Crescono ma con meno occupati di Ugo Bertone

Crescono ma con meno occupati I colossi dell'economia globale stendono ormai la rete su tutto il pianeta. Partita la grande corsa alla delocalizzazione Crescono ma con meno occupati Mediobanca fotografa le multinazionali del2000 Ugo Bertone MILANO Sempre più giganti, ma con meno occupati. I colossi dell'economia globale stendono ormai la loro rete in tutto il pianeta, accrescendo la loro penetrazione nei settori tradizionali e in quelli innovativi. Ma, mentre la «testa» si allarga, le dimensioni dei gruppi si riducono, almeno in casa mentre si irrobustiscono i tentacoli: la forza lavoro delle multinazionali diminuisce in casa (-2,3% negli ultimi dicci anni), e il calo sarebbe ben maggiore se, nei primi Anni Novanta, il colosso giapponese non avesse marciato controcorrente (+32%) rispetto all'Europa (-23,1%) o americane (-23,9%); cresce, invece, la presenza degli investimenti all'estero, il 13,2% per le multinazionali Usa, F8,5% per quelle europee. Il risultato è che, nelle multinazionali europee, cala l'occupazione in casa e sale fuori, al punto tale che il 54% abbondante degli occupati è ormai fuori dal paese d'origine. Eccola la prima misura della delocalizzazione delle produzioni, a caccia delle migliori condizioni fiscali e del costo del lavoro. Questo ed altro emerge alla ricerca di R6-S, creatura di Mediobanca, sui bilanci delle grandi imprese del mondo (241 colossi, 17 milioni di dipendenti, un fatturato aggregato di 4200 miliardi di euro): una fotografia inedita delle grandi imprese, le vere protagoniste dell'economia globale. Prosegue, si deduce dalla ricerca, la crescita impetuosa dell'integrazione : tra 1 89 e il '97 la crescita media, tra Europa e Stati Uniti, è stata del 67% circa, contro un aumento delle attività globali del 59,7%. L'ascesa dei fatturati e delle capacità produttive ha coinvolto un po' tutti i settori, a partire dal mondo cartario (+121%), dalla chimica (+88%) e dagli autoveicoli (+82%). A questo si potrebbe aggiungere il vortice dell'economia elettronica: 33 miliardi di dollari di fusioni nella sola «Internet Economy» nei primi sei mesi del '99, come attesta il Webmergers. Com, divisione del gruppo New Media Resources, una sorta di fiume in piena dove svetta l'attivismo di Yahoo!, protagonista di ben 5 acquisizioni per ben 10,5 miliardi di dollari. Ma, in generale, A tale boom di acquisizioni, però, non corrisponde, almeno per quanto riguarda l'ultimo esercizio, un analogo incremento dei profitti. Anzi, la crisi dell'economia globale ha inciso non poco sui profitti del sistema. In Europa le vendite sono scese dell' 1,1%, negli Usa dello 0,8%. Accanto alla frenata del fatturato, per giunta, si registra un marcato calo dei profitti: -10% in Europa, in valore assoluto, contro il - 1 % delle «corporations» americane che, però, mantengono invariato (il 7,8%) il rapporto rispetto al fatturato mentre in Europa la quota scivola dal 4,8% al 4,4. La rincorsa dell'Europa ai colossi Usa, insomma, è ancora ben lontana dell'ottenere risultati significativi. Può consolare, almeno per quanta riguarda noi italiani, il fatto che le multinazionali italiane hanno compiu¬ to, in controtendenza, un piccolo passo in avanti, portando il rapporto tra utili e fatturato dal 2,8 al 3%. Ma questo, semmai, è il segnale dell'arretratezza delle multinazionali di casa nostra. Insomma, non è facile per le aziende emergere nel mondo dell'economia globale: l'occupazione scende, sull'onda della ricerca dell'efficienza; i profìtti, almeno in un momento di caduta della domanda, vengono compressi pur di difendere (o conquistare) quote di mercato. Infine, anche il capitale viene sottoposto alla cura dell'efficienza: guai ad avere troppi mezzi propri e pochi debiti. Anche perché gli azionisti sono sempre più severi: tra dividendi e buy back, pur al netto degli aumenti di capitale, Wall Street ha restituito agli azionisti privati oltre 400 miliardi di dollari (circa 700 mila miliardi lire) che hanno alimentato consumi, fiducia ed euforia delle famiglie Usa. wst Un'Immagine delle contrattazioni alla Borsa di Wall Street

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