Si ai carabinieri anti-roghi e alle pene più severe
Si ai carabinieri anti-roghi e alle pene più severe Nuovalegge sugli incendi Si ai carabinieri anti-roghi e alle pene più severe ROMA La commissione Ambiente del Senato ha approvato ieri pomeriggio in sede deliberante la legge a^iadro sugli incendi boschivi. L'iter del provvedimento che riunisce sette disegni di legge (580, 988, 1182, 1874, 3756, 3762, 3787) è durato complessivamente cinque mesi e mezzo. Ora è attesa al percorso in Camera dei deputati. I Vigili del fuoco, il Corpo forestale e la flotta aerea antincendio erano già stati potenziati di recente attraverso la legge sugli interventi di protezione civile approvata il 13 luglio (125 miliardi assegnati). Il nuovo provvedimento istituisce un nucleo investigativo dei Carabinieri specializzato sugli incendi boschivi al fine di individuare con attività organizzata e sistematica di intelligence gli interessi criminosi alla base di una pluriennale azione dolosa che colpisce e ha colpito molte aree protette nel nostro Paese, in particolare Sardegna, Calabria, Sicilia, Liguria, Campania. La nuova legge vieta inoltre, nelle aree che hanno subito incendio, il cambio di destinazione (dieci anni), il pascolo, la caccia e l'insediamento di infrastrutture civili o produttive (cinque anni), il rimboschimento se realizzato con risorse pubbliche (tre anni). «Questa legge fa davvero prevenzione - è il commento di Fausto GiovaneUi, presidente della commissione Ambiente del Senato vuole incidere sulla natura criminale degli incendi boschivi, colpire gli incendiari e gli interessi che li spingono. Tenta insomma di spezzare gli interessi di ecomafia che sottendono alla pratica degli incendi boschivi. La considero una buona legge, alla quale anche l'opposizione ha dato un contributo importante». Le nuove nonne erano state contestate dalla Forestale con queste motivazioni: «riconducendo tutti gli incendi boschivi nelle attività di Protezione Civile questo testo rischia di stravolgere u concetto stesso di prevenzione». E' quanto sosteneva in una nota il direttore dèi Corpo Giuseppe Di Croce. «Il 90% dei fuochi che oggi non interessano la Protezione civile in quanto soffocati sul nascere, rischiano con questa proposta di diventare tutti incendi da trattare con mezzi aerei che invece sono l'ultimo dispositivo da impiegare contro gli incendi». Inoltre spiegava ancora Di Croce: «l'attuale sistema di Pc, non disponendo di una presenza capillare sul territorio non è in grado di intervenire per impedire che il fuoco si allarghi. Non solo, secondo il responsabile del Cfs è necessario che l'autorità responsabile dello spegnimento aereo sia in grado di valutare «anche sotto il profilo naturalistico l'ordine di priorità degli interventi. E queste valutazioni sono possibili solo attraverso l'apporto professionale del Cfs». «Rafforzare le pene va bene ma la sola repressione non basta: una vera politica anti-incendio, che superi la logica dell'emergenza, deve partire da una corretta manutenzione del bosco. Occorre - concludeva il capo del Cfs- ridare vigore, anche economico, al bosco rafforzandone i poteri difensivi naturali contro le fiamme». [r. cri.)
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