Sul Dpeff la maggioranza all'attacco di Stefano Lepri

Sul Dpeff la maggioranza all'attacco Il Senato dà via libera al documento: «Con i Paesi dell'euro rivedere il patto di stabilità» Sul Dpeff la maggioranza all'attacco «Irappiù salata, sgravi fiscali alle famiglie deboli» Stefano Lepri ROMA Giuliano Amato fiuta pericolo di paralisi: «L'unica ragione per cui sono qui è di praticare riformismo. Il giorno che mi accorgessi che ciò non è possibile cercherei di farlo in altro modo». Appare spazientito, inquieto, il ministro del Tesoro, nel discorso in Senato al termine del dibattito sul Dpef (il documento economico di programma): indisciplina della maggioranza e pressioni di disparati gruppi di interesse, sommandosi, potrebbero in autunno impedire ogni innovazione, mentre occorre essere all'altezza di «una stagione di riforme come quelle che negli Anni 30 dettero vita all'economia mista e che hanno retto per 50 anni». Riforme liberali con l'impronta di equità della sinistra sono quelle che Amato - smentendo di essere un «tecnocrate» al di fuori degli schieramenti politici propone alle forze della maggioranza. Che cosa in concreto voglia mettere in autunno dentro la legge finanziaria non lo rivela «in modo che la stampa si adoperi a trovare altre notizie per riempire i giornali d'agosto»; ma è chiaro che in molti punti non gli piace (come non piace al collega delle Finanze Vincenzo Visco) la risoluzione con cui la maggioranza ha approvato il Dpef ieri al Senato e si avvia ad approvarlo oggi alla Camera. Un testo pieno di minuzie messe lì per compiacere questo e quello, forse. Inaspettatamente, il ministro del Tesoro rilancia anche sulle pensioni. Il documento della maggioranza, con una formula di compromesso, cerca di non dispiacere né a Massimo D'Alema né a Sergio Cofferati, proponendo «un nuovo capitolo del patto sociale» da realizzare «con il metodo della concertazione». Amato invece torna a sostenere che esistono delle ragioni di equità, in altre parole delle ragioni di sinistra, per intervenire sul sistema previdenziale: «Il nostro Welfare così com'è finanzia intollerabili iniquità e al tempo stesso lascia fuori da ogni copertura altrettante intollerabili situazioni». Di esempi il ministro del Tesoro non ne ha fatti; tuttavia nessuno degli ascoltatori dubita che intendesse contrapporre le pensioni ai cinquantenni alla «impotenza di fronte alle nuove povertà». Ma non sono certo solo gli interessi rappresentati dai sindacati a rendere difficili le riforme, nella visione di Amato. Tutt'altro: ci sono le «corporazioni» sostenute dalla destra ma capaci di influire anche sul centro-sinistra, che ostacolano la riforma degli.ordini professionali; gli enti locali, che difendono i servizi pubblici locali dalla liberalizzazione; ci sono le Ferrovie, che «o cambiano o vanno ai museo». Anche per la riforma degli Ordini professionali, la risoluzione di maggioranza invita a «concertare» con le categorie. Amato contrattacca: «Vi sono attività che non hanno nessuna ragione di essere organizzate in un Ordine. Le uniche in cui ha senso avere Ordini sono quelle che richiedono una determinata preparazione, come la medica e la forense». Occorre aprire l'ingresso ai giovani e permettere una concorrenza sulle tariffe: se questa, come è stata definita da qualcuno, è una «aggressione selvaggia» agli Ordini, «sono pronto a tornare qui con il perizoma, anche se non sarà un bello spettacolo». Ignorando questa polemica contro la destra esponenti del Polo, come il capogruppo al Senato Enrico La Loggia, hanno lodato Amato perché «vorrebbe fare di più e la maggioranza non glielo permette». Nella risoluzione di maggioranza c'è anche un altro passo che potrebbe essere imbarazzante per il ministro del Tesoro di fronte ai colleghi degli altri Paesi e alla Banca centrale, pur se lui non l'ha menzionato: quello che chiede al governo di proporre in sede europea «una interpreta¬ zione evolutiva del patto di stabilità» per l'euro, che «valorizzi le componenti della spesa pubblica più favorevoli alla crescita». Nella parte sul fisco, la risoluzione chiede in alternativa o la proroga degli sgravi alle ristrutturazioni edilizie o l'abbassamento al 10% dell'Iva sul settore. Visco conferma di essere favorevole a quest'ultima misura ma non è sicuro che il sì da Bruxelles arrivi, «perché Francia e Italia insistono, ma altri sono contrari». COME CAMBIA LA MANOVRA STATO SOCIALE OCCUPAZIONE STATO SOCIALE, OCCUPAZIONE, SGRAVI ALLE FAMIGLIE STATO SOCIALE Il Governo deve riaprire il confronto con le parti sociali 'per scrivere un nuovo capitolo del Patto di Natale" con l'obiettivo di realizzare "con il metodo della concertazione" una riforma dello Stato sociale che lo renda capace di governare la flessibilità che lo stesso Dpef propone di introdurre nei mercati. FISCO La maggioranza chiede al governo di "accelerare" la riduzione della pressione fiscale già prevista e di rafforzare la lotta all'evasione e all'elusione fiscale. In particolare viene chiesto di razionalizzare i'Irap senza aumentare la pressione fiscale, di valutare la possibilità di prorogare al 2000 lo sconto Irpef del 41% sulle ristrutturazioni edilizie coordinandolo con l'eventuale riduzione Iva al 10% sempre sui lavori di ristrutturazione edilizia. Viene poi chiesto di rafforzare le misure previste dal patto di Natale e dal Dpef relative alla riduzione di un punto dell'aliquota Irpef al 27% soprattutto per le famiglie con un reddito fino a 60 milioni e tenendo conto della composizione del nucleo familiare. >■ . ititi MERCATI Vanno superate tutte le ingiustificate situazioni di chiusura monopolistica ed oligopolistica dei mercati: in tale ambito la maggioranza sottolinea la necessità di avviare la privatizzazione dell'Enel "nel pieno rispetto degli indirizzi parlamentari", e invita il governo ad esercitare la delega per la liberalizzazione del gas in tempi rapidi. OCCUPAZIONE La maggioranza chiede un Impegno per realizzare una crescita del Pil in linea con gli altri Paesi europei e la realizzazione di almeno 200.000 nuovi posti di lavoro ogni anno nel prossimo triennio. MEZZOGIORNO La crescita del Sud deve diventare "un obiettivo centrale" della politica economica del governo. Viene In particolare proposto di proseguire la politica di riduzione del costo del lavoro chiedendo alla Ue di poter attuare un prelievo fiscale più basso sulle imprese del Sud. Chiesta anche la proroga degli sconti sulle case e la riduzione dell'Iva per l'edilizia Visco. Al centro. Amato

Persone citate: Enrico La Loggia, Giuliano Amato, Massimo D'alema, Sergio Cofferati, Vincenzo Visco, Visco

Luoghi citati: Bruxelles, Francia, Italia, Roma