«D'Alema e Berlusconi snobbano i referendum»

«D'Alema e Berlusconi snobbano i referendum» Prolungata a «tre giorni» la raccolta delle firme: «Devono essere 400 mila entro domani» «D'Alema e Berlusconi snobbano i referendum» La Bonino: contro di noi il boicottaggio dei poteriforti Maria Teresa Meli ROMA Cofferati? Assente. Berlusconi? Assento. D'Alema? Assente. Benché invitati, il leader della Cgil, il capo del Polo e il premier non prenderanno parte al congresso radicalo che si apre sabato a Roma. A farli optare per la «latitanza» è l'iniziativa dio Marco l'annoila e Emma Bonino stanno conducendo in queste ore, ovvero i «referendum days», la tre giorni di raccolta delle firmo per i venti quesiti referendari da loro presentati. Quesiti che, a quanto paro, spaventano i sindacati, tant'è vero che sia Cofferati che Sergio D'Antoni li attaccano duramente. «Sono contro i lavoratori. Siamo alla barbarie», è l'accusa del segretario della Cisl, mentre quello della Cgil si spinge più in là, e lancia un avvertimento alla Confindustria: «Alcuni suoi settori afferma - sostengono dei referendum che dovrebbero abrogare il merito di accordi fatti con noi, ma se un'intesa viene cancellata da uno dei sottoscrittori c'è una lesione della qualità dei rapporti». Dunque, i sindacati sono in rivolta per quei quesiti che li riguardano. «E' naturale - dice Pannella - che i primi a reagire contro i referendum siano coloro che agiscono contro i lavoratori». Ovvio, perciò, che Cofferati abbia deciso di rifiutare l'invito. Un po' meno ovvio che abbiano scelto la stessa strada D'Alema e Berlusconi. Il primo ha cambiato idea dopo un «pressing» della Cgil: la sua presenza, tanto più che il Cavaliere aveva già annunciato nel pomeriggio di ieri che non sarebbe intervenuto al Congresso radicale, sarebbe stata interpretata come un'apertura alle istanze dei referendari. Meglio, molto meglio soprassedere. E una ragione per non partecipare a quelle assise l'ha pure il leader di Forza Italia, il quale punta a fare del centro destra uno schieramento moderato. Sembra quindi ripetersi lo schema del referendum elettorale, che vide D'Alema e Berlusconi uniti nel prendere le distanze (sebbene in quell'occasione non lo poterono fare formalmente) dall'iniziativa. Si capisce allora perché Pannella insista tanto nel dire che i «suoi» quesiti «fanno paura» perché potrebbero «sconvolgere equilibri consolidati», nei rapporti sindacali e in quelli tra la maggioranza e l'opposizione. I radicali, però, non si perdono d'animo. Sono abituati a fare da soli, senza i partiti. Per la tre giorni sui referendum hanno organizzato in tutta Italia 550 banchetti in cui si raccolgono le firme. L'obiettivo è quello di arrivare a domani con almeno 4O0.U00 sottoscrizioni. Tante, anche se la meta dei 12 milioni di firme per i 20 quesiti entro fine settembre è molto ambiziosa. Ma pare che Pannella non abbia altro in testa e sia intenzionato a provarle tutte per riuscire ad arrivare al traguardo. Al quartier generale del partito radicale un centinaio di persone lavorano a pieno ritmo per controllare come sta andando la campagna. Con loro c'è Emma Bonino, iper-attiva, che si sta scontrando contro il muro di gomma della burocrazia e l'ostruzioni¬ smo delle segreterie comunali alle quali, il 22 luglio, il ministro dell'Interno ha inviato una circolare in cui ha attribuito a tutte le figure titolari la possibilità di autenticare le firme dei cittadini, anche dei non residenti. Ma quella direttiva, a quanto pare, è rimasta lettera morta. «Stiamo monitorando direttamente 700 Comuni - spiega Bonino - e almeno in 200 sono sorti dei problemi. Per citare un esempio: a Nocera Superiore ci è stato risposto che la circolare non è una legge e che loro si attengono alla legge». Ma sono sorte anche grane di altro tipo: «A Lecce - continua l'esponente radicalo - sostengono di non aver mai ricevuto i moduli per la raccolta delle firme, quando noi invece abbiamo la bolletta della consegna. Insomma, o è in corso un vero e proprio boicottag¬ gio dei poteri forti oppure le ammnistrazioni non vogliono o non possono applicare le leggi dello Stato. Comunque noi denunceremo ad uno ad uno tutti i responsabili». E intanto sia Pannella che Bonino chiamano in causa il ministro dell'Interno Jervolino, e le chiedono di intervenire per chiarire i termini della sua circolare. Ma ai tavoli radicali ci sono code di gente che vuole firmare. E questo rende ottimista Pannella, che risponde a D'Alema, il quale aveva definito «logoro» lo strumento referendario. «Logori saranno loro», tuona il leaderradicale. E intanto il presidente dell'Unione delle camere penali, Giuseppe Frigo, annuncia già che pure gli avvocati avranno il loro «referendum day», il 15 settembre, per i quesiti che riguardano la giustizia.

Luoghi citati: Italia, Lecce, Nocera Superiore, Roma