Musera lancia la «merchant bank» di Valeria Sacchi

Musera lancia la «merchant bank» Oggi in assemblea il distacco del settore immobiliare da 1300 miliardi Musera lancia la «merchant bank» S. Paolo-Imi apre a nuovi partner intervista Valeria Sacchi MILANO La fusione tra Imi e San Paolo si è conclusa in tempi più rapidi di quanto previsto nel piano industriale. C'è ancora da fare, ma i disegni di fondo sono stati impostati e portati a compimenti. E' contento l'amministratore delegato di Sanpaolo-Imi, Rainer Masera, che ha appena esaminato i dati semestrali e oggi chiederà all'assemblea degli azionisti di approvare uno spin-off da 1.300 miliardi degli immobili del gruppo, «soprattutto quelli che non rientrano negli immobili strumentali della banca». E spiegerà il progetto della nuova merchant bank. La quale, intorno alla Nuova Holding Sanpaolo, raggrupperà le attività di merchant banking di Sanpaolo-Imi e Nhs avrà un azionariato «aperto a apporti esterni». Dottor Masera, che significa apporti esterni? «Significa che il controllo sarà nelle mani di Sanpaolo-Imi, ma il capitale sarà aperto ad altri investitori, come banche radicate nel territorio italiane o estere. Ma non solo banche, anche gruppi industriali». Ad esempio finanziarie come la Edizioni Holding dei Benetton? «Ad esempio. Ma penso anche a industriali dell'Emilia-Romagna. Nella merchant bank apporteremo le partecipazioni non strategiche, quelle strategiche come Ina resteranno in Sanpaolo-Imi. Certo è una attività rischiosa e in qualche modo contradditoria, perché in un mercato finanziario efficiente i grandi regolatori sono i fondi e il mercato stesso. Ma in Italia ci sono le privatizzazioni. E comunque la nostra ambizione è di avere in Nhs solo partecipazioni non stabili da dismettere nel tempo. A questo fine creeremo un fondo chiuso di diritto olandese». Un modo per non far morire il patrimonio di conoscenze dell'Imi? «Diciamo per salvaguardare il grande plus di Imi, che nel merchant banking ha certamente maggiore esperienza». Oggi siete quindi pronti per nuovi progetti... «Sì, anche se non vuol dire che lo si debba fare per forza. Internamente c'è ancora lavoro da fare. Siamo a buon punto sulle questioni relative al personale, ma abbiamo ancora da lavorare sui costi di servizi e sui costi amministrativi per portarci a livello dei migliori concorrenti». Che sarebbero? «In Italia Comit e Credito italiano. Abbiamo invece già ridefinito i parametri nuovi per l'attività di "large corporate" nella quale siamo il primo operatore, fissando metodologie che escludono operazioni con una reddittività corretta per il rischio inferiore al 10%, e che verranno in seguito applicati anche alla piccola e media impresa. Abbiamo quindi rallentato le erogazioni, e per questo la nostra quota di mercato nei crediti è scesa del 10%. Ma era un pausa necessaria, che ci ha consentito di abbattere le sofferenze». Per le sofferenze ricorrerete alla securitisation? «Oggi possiamo pensare a operazioni di questo tipo perché possiamo farle ai valori scritti nei libri, senza perdite. Ma è probabile che noi stessi cominceremo a operare nella securisation attraverso la Bim-Imi. Perché è una attività che dà rendimenti elevati. Nella sua attività tradizionale Bim continuerà a concentrarsi sull'Italia, con una finestra internazionale aperta sulle public Utilities, le tic, oil and gas. Non a caso consulente di Bim è Franco Bernabò». Altri progetti? «Uno molto importante: l'Internet Banking, che offrirà servizi sofisticati sia nella rete retail che attraverso la Bim». Tramontato il progetto Bancaroma, qualcuno ipotizza che potreste guardare all'Ina, di cui tra l'altro siete i maggiori azionisti. «In generale sono convinto che il rapporto banca-assicurazioni sia destinato nei prossimi anni a stringersi a livello europeo. Credo che colossi come Axa e Allianz dovranno rivedere le loro strategie di separatezza. Il che non vuol dire mescolare le carte, anche insieme i due settori devono mantenere pari dignitità. Ma certamente esiste un interesse del cliente a un'offerta più articolata, e quindi un interesse di banche e compagnie a procedere verso integrazioni». Dottor Masera, come sarà l'agosto'99? «Sono abbastanza preoccupato perché non si può dare l'euro come cosa acquisita, e vedo invece sull'euro, in Italia, un calo di attenzione e di volontà. In un panorama finanziario ancora fragile». E cosa si aspetta dall'agosto delle «grandi intese»? «Bisogna guardare attentamente alla Francia. Gli esiti della battaglia tra Bnp, Société Generale e Paribas possono essere rilevanti. Per mettere sotto pressione alcuni processi italiani o per dirottare sull'Italia le mire dei grandi francesi». «Altri due progetti: Internet banking e riduzione dei costi per portarci ai livelli di Comit e Credito italiano» Rainer Masera amministratore delegato di Sanpaolo-Imi

Persone citate: Franco Bernabò, Masera, Rainer Masera

Luoghi citati: Emilia, Francia, Italia, Milano, Romagna, San Paolo, Sanpaolo-imi