Juve, torna Inzaghi contro la paura di Marco Ansaldo

Juve, torna Inzaghi contro la paura Juve, torna Inzaghi contro la paura Intertoto: a Rostov riecco SuperPippo ma più dei russi preoccupano i virus Marco Ansaldo inviato a ROSTOV Come se non bastassero gli allarmi virali, le ultime voci del mercato che non si spegne accompagnano la Juve nella seconda trasferta di cui avrebbe fatto volentieri a meno. Sarà vere, come ripete Moggi, che lui è andato a prendere un caffè con un amico (Cragnotti) tuttavia è curioso che in questi tempi di Tir in rivolta e Aquile selvagge ci sia chi parte per Roma per andare al bar: qualcosa, con la Lazio, s'è fatto e non c'è soltanto il sospetto a rimestare le idee fuori e dentro la squadra. Immaginate lo stato d'animo di chi, appena arrivato, sente che alla compagnia si potrebbe aggiungere Nedved, uno che intasca cinque miliardi all'anno e come lo tieni in panchina? E Inzaghi, fulminato, quando ormai pensava che fosse finita, dalla notizia di una stagione da passare preparando la cuccia ad Anelka. La Trimurti Bettega-Giraudo- Moggi smentisce con forza e con ironia, sbattendo sulla faccia dell'interlocutore le centoumnila ragioni per cui quelle trattative non avrebbero un fondamento tecnico né commerciale. Ma quel caffè di Moggi rende nervoso soprattutto chi deve giocare. Inzaghi, poi, soffre di un complesso claustrofobico, ingabbiato com'è dalle domande che riguardano lui e Del Piero, lui e Vieri, lui e Kovacevic, però mai e solamente lui. «Non fate che chiedermi quanto mi manca Alex: ci siamo forse fidanzati?» sbotta alla partenza per Rostov, dove giocherà la prima partita ufficiale della stagione. Il fatto è che un attaccante come Inzaghi non lo si vede mai da solo ma in funzione di chi gli gioca accanto. Oggi tocca a Kovacevic, il 4 agosto, nel ritomo con i russi, a Del Piero («per uno spezzone di partita», ha detto Ancelotti). Comincia per Superpippo una stagione strana. A Torino ha segnato moltissimo il primo anno, un po' meno in quello che è passa¬ to, tra la pubalgia e le tempeste juventine che non potevano lasciarlo insensibile: ma nella partita più disgraziata, la semifinale con il Manchester, lui il segno l'aveva apposto, e ben marcato. E' un grande uomo gol che viaggia sempre senza credito. Anche adesso. Perché, in teoria, chi possiede Inzaghi non dovrebbe neppure porsi la domanda se sia il caso di comprare Anelka. Riparte da Rostov, contro avversari di cui si apprende a stento che hanno 17 giornate di campionato nelle gambe, viaggiano a metà classifica, hanno un buon centravanti, Matveev, e giocano una specie di 4-4-2. Ancelotti, che li ha visti in un breve filmato, non ne sa molto di più. «Comincio - dice Inzaghi - senza fretta: voglio allenarmi bene, non come la scorsa estate, di ritomo dal Mondiale. Sono di nuovo quello che arrivò alla Juve e spero che le conseguenze siano le stesse. Se, con Del Piero, azzecchiamo un'altra stagione da 60 gol voglio vedere come rispondono le altre». Cade anche lui nella citazione di Del Piero. Inevitabile. «E' normale pensarci insieme. Ma io non so quando lui potrà tornare in campo, né come giocherà. Tra noi se ne può chiacchierare, la parola più vera la dice il campo. Sono sensazioni che solo Alex può percepire. Io devo già pensare a me stesso. Sono arrivato in ritiro, dopo un giorno ho fatto la prima partita e ho capito che dovevo fermarmi perché rischiavo i muscoli: ecco perché ricompaio adesso. Non ci sono misteri. Però non voglio rischiare, quello che conta è il campionato». Dice, Inzaghi, che a Rostov si dovrà vincere con U cervello, svicola sull'intesa con Kovacevic, il suo partner del momento, che Ancelotti descrive come «una punta molto altruista, non un semplice ariete alla Kenneth Andersson. Inzaghi potrà guadagnare parecchio dal lavoro che Kovacevic fa fuori dall'area». «Io lo conosco poco - puntualizza Superpippo -, Ha la stazza di Vieri ma possiede caratteristiche proprie, perciò non stiamo a fare paragoni. E' un giocatore importante che completa la varietà del nostro attacco». E se le soffiasse il posto? «Vedremo, con calma. Io leggo che, quando la Juve non segna, come a Cesena, Ancelotti dice che con rne sarà più facile trovare il gol. Mi sembra un bell'attestato di stima». Botistuta, Vieri e Simone, suo fratello che gioca nella Lazio, saranno, secondo lui, i tre cannonieri dell'annata: juventini esclusi, naturalmente, perché sarebbe poco elegante parlare di sé. A Rostov la Juve ripropone Davids nel molo di Zidane e Monterò toma in difesa. «Conta solo passare il turno», ripete Ancelotti. Ma conta anche tornare sani, con le notizie di morti nel Sud della Russia per il virus Crimea-Congo propagato da acari e animali infetti. Sono state prese tutte le precauzioni possibili: guai a scherzare con le zecche. E sui caffè. Rostov Juvenilis [4-4-2] [3-5-2] 1 KOUTEPOV VAN DER SAR 1 2 KOUPRIIANOV MIRKOVIC 3 3 K0L0T0VKNE FERRARA 2 5 DIADIOUK MONTERO 4 6 KHANKEEV ZAMBROTTA 23 25 KOMAROV OUSEH S 8 BESSERMERTNYl DAVIDS 26 12 MATSIHURA COMTE 8 21 DUYUN BACHINI 14 9 MATVEEV INZAGH1 9 11 KRITCHENKO KOVACEVIC 18 Arbltro: DAUDEN BANETS (SPA) 16 VLADIMIROV RAMPULLA 12 15 BAKHTINE TUDOR 28 17 DATDEEV IULIAN0 13 26 ROGOTCHl BIRINDELU 15 24 SUUSAR PESSOTTO 7 18 YESSYP AMORUSO 16 23 SANKO RIGONI 27 AM.: ANDREEV AH.: ANCEL0TT1 Moggi: «Nicolas non ci interessa, però non vogliamo neppure rinforzare una rivale» Henry, trattativa aperta

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