Bossi: voglio 4 milioni di firme per aprire il Parlamento al Nord

Bossi: voglio 4 milioni di firme per aprire il Parlamento al Nord Primo Consiglio Federale dopo il ko alle elezioni: il movimento awierà la raccolta anche per il referendum anti-prefetti Bossi: voglio 4 milioni di firme per aprire il Parlamento al Nord iti i.i MILANO Dopo la batosta elettorale, dopo il congresso delle botte dopo le espulsioni e gli addii la Lega volta pagina non sole cambiando nome. «Aridiamo alla lotta. Una lotta decisa contro Roma ladrona», annuncia Umberto Bossi, che nel Consiglio federale riunito nel pomeriggio in via Bellerio, mette giù i piani del rilancio politico del Carroccio. «Vogliamo inondare Roma con quattro milioni di firme. Vogliamo proporre una legge per costituire un Parlamento del Nord», spiega il leader della Lega, tornato alle antiche parole d'ordine, alla contrapposizione con Roma, al «Nord che non ne può più». Come arrivare al Parlamento del Nord, sarà materia di cui dovrà occuparsi un gruppo di studio che lavorerà tutta estate, composto tra gli altri da Roberto Maroni. «Vogliamo riprodurre il modello catalano o scozzese», spiega Maroni. «Bisogna arrivare al superamento del regionalismo, con un livello intermedio che è il Nord, trovando il modo di far convivere questo Parlamento con le altre istituzioni nazionali e sovrannazionali», aggiunge ancora l'ex ministro dell'Interno del governo Berlusconi. La via perseguita per arrivare al Parlamento del Nord sarà quella del referendum, appunto quei quattro milioni di firme che Bossi spera di far cadere come una valanga su Roma. Ma a galvanizzare i dirigenti leghisti, che sognano di recuperare su quel 4,5 per cento arrivato dalle urne europee, c'è anche il successo della manifestazione di Lazzate, quella a fianco di Cesarino Monti, il sindaco della provincia di Milano sospeso dal Prefetto Roberto Sorge per quella storia del concorso padano, dell'assunzione di un'impiega ta «favorita» nelle graduatorie perché residente in zona. «Una sospensione fascista», tuona Francesco Speroni, uno dei quattro europarlamentari della Lega. «Ma dieci prefetti come Sorge e siamo a posto», guardava al risultato del corteo di martedì scorso Erminio Boso. Nell'attesa, è già pronto il referendum di iniziativa popolare per abrogarli in toto. Manca solo la data, per la raccolta di firme nei gazebo. «Siamo tornati alla Lega di lotta, a riprenderci i nostri temi. Dobbiamo rimettere in piedi il collegamento tra la base e gli elettori», guarda alle strategie future Francesco Speroni. Tanto che sul successo della manifestazione di Lazzate, a fianco del sindaco che tutti chiamano «Spartaco» per non essersi piegato al Prefetto, Umberto Bossi al Consiglio federale azzarda addirittura un paragone pugilistico. Ma c'è un altro capitolo, che ha impegnato il Consiglio federale della Lega. E' quello delle espulsioni, delle porte sbattute da chi se ne è andato, dei commissariamenti delle federazioni locali piemontesi, per¬ ché i dirigenti erano fedeli a Domenico Cornino, cacciato dal congresso di Varese. «Ci sarà qualche problema, ma le sezioni non mollano, nemmeno in Piemonte», assicura Francesco Speroni. E allora via Domenico Cornino. E via gli altri quattro parlamentari già con un piede fuori dalla porta, Roscia, Barrai, Lembo, Lorenzo, ufficialmente espulsi insieme all'ex presidente dello Provincia di Bergamo Giovanni Cappelluzzo, non rieletto per una manciata di voti al ballottaggio con il candidato del Polo. «Sulla vicenda Cornino da oggi scende il silenzio», chiude ogni discorso Umberto Bossi, mentre ripete per l'ennesima volta il discorso sui parvenu della politica che stavano dentro alla Lega, sulla sirena ammaliatrice di Berlusconi, sui contatti sotto banco che il segretario piemontese fino a domenica scorsa aveva a detta del leader del Carroccio con Franco Frattini di Forza Italia. «Mettiamo la parola fine a questa vicenda», conferma Bossi, a questo punto più interessato alla questione del Parlamento del Nord, a recuperare le origini della Lega. Anche tornando il 12 agosto a Venezia per la festa nazionale del movimento, due anni dopo la cerimonia dell'ampolla. (f.pol.l «Vogliamo riprodurre il modello catalano o quello scozzese» li segretario della Lega Nord Umberto Bossi