Vacanze da re: love story sui monti di Vittorio Foa

Vacanze da re: love story sui monti Vacanze da re: love story sui monti Le villeggiature di Umberto I, di Mussolini, di Togliatti e di De Gasperi: checché ne dica qualcuno, il potere logora e bisogna saper staccare 11. potare logora: checché ne dica qualcuno che, avendolo praticalo a lungo, sostiene che lieve è il peso del coniando rispetto all'onere di non dis]xirne affatto. E infatti anche i polenti di lanto in tanto vanno in vacanza. E cercano di contrapporre, all'affannosa responsabilità di stare al vertice, privatissime fughe; verso silenziosi rifugi montani, soleggiati lidi natali, lontane isole dorate. Alla ricerca di giorni che vorrebliero avvolti dalle pigre abitudini dei vacanzieri veri e dalle innocue evasioni di chi scopre che la felicità • per la gente normale - è data giusto da quanto basta per sottrarsi, seppur per poco, al tran tran quotidiano. Guido Morselli, in «Divertimento ltf89», ha la penna particolarmente felice noll'acchiappare un re Umberto 1 di Savoia che in nome di un riservato impegno di natura immobiliare da sbrigare in una località di villeggiatura - scopra la vertigine di simigliarsi di tutti gli orpelli o doveri |x-r prenderai una vacanza vera dal suo status regale. Ferie regalmente anonime, dunque, scandite non solo dalla frizzante aria di montagna o da beate escursioni per valloni e cime ma, per quelle contingenze con cui il destino si diverte a scompigliare la vita di tutti, leste coronate incluse, anche da un veloce ina vigoroso «love all'aire» del sovrano non una saporosa gentildonna. E l'abilità di Morselli sta proprio nella capacità di giocare con In legnosità del Savoia mettendo a tu per tu il rigido e militaresco re d'Italia, camuffato da benestante vacanziero, con le frivole n civilissime consuetudini dei flirt estivi d'alta quota. I)i tutt'altro genere la vacanza mussoliniàna che fa da sfondo a «Indagine non autorizzata», un poliziesco - vincitore del premio Alberto Tedeschi - presentato nel novembre del 1993 da Gialli Mondadori. Uscito dopo «Carla bianca» e «L'estate torbida», entrambi pubblicati nei primi Anni '90 da Sellerio o «Falange Annata» odilo da Motrolibri, quésta numi zinne - una delle piti riuscite di Lucurelli - non ha come protagoni¬ sta né il commissario De Luca (intagliato a tratti memorabili nei primi due romanzi che si stagliano sugli anni tempestosi della guerra civile e del successivo dopoguerra) né il giovane e rintronato poliziotto CoUandro scagliato nella Bologna insidiosa e | ii oc 'Un1.a su cui naviga il mortifero equipaggio dei Killers della Uno bianca. In «Indagine non autorizzata» c'è invece il commissario Marino che si trova a dipanare un complicato delitto che avviene proprio nei dintorni di una villa tra Rimini e Riccione. Solo che non è una villa qualunque: è la residenza che ospita Mussolini in vacanza. Un DA LEGGERE G. Morselli Divertimento 1889 Milano 1989 C. Lucarelli Indagine non autorizzata Milano 1998 V.Foa Il cavallo e la torre J orino 1991 M. Romana Catti De Gasperi De Gasperi, uomo solo Milano 1964 Mussolini che viaggia sulle creste più alte - direbbe lo storico De Felice - degli anni del consenso: e dunque nessun stupore se due cani che corrono lungo la spiaggia dove trascorre la sua vacanza si chiamano «Hailè»e «Sclnssiè», propriocome lo sconfitto imperatore che assediato dalle annate di Badoglio e di Oraziani in Africa Orientalo ha dovuto cedere la sua corona a Vittorio Emanuele 111. E', quello di Lucarelli, un Mussolini che si prende le vacanze a modo tutto suo: sfrecciando sul lungoniure a bordo della monumentale Lancia che appena spunta all'orizzonte, scortata dai cupi marcantoni della «presidenziale», calamita bagnati e villeggianti. Una folla infinita spalmalalungo la riviera e che bagnata, sudata, eccitata, applaude il Duce che dopo aver mietuto all'alba il grano coi contadini del Montefeltro, inaugurato di prima mattina masserie a raffica in qualche sperduta vallata e incoraggiato sul mezzogiorno il raggiungimento di sempre nuovi traguardi demografici da Pesaro a Forlì, si dirige sull'aeroporto locale per il rituale uppuntamento di primo pomeriggio. Da li - guidando personalmente il suo aereo - decolla e vola radente, come riportano i quotidiani dell'epoca, sugli stabilimenti balneari dell'Opera Nazionale Balilla ospitati lungo il litorale da Pescara a Rimini: «salutato dalle gioiose grida dei bimbi» che il personale fin dall'alba ha fatto schierare, in divisa, per chilometri e chilometri in attesa del passaggio lassù in alto nei cieli - proprio quando il sole è più fulgido, il cielo più azzurro, la canicola più micidiale - del Duce. Un Duce di cui, in questo intermezzo vacanziero delineato da Lucarelli, si sente la voce («dalla villa, dal corridoio immerso nella penombra delle persiane chiuse, arrivò la voce lontana e un po' assonnata di Musso¬ lini»), si leggono i telegrammi imperativi (come quello che vorrebbe mettere fine all'indagine del testardo commissario: «A dirigente commissariato Rimini et tutti funzionari et guardie: complimenti vivissimi per tempestiva soluzione caso. Stop. Dimostrata efficienza perfetto stile fascista. Firmato: M.»|. Un Duce di cui si avverte l'entrata in scena, quasi sempre, per il tuono degli applausi con cui folle sterminate lo salutano. Non in spiaggia ma a quote più elevate e a saggia distanza da ogni ammassamento di folla si collocano invece le vacanze di alcuni dei principali leaders del¬ l'Italia repubblicana. Togliatti in Val d'Aosta, per esempio: «Ho bellissimi ricordi di Togliatti a Cogne • ha scritto Vittorio Foa -, la gentile e intelligente ospitalità di Nilde lotti, i pomeriggi nella baita di Orsetta Elter a Valnontey, le argute polemiche con Lisa, l'amore per la cartografia militare delle valli, le piccole ingenuità figlie dello stesso grande amore di Togliatti per le montagne valdostane, come la polemica sbagliata sullo «Specchio dei tempi» della Stampa a proposito di un rifugio all'alpe di Money, di fronte alla seraccata della Tribolazione, rifugio mai esistito». Alcide De Gasperi trascorre le vacanze a Sella Val Gardena: «Sella era il suo regno - scriverà la figlia -. Ne conosceva ogni dirupo, ogni piega, ogni corso d acqua. Andava solo nel bosco ogni mattina a immettere ossigeno nell'anima, ma nelle gite di molte ore cercava la compagnia dei giovani. Era singolare vedere salire per ripidi sentieri un uomo alto e non più giovane seguito da cinque o sei ragazzi dai dieci ai quindici anni... Sull'erta di un pendio, in mezzo a un ghiaione si fennava ad aspettarci con la schiena alla montagna, guardando con gli occhi socchiusi dal sole la valle verde». DA LEGGERE G. Morselli Divertimento 1889 Milano 1989 C. Lucarelli Indagine non autorizzata Milano 1998 V.Foa Il cavallo e la torre J orino 1991 M. Romana Catti De Gasperi De Gasperi, uomo solo Milano 1964 Togliatti in montagna. Scrive Vittorio Foa: «Ho bellissimi ricordi di Cogne, la gentile e intelligente ospitalità di Nilde lotti, i pomeriggi nella baita di Orsetta Elter a Valnontey»