Da Dobbiaco a Cortina sulla ferrata di Cecco Beppe
Da Dobbiaco a Cortina sulla ferrata di Cecco Beppe IN MOUNTAIN BIKE 0 CON GLI SCI LUNGO LA FERROVIA DEMOLITA Da Dobbiaco a Cortina sulla ferrata di Cecco Beppe S WEEKEND.: Alessandro Rosa UPERATO un lungo ponte si entra in galleria; più avanti s'incontra una piccola stazione. Ma non ci sono valigie, né viaggiatori in attesa del treno. Un tempo sì, qui sbuffavano le locomotive. Fino al marzo 1962. Oggi quel tracciato di circa 35 chilometri, che unisce la mondana Cortina (oggi Eervasa da una rinnovata sensiilità ecologica) e la più appartata Dobbiaco, è frequentato dagli escursionisti, in mountain bike o a piedi in estate oppure con gli sci da fondo per chi ama le bianche magie invernali. Stiamo parlando di quel percorso fatto di dolci salite e pendenze costanti, vecchi ponti m pietra e profumo di abeti, conosciuto come la ferrovia delle Dolomiti. A Cortina lo chiamavano con affetto «il trenino azzurro», nato austriaco, durante la prima guerra mondiale. Una ferrovia a scartamento ridotto, a lato della sede stradale fino a Landro, costruita dai genieri di Francesco Giuseppe per favorire i rifornimenti al fronte nella zona Popera-Cime di Lavaredo-Cristallo-Tofane. Siamo tra le cime di rossa roccia e i panorami tra i più famosi al mondo. Mentre gli svizzeri valorizzano e si vantano dei loro trenini fra i ghiacciai, la miopia dei burocrati delle ferrovie italiane ha permesso di smantellare una delle giù belle linee di montagna. Ma anno pensato alla nostra salute, rinvigorita dall'attività sportiva. E conquistato con la fatica - neanche eccessiva però - si apprezza ancora più l'entusiasmante percorso che ci permette di godere da prospettive inusuali ì famosi massicci dolomitici, quali le Tre Cime di Lavaredo, il monte Cristallo, la Croda Rossa; di una flora alpina di prepotente bellezza e spesso incontri con la fauna selvatica. Si parte da Dobbiaco Nuova (Neutoblach, m. 1210) in Val Pusteria. Si oltrepassa il lago di Dobbiaco, costeggiando la statale 51, ci si infila nella stretta vai di Landro, fino al lago omonimo. Si sono percorsi 10 km e si è saliti ai 1400 metri. E l'occhio spazia a destra fin sul Picco di Vallandro e a sinistra si aggrappa alle Tre Cime di Lavaredo. La vai di Landro è uno stretto corridoio sul quale si affacciano due delle aree protette dell'Alto Adige, il Parco Naturale di FaiesSennes-Braies e quello delle Dolomiti di Sesto. Superato il bivio per Misurina, si entra nella zona boscosa. La vecchia stazione di Carbonin è lì a rammentarci che siamo sul tracciato delle vecchia ferrovia, che consente facili vie di fuga (le ex stazioni) per chi non volesse fare l'intero percorso. Poco oltre Carbonin, ancora in leggera salila, si arriva al Cimabanche (m. 1530), il punto più alto dell'itinerario, sullo spartiacque fra Alto Adige e Veneto. A questo punto inizia la parte più spettacolare del percorso. La discesa ci indirizza verso il rifugio-ristorante Ospitale, poi si piega verso Sud, si entra in una breve galleria, si passa l'alto, con scorci da brivido, ponte feiToviario sul Rio Felizzon, e ci infila nella lunga galleria del Pomagnon (800 in.; è consigliato portarsi appresso una pilli por i tratti meno illuminati). Allo sbocco della galleria si è già in vista della splendida conca di Cortina (m. 1290). Il percorso completo comporta un impegno di circa 5 ore (in bici o sugli sci stretti, ma il percorso è facil¬ mente frazionabile). Perii ritorno è utilizzabile il servizio di pullman (45 minuti). Chi desiderasse ulteriori informazioni può telefonare alle Aziende di soggiorno di Dobbiaco (0474/972132) e Cortina (0436/3231). Giunti a Cortina è tempo di un tuffo nella mondanità? Forse è meglio un'incursione all'Enoteca (via Cesare Battisti): buoni vini, salumi regionali, formaggi di malga. Per reintegrare le energie consumate. Mica per golosità, ci mancherebbe. Circa 35 chilometri con, sullo sfondo, le tre Cime di Lavaredo, il monte Cristallo, la Croda Rossa, attraverso i parchi di Faies e delle Dolomiti di Sesto ed il lago di Misurina: poi un salto in enoteca Cortina d'Ampezzo: via Roma
Persone citate: Alessandro Rosa, Cecco Beppe
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