Sparilo il quadro più caro al mondo

Sparilo il quadro più caro al mondo Lo acquistò un giapponese che si è fatto cremare. Si teme che sia stato bruciato insieme al proprietario Sparilo il quadro più caro al mondo Un ritratto di Van Gogbpagato 150 miliardi Andrea di Robilani D corrispondente da WASHINGTON OVE finito il quadro più caro del mondo? Nel 1990 Kyoei Saito, ricco dirigente giapponese, sborsò ben ottantaduo milioni e mezzo di dollari per aggiudicarsi all'asta da Christie's, a New York, il celebre ritratto che Vincent Van Gogh fece del suo medico omeopatico, Paul Ferdinand Gachet, nel 1890. Nessuno aveva mai pagato tanto per un quadro, e il primato resiste ancora oggi. Nel 1996 Saito, in disgrazia e pieno di debiti, mori di infarto. E del quadro si è persa ogni traccia. Il Metropolitan Museum di New York lo ha corcato invano per inserirlo nella sua mostra sulla collozione di quadri del dottor Gachet. E lo hanno cercato anche il Philadelphia Museum of Art e il Museo Van Gogh di Amsterdam. Adesso c'è perfino chi teme che non esista più, che sia stato bruciato durante la cremazione di Saito. Il quadro scomparso ò uno dei due ritratti che Van Gogh fece del dottor Gachet. Rimase nella famiglia Van Gogh fino al 1911, (alando venne aquistato da un museo di Francoforte. Nel 1937 venne confiscato dai nazisti. Il feldmaresciallo Hermann Goering lo vendette al banchiere Franz Koenig, che a sua volta lo vendette a Sicgrfried e Lola Kamarsky, ebrei tedeschi che raggiunsero New York nel 1941. Noi 1990 gli credi Kamarsky decisero di sfruttare il boom del mercato dell'arte. L'economia del Giappone era in piena espansione e i nuovi miliardari giapponesi pagavano cifre da capogiro pur di mettere le mani su opere d'arte prestigiose, in particolare quelle degli impressionisti. Ryoei Saito, detto anche «Ryoei il selvaggio», era diventato ricchissimo scalando il vertice della Daishowa Paper Manufacturing, numero due dell'industria cartiera giapponese (nel 1990 risultò essere il maggior contribuente del Paese). Cominciò a spendere alla grande nel mercato dell'arte. La sera che acquistò il «Ritratto del dottor Gachet» per 82 milioni e mezzo di dollari (150 miliardi di lire al cambio di oggi) spese altri 78,1 milioni di dollari per portarsi a casa un capolavoro di Renoir. il doppio acquisto lasciò un segno profondo sull'opinione pubblica americana, che in quel periodo soffriva di un vero e proprio complesso d'inferiorità nei confronti dei giapponesi e temeva che gli Stati Uniti stessero per perdere il loro primato economico. Dal canto loro, i giapponesi alimentavano quello stato d'animo acquistando alcune aziende-simbolo (Rockefeller center, Columbia Pictures) e facendo il vuoto alle aste. Saito girò il coltello nella piaga annunciando al suo arri¬ vo in Giappone che avrebbe dato un'occhiata al quadro e poi lo avrebbe chiuso in un deposito. Poi il vento è cambiato, l'economia giapponese ha cominciato a perdere colpi e Saito è finito gambe all'aria. La sua compagnia è stata travolta dai debiti e il suo nome è stato macchiato da uno scandalo di tangenti. Saito disse ai suoi amici che il Van Gogh andava bruciato alla sua morte per non costringere i figli a pagare miliardi in tasse. Era una battuta? Diceva sul serio? Nessuno sa dirlo. Sta di fatto che da allora il quadro di Van Gogh è scompar¬ so. Una possibilità, si dice negli ambienti dell'arte, è che sia finito ad una banca come garanzia a fronte dei debiti di Saito e che adesso la banca non voglia ammettere di averlo per paura del chiasso che provocherebbe. Un'altra possibilità è che sia passato di mano per vie talmente clandestine che nulla è trapelato in superficie. «Ma io non so dov'è, né so chi lo sa», si lamenta John Walsh,, il direttore del Getty Museum a Los Angeles, che pagherebbe volentieri una somma cospicua per poter appendere il quadro nel suo museo. Il «ritratto di Paul Ferdinand Gachet», dipinto da Van Gogh nel 1890

Luoghi citati: Amsterdam, Francoforte, Giappone, Los Angeles, New York, Stati Uniti, Washington