Applausi albanesi per Madeleine

Applausi albanesi per Madeleine Applausi albanesi per Madeleine inKosovonSasta massacri» ! PRISTINA Applausi albanesi e insulti serbi per Madeleine Albright, segretario di stato americano ih visitalampo a Pristina, capoluogo del Kosovo. Il capo della diplomazia Usa, alla vigilia della Conferenza per la ricostruzione dei Balcani che si terrà oggi a Sarajevo, davanti a migliaia di albanesi del Kosovo accorsi ad ascoltarla nella piazza centrale di Pristina, ha lanciato un appello alla tolleranza nei confronti della minoranza serba, ammonendo che altrimenti rischieranno di perdere quel sostegno della comunità internazionale che ha consentito loro di tornare alla propria terra. «La democrazia - ha detto a chiare lettere - non può essere costruita sulla vendetta e perderete il sostegno della comunità internazionale se non sarete tolleranti e se vi farete giustizia da soli. Impegniamoci perché nel Kosovo rinasca la libertà, fondata sulla tolleranza, la legge e il rispetto della vita umana». Il viaggio in Kosovo ha riservato alla Albright non solo l'approvazione albanese, ma anche le proteste serbe. La lady di ferro della politica americana è stata contestata da un gruppo di serbi durante una visita al monastero ortodosso di Grecanica, a Sud di Pristina per un incontro col vescovo ortodosso Artemije, prima di far visita alle truppe americane della Kfor di stanza nel Sud-Est del Kosovo. Una trentina di serbi radunatisi all'esterno del monastero ha accolto la delegazione americana gridando «qui siamo in Serbia» e inneggiando a «Slobo» (dal nome del presidente jugoslavo Slobodan Milosevic). Alcuni hanno anche sputato verso il convoglio. Anche la reazione di Belgrado non si è fatta attendere: secondo la televisione di stato la Albright è andata in Kosovo ali indomani dei funerali dei 14 contadini serbi per sostenere i «terroristi albanesi» e Hashim Thaci, leader dell'Uck. «La sua visita - ha sostenuto l'emittente - è anche di appoggio ai collaboratori di Momcdo Trajkosvic, leader dei serbi kosovari e del movimento di opposizione critico del regime serbo e Zoran Djindjic, leader del partito democratico di opposizione in Serbia». Le critiche jugoslave non hanno rovinato la visita-lampo del segretario di Stato che ha verificato di persona l'andamento della ricostruzione nella regione serba a maggioranza albanese, dopo la lunga repressione attuata dalle truppe di Belgrado e la guerra aerea scatenata dalla Nato. «Chiaramente si vorrebbe che le cose procedessero con maggiore velocità», aveva sottolineato prima di partire; aveva peraltro evato di criticare apertamente l'amministrazione civile sotto l'egida Onu per la lentezza delle operazioni, già denunciata da più parti. Nel complesso, aveva invece puntualizzato, le stime preliminari dimostrerebbero che i danni inferri alla regione «sono inferiori ai timori originari». La Albright dovrebbe anche sorvolare alcune delle zone dove sono state rilevate tracce delle atrocità commesse durante l'offensiva serba. Non appena arrivata, per prima cosa, Madeleine Albright si è recata al quartier generale della Kfor per incontrarne il comandante in capo, il generale britannico Michael Jackson, e Bernard Kouchner, l'ex ministro della Sanità francese che dirige la Unmik, l'amministrazione civile delle Nazioni Unite, per un resoconto sommario della situazione. «Sono molto soddisfatta della presa di contatto che ho avuto con loro - ha dichiarato -. Questa è una missione estremamente difficile ma sta progredendo molto be¬ ne. Il signor Kouchner deve essere sostenuto dalla comunità internazionale». A Pristina, gli albanesi non si sono stancati di acclamare la signora di Washington agitando bandierine albanesi, americane e britanniche e chiamandola affettuosamente «Nona», cioè «madre». La Albright ha risposto affermando che «fin quando sarete voi a sceglierlo, il Kosovo rimarrà casa vostra». E ha aggiunto: «Avete avuto una esperienza terribile nel corso dell'anno passalo... Molto si è perso per sempre e non si potrà recuperare. Ma io spero che oggi in Kosovo noi possiamo affermare che mai più arriverà nelle vostre case qualcuno armato, di notte, mai più saranno bruciate abitazioni e villaggi, e mai più ci saranno massacri e fosse comuni», ha aggiunto. La gente ha commentato con un boato di plauso quando ha detto che Slobodan Milosevic «dovrà rispondere dei suoi crimini», accusato dal Tribunale penale internazionale dell'Aia, le. st] La tv serba critica il viaggio del segretario di Stato Usa «Appoggia i terroristi e l'Uck» n