Indonesia, sangue e violenze etniche

Indonesia, sangue e violenze etniche Uccise in un villaggio 43 persone Indonesia, sangue e violenze etniche GIAKARTA Quarantatre civili sono stati uccisi a sangue freddo, ed altri undici feriti, nel corso di un caccia all'uomo scatenata da un locale gruppo di guerriglieri separatisti ad Aceh, provincia all'estremo nord di Sumatra, una delle principa" isole dell'Indonesia. Il massacro è avvenuto venerdì scorso, ma è stato reso noto solo ieri da un gruppo locale per la difesa dei diritti umani. Sempre ieri, intanto, sono ripresi gli scontri tra musulmani e cattolici ad Ambon, capoluogo delle Mollicchi; dove, secondo quanto riferito dai testimoni, gli incidenti avrebbero provocato almeno nove le vittime della violenza etnica. La polizia locale ha riferito di case e negozi bruciati, ma a quanto pare, non vi sarebbero stati incendi di chiese o moschee. Dalla Fine di gennaio Ambon e le isole ad essa più vicine sono state teatro violenti scontri tra cristiani e musulmani che, secondo dati ufficiali, hanno fatto più di 300 morti ed hanno costretto più di 30 mila persone ad abbandonare le case distrutte. Nella provincia di Aceh, venerdì, gli abitanti del villaggio in cui è avvenuto l'eccidio hanno ricevuto l'ordine di radunarsi, per un controllo dell'identità, presso un campo vicino ad un pensionato islamico. Ma, non appena si sono allineati, i miliziani separatisti (anche se musulmani come la stragrande maggioranza della popolazione indonesiana) hanno aperto il fuo co, crivellandoli di colpi. Yakub Hamza, direttore della Fondazione per l'assistenza giuridica «Iskandar Muda», ha raccolto le testimonianze dei superstiti ed ha riferito che circa 300 soldati e 17 camion militari sono stati già inviati verso la zona di Aceh per riportare la calma. Il movimento separatista agisce nell'estremo nord di Suama tra dalia metà degli anni Settanta, ma solo negli ultimi mesi ba intrapreso la linea dura, a causa deUa sanguinosa repressione lanciata dalle forze militari indonesiane. Dal primo grave eccidio avvenuto agli inizi di maggio (41 dimostranti uccisi dalla polizia), sarebbero circa 150 le persone uccise negli scontri tra esercito e ribelli del movimento «Aceh Merdeka» (Aceh Libera). Nel Paese regna dunque la tensione, mentre ancora non sono stati certificati ufficialmente i risultati delle elezioni politiche (le prime libere dopo 44 anni di dittatura) tenute il 7 giugno scorso. Davanti ad una folla di diecimila militanti radunatisi nel palazzetto dello sport a Giakarta, Megawati Sukarnoputri, la donna che guida l'opposizione, ha però invitato i suoi sostenitori a dar prova di moderazione fiducia nel processo democratico «Come presidente del partito, invito tutti . simpatizzanti a restare calmi ed a continuare la lotta non violenta per la democrazia», ha detto Megawati. La manifestazione era stata convo cata per commemorare l'anniversario della sanguinosa ripressione del movimento demo cratico, scatenata tre anni fa dalla polizia di Sub arto. Secondo risultati ancora non ufficiali, alle elezioni il Partito di lotta democratica della Megawati avrebbe guadagnato una convincen te maggioranza relativa (il 34 per cento dei voti), mentre al Golkar, il partito che fu di Suharto ed è ora guidato da) Presidente B.J Habibie, appena il 22 per cento. [e. st

Persone citate: Habibie, Hamza, Megawati Sukarnoputri, Suharto

Luoghi citati: Aceh, Ambon, Giakarta, Indonesia