Anelka, il giallo si riapre L'Arsenal: ce lo teniamo

Anelka, il giallo si riapre L'Arsenal: ce lo teniamo A sorpresa il club inglese ritira dal mercato l'attaccante, ma il fratello del campione rivela: «Non giocherà più a Londra» Anelka, il giallo si riapre L'Arsenal: ce lo teniamo Giancarlo Laurenzi ROMA Non era l'ultima pagina, dell'Anell-.iade. L'accordo tra Juventus e Lazio per acquistare il giocatore in comproprietà, lasciarlo a Roma due anni prima di portarlo a Torino, 65 miliardi in tutto all'Arsenal, Henry al club inglese dove avrebbe raggiunto Wenger, il suo tecnico preferito. Sono diventati coriandoli, in una mattina di fine luglio. Di certo c'è solo che le azioni della Lazio, ieri, sono salite fino al 7% e hanno chiuso a +5. E che la Juve, con un comunicato ufficiale, ha smentito di aver acquistato (per cederlo alla Lazio e riprenderselo dopo 2 anni) Anelka dall'Arsenal. Il quale Arsenal, per non essere I da meno, a mezzogiorno in punto ha ritirato l'attaccante francese dal mercato: si presenti agli allenamenti con urgenza, visto che la Premiership sta per cominciare (7 agosto). Insomma: Anelka resta dov'era, cioè a Londra. Per ora. Si parte dalle poche certezze per arrivare nel cuore del caos organizzato, un viaggio tra dubbi e bugie, dopo l'ennesimo ribaltone di una delle più intricate, caotiche, sfuggenti, alla fine stucchevoli vicende legate alla campagna trasferimenti di giocatori di calcio. La Lazio, pare oramai evidente, è quella che rischia di rimetterci di più e che ha interesse a scrivere la parola fine con l'inchiostro simpatico. Probabilmente perché Eriksson - dopo aver avallato la cessione di Vieri con un discutibile silenzio-assenso dall'atollo di Bora Bora - ha capito di non aver un solo attaccante capace di garantirgli tanti gol. Gli manca uno alla Vieri, per intenderci. Nella sua testa vichinga, non prendere Anelka - che ha segnato 27 reti nelle due stagioni inglesi, Coppe nazionali ed europee comprese - significa restare con una gamba di legno, nonostante Cragnotti si ostini, suo malgrado, a dichiarare chiuso il mercato '99, Per questo, soprattutto per questo, il comunicato con cui la Lazio, ieri pomeriggio, ha voluto allinearsi alla Juventus (e pure all'Arsenal) per smentire la conclusione - positiva - dell'affare (e tacitare la Consob, che non ha gradito l'intera operazione), ha lasciato invece aperto più di uno spiraglio. E' questo il motivo che costringerebbe la Lazio ad accettare il giocatore in affitto (o comproprietà) per due anni: il disperato bisogno di un bomber. Subito. La parte che conta del comunicato biancoceleste dice: «La Lazio smentisce che a tutt'oggi la trattativa con l'Arsenal sulla possibile cessione del giocatore si sia in qualche modo conclusa, sia in maniera diretta che indiretta». Inutile dire che la chiave di lettura è proprio «a tutt'oggi». La Lazio, per bocca dello stesso Cragnotti, cerca di abbassare la temperatura, di raffreddare gli animi. Facendo passare due-tre giorni, prima di riaprire il fuoco. Claude Anelka, fratello del giocatore, ha ribadito: «Sono molto deluso per la piega che ha preso la trattativa. L'Arse nel rivuole Nicolas? Credo sia mol to difficile che lui possa tornare a Londra, che possa giocare ad Highbury dopo quello che ha detto sulla società e i compagni». Per ora Anelka resta a Parigi e prosegue ad allenarsi tra i parchi e le palestre di Saint-Germain e a mandare certificati medici al club di appartenenza virtuale per giù stificare l'assenza. E la storia della comproprietà tra Juve e Lazio finisce in soffitta. Moggi lo ripete al l'infinito: «Non mi avete creduto quando vi dicevo che non abbiamo trattato Anelka, che non ci è mai interessato. Quando l'Arsenal ci ha chiesto Henry era normale che cercassimo pure di non rinforzare una diretta concorrente. Nel calcio sono cose all'ordine del giorno, non sono scorrettezze ma realtà. Lunedì sono andato da Cragnotti perché dovevo chiarire la storia del medico (Tencone, ndr). Henry? Se l'Arsenal lo vuole deve pagare, per ora resta con noi e se Ancelotti vuole può farlo giocare a Rostov». Però: se la trattativa si è bloccata quando tutto sembrava ok, adesso potrebbe riaprirsi quando tutto sembra ko. Esiste un problema legato ai procuratori, scavalcati dal patto del Majestic tra MoggiCragnotti, e senza i 9 miliardi e mezzo di commissioni previsti dal vecchio accordo con là Lazio. E' possibile, cioè, che una volta rimasti con un palmo di naso, Roger, Larios e simili abbiano tirato il freno a mano e messo la retromarcia all'operazione. Oppure la Juven- tus - che da destra o da sinistra nella vicenda è entrata, eccome - chieda qualcosa alla Lazio che la Lazio non vuole mollare. Non Ne- dved o Salas, ma Negro, il difenso- re tanto gradito da Ancelotti e dal- la configurazione tattica bianco- nera. Si ritoma al punto di prima. Il problema è proprio 11: qua! è il punto di prima? Le azioni della Lazio volano in Borsa (più 7%) e la società prende tempo: «A tutt'oggi nulla è stato concluso» Eriksson insiste per avere il francese Moggi: «Nicolas non ci interessa, però non vogliamo neppure rinforzare una rivale» Henry, trattativa aperta Anelka (a fianco) non ha raggiunto l'accordo economico con la Lazio La juve vorrebbe Negro (in atto) da Cragnotti Il portiere Van Der Sar (sopra) ha recuperato e gioca in Russia