: Fiuggi, Roma, Strasburgo