«Una piccola dieta per Berlusconi» di Roberto Ippolito

«Una piccola dieta per Berlusconi» IL MINISTRO PER LE TELECOMUNICAZIONI «IL GOVERNO NON HA ALCUN INTENTO PUNITIVO* «Una piccola dieta per Berlusconi» Cardinale: Usuo peso nei mass media è eccessivo intervista Roberto Ippolito ROMA Sempre lui. Il problema è Silvio Berlusconi, leader dell'opposizione di centrodestra e signore delle tv con la Mediaset. Il ministro delle Comunicazioni Salvatore Cardinale ha rilasciato la concessione per andare in onda in tutta Italia solo a due reti berlusconiane (Canale 5 e Italia 1) dando un'autorizzazione provvisoria a Rete 4 che lascerà l'etere e trasmetterà via satelliti!. li ieri, come proposto da Cardinale, il governo ha varato il maxiemendamento al disegno 1138 sul sistema radiotelevisivo: il testo (che il parlamento deve approvare) fissa nuovi limiti alla pubblicità, più restrittivi per la Mediaset. Ministro Cardinale, il governo penalizza Berlusconi? «Il governo non vuole far restare a digiuno Berlusconi. Caso mai ò più corretto parlare di una piccola dieta». Con meno pubblicità Berlusconi perdo centinaia di miliardi di fatturato? «Anche Berlusconi sa che il suo peso nel mondo della comunicazione è eccessivo. La necessità di regole antitrust non l'abbiamo inventata in Italia. E se si riduce il numero degli spot, si può elevare il loro prezzo». Insomma il governo vuole ridimensionare Berlusconi? «Obiettivo del maxiemendamento e ridimensionare in misura limitala la raccolta pubblicitaria delle sue tre reti così massiccia da mettere in difficoltà giornali, radio e tv locali che quindi saranno i veri beneficiari del disegno di legge. Del resto non si preoccupa solo il governo. L'Autorità delle comunicazioni ha aperto un'indagine sulla Mediaset per verificare se ci sia una sua posizione dominante illegittima». Attaccate Berlusconi dopo i suoi successi elettorali? «No. Il problema della grossa concentrazione editoriale di cui godi; Berlusconi, che ò anche un leader politico, e storia antica». E D'Alema ha riproposto il conflitto d'interessi fra attività politica e economica. «Anche questo, purtroppo, è un problema antico. E non è più opportuno rilardare l'individuazione di soluzioni adeguate. Il presidente del consiglio Massimo D'Alema ha fatto bene a chiedersi se, come lui, anche Berlusconi alla guida di un ipotetico governo avrebbe potuto assegnare la quarta licenza dei telefonini alla cordata Blutel di cui il suo gruppo hà il 10%». Come sarà affrontato il conflitto d'interessi? «Si stanno studiando le misure più adatte che, lo garantisco, saranno molto equilibrate come quelle per il 1138. Dobbiamo evitare che abbia più visibilità in campagna elettorale chi ha più soldi. Attraverso la tv si entra nelle case dei cittadini. E' necessario un rapporto bilanciato tra tutte le forze in campo: non ci possono essera discriminazioni economiche per l'accesso in tv». Niente spot del partiti un mese prima delle elezioni? «E' una soluzione possibile. Oppu- re si può prevedere un'equa ripartizione degli spot tenendo conto della consistenza di ogni gruppo. La legge sul finanziamento dei partiti può assicurare l'accesso in tv alle diverse forze in lizza». Ha incontrato Fedele Confalonieri, presidente Mediaset: come lo ha trovato? «Non era molto allegro». Perché? «Confalonieri fa bene la propria parte. Ma si scontra con altri che fanno bene la propria parte, convinti che penalizzando i maggiori gnippi tv, si dà più spazio alla carta stampata e alle radio e televisioni locali». Confalonieri lamenta centinaia e centinaia di miliardi di pubblicità in meno? «Esagera. Anche alla Rai il maxiemcndamento costa qualcosa». Cosa chiede Confalonieri? «Chiede maggiore equilibrio partendo dal presupposto che la Mediaset è la più penalizzata. Ma se qualcuno perde pubblicità, altri ottengono risorse. 11 maxiemendamento limita le (Concentrazione creando opportunità per diversi operatori». Cosa è accaduto per le concessioni tv? «E' un passaggio importante: ri stabilizza il sistema radiotelevisi¬ vo fino al 2006, cioè fino all'avvento del digitale, il nuovo sistema di trasmissione. I sette operatori che hanno ottenuto la concessione possono agire in piena serenità e programmare gli investimenti». E l'esclusione di Rotei7 «Rete 4 non è penalizzata, continua a trasmettere senza problemi. Ma, come prevede la legge, passerà dall'etere al satellite. Accadrà quando l'Autorità delle comunicazioni constaterà che esiste un congruo numero di parabole per ricevere il segnale». Può indicare una data? «Io credo che non se ne parli prima della fine del 2001». Ma qual è il numero congruo di parabole? «Una quantità sufficiente a raggiungere il 10% dei cittadini. Questo secondo me è il minimo. Appena Rete 4 passa al satellite, Raitre resta senza pubblicità, alimentata solo dal canone». Berlusconi contesterà il 10% «Questa cifra l'immagino io, pc&~J Berlusconi deciderà cosa fare. Ma il numero esatto di parabole ritenuto congruo sarà indicato dall'Au thority». «Confalonieri esagera nel lamentarsi Anche perla Rai ci saranno dei costi» «La necessità di regole antitrust non è stata inventata in Italia» Il ministro delle Telecomunicazioni Salvatore Cardinale. A destra Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri

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