Da Salerno la storia di una emittente negli anni semprepiù «libera» di Bruno Gambarotta
Da Salerno la storia di una emittente negli anni semprepiù «libera» RADIO & RADIO Da Salerno la storia di una emittente negli anni semprepiù «libera» Bruno Gambarotta SE racconto a un ventenne che, quando io avevo la sua età, nell'etere viaggiavano solo le frequenze delle 3 reti della Rai, non ci crede e pensa che io lo stia prendendo in giro. Basterebbe questo fatto a dimostrare che la storia delle radio private e in particolare di quelle locali è un tassello fondamentale per costruire un quadro completo e attendibile della società italiana negli ultimi decenni. Ma come fare? Dobbiamo essere grati a chi dedica tempo e fatica a questo arduo compito, specie se lo fa con risultati ammirevoli per chiarezza di esposizione e brillantezza di scrittura, come è il caso di Enzo Todaro che con «Quelli della radio», edito dalle Arti Grafiche Boccia, ha riconosciuto le vicende di «Radio Salerno 1», la prima emittente radiofonica libera («ma libera veramente» come cantava Eugenio Pinardi) di Salerno. Come scrive Angelo Trimarco nella prefazione, «non bastava proclamarsi liberi per essere liberi». Perciò il romanzo di Radio Salerno 1, scritto da colui che l'ha diretta nei suoi primi dieci anni di vita, dal 31 luglio 1976 al 18 novembre 1986, è ricco di colpi di scena, di tentativi palesi o occulti di scalata da parte di potentati politici che non ne tolleravano l'indipendenza, di intimidazioni, di attentati veri e propri, così come di riconoscimenti e di crescita continua negli ascolti. La storia di Radio Salerno 1 è importante perché ribalta alcuni radicati stereotipi, secondo i quali non può sopravvivere nel Sud un giornalismo autonomo dal potere politico. Non solo: questa storia dimostra che è possibile far vivere con i soli introiti pubblicitari una radio locale che non sia di puro intrattenimento, ma di informazione con il racconto puntuale di una città. Scossa da eventi drammatici, dal terremoto del 1980 alla rivolta nel carcere, dalla scoperta di un lager per malati di mente a Nocera Inferiore alle denunce documentate delle infiltrazioni camorristiche puntualmente seguite da rnisteriosi attentati, lanci di pietre contro le finestre, furti di apparecchiature appena installate. Non è da credere però che Radio Salerno 1 sia stata solo una radio di denuncia e di cronaca. Decine e decine sono stati i programmi di intrattenimento, dalla musica colta a quella popola¬ re, dal teatro alla lirica, dalla cucina allo sport. Non deve essere stata una passeggiata far le cronache delle partite della Salernitana, viste le intemperanze dei suoi tifosi. Molti salernitani che ora occupano posti di responsabilità nella pubblica amministrazione e nelle professioni hanno trascorso parte della loro gioventù collaborando a questa radio, alla ruvida e schietta scuola di Enzo Todaro. Fra i tanti episodi descritti, il lettore ricordala battaglia di civiltà combattuta dalla radio per dare voce ai detenuti del locale carcere ospitato in un vecchio convento che denunciavano la disumanità della loro condizione; quando scoppierà la rivolta sarà Enzo Todaro a essere chiamato a fare da mediatore per evitare una tragedia. Leggendo «Quelli della radio» sembra di vederle, quelle poche stanze dove si assiepavano i 12 tecnici e i 42 collaboratori, con il viavai di gente che chiedeva di essere ascoltata. Non è facile fare cronaca locale. Chi ti ascolta conosce persone, fatti e luoghi di cui stai parlando; non puoi ricamarci sopra o fare voli di fantasia. Dal racconto appassionato di Enzo Todaro sembra che Radio Salerno 1 cisia riuscita. □
Persone citate: Angelo Trimarco, Enzo Todaro, Eugenio Pinardi
Luoghi citati: Nocera Inferiore, Salerno
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