«Sei un venduto, te la faremo pagare»

«Sei un venduto, te la faremo pagare» LA SFIDA DELL' EX CAPOGRUPPO CHE PUNTAVA A SCALZARE LA LEADERSHIP DI BOSSI «Sei un venduto, te la faremo pagare» La rabbia dei bossianipuri e duri contro il «traditore» personaggio Pino Corrlas invialo a VARESE ADRENALINA, furori e rissa. Domenico Cornino - «il traditore», «il venne», «la vipera», «il pus», «la faccia di merda», «il bastardo», «l'assassino» - liquidato in 7 minuti dal palco e in 12 dalla Lega «per indegnità». Più le botte sugli spalti, gli spintoni, le uova, le trombe da stadio e i fischi altissimi, la ressa, i due contusi, i pugni e i calci sui piazzali davanti al Palasport. Fino all'epilogo: lui che viene portato «in un luogo sicuro» del Palazzetto e poi alla sua Ford metallizzata, nascosta dietro a un'uscita laterale, che va via sgommando, ore 14. All'ora del tramonto, la voce ancora arrochita dalla tensione, Domenico Cornino soffia, da Cuneo, la sua rabbia: «Sto andando a rassicurare mio padre che ha 80 anni e vive in un paese a qualche chilometro da qui... Gli hanno telefonato a casa per dirgli che mi ammazzeranno come un cane. Puniremo tuo figlio, hanno detto. Perché tuo figlio è un bastardo, un venduto, un traditore...», Respira due volte, poi dice: «No, non ho paura per me. E' da giorni che ho macchine che mi pedinano, gente che mi insulta. Vigliacchi che hanno minacciato anche mia moglie... Da oggi pomeriggio hanno intasato il mio telefono di casa : te la faremo pagare, sei un uomo morto, bastardo... Questa è gentaglia, solo gentaglia, la Lega non c'entra. Non a questi livelli di viltà, almeno... La Lega 6 quel pandemonio che si è visto oggi al Palasport, un partito senza più democrazia interna, senza più lesta, impazzita per la sconfitta. Che reclamava un sacrificio pubblico, una decapitazione, un capro espiatorio. E il loro segretario, il grande e democratico Umberto Bossi, glielo ha fornito: il sottoscritto». Alza la voce: «Ma lei ha visto (niello che è successo?». Sono le 11,10 quando Domenico Cornino - camicia a quadretti, gilel nero, faccia bianchissima e irrigidita - compare davanti ni cancelli del Palasport. «Sono qui per candidarmi alla segreteria». E' circondato da una scorta dei suoi. Gli arrivano addosso le televisioni, i microfoni. Nella calca grida: «Voglio candidarmi, sii E fare la mia battaglia per sostituire Bossi». Militanti sparsi si accorgono che «l'infame», ò arrivato. Lo circondano, premono, lo insultano. Cornino entra. E' come sospinto da un vuoto elettrico dentro al catino dei delegati che gli fanno spazio, lo lasciano passare verso lo prime file di sedie, sotto al grande palco, mentre gli spalti percepiscono la sua presenza: «E' lui!», «Bastardo!», «Vattene!» e reagiscono come un'onda che si alza, si propaga diventando boati e fischi. Poi trombe assordanti e primi sbandamenti, tutti gli spalti m piedi: «Traditore! Traditore!». Con un unico punto di risacca, su al settimo anello laterale, dove una cinquantina dei suoi, i piemontesi, vengono circondati e pressati dai lombardi, dai veneti, dai bossisti duri e puri, in una baraonda di camicie verdi, sudore e spintoni. Giancarlo Pagliarini, il colonnello in ascesa, il deputato che ha sostituito proprio Cornino alla guida dei parlamentari, si sgela dal palco: «Non accettate provocazioni, state calmi. Calmi!». E solo allora l'onda s'allenta, ma in un spuma provvisoria, tesa. Che durerà un paio d'ore, quando dal L palco, Pagliarini darà il via al sacrificio pubblico: «E' iscritto a parlare il delegato Domenico Cornino». Sono le 13,30 e il rito verrà sbrigato in 7 minuti violenti, paranoici, assordanti. Lui sale i gradini del palco. L'arena si riempie di fischi. Lui al microfono: «Vi chiedo di lasciarmi parlare...». I fischi raddoppiano, le urla riempiono l'aria. Volano le uova verso il palco. Lui resta impassibile. Prova a ricominciare. Scoppiano i tafferugli sugli anelli, Pagliarini grida: «H servizio d'ordine)». Cornino: «State calmi!». Botte, bandiere usate come bastoni. Gridano tutti,'gli spalti ondeggiano paurosamente, Paglia¬ rini: «La Lega lascia sempre parlare», grida tre volte. E Cornino ci riprova: «Sono qui per solidarietà con tutti i militanti ingiustamente massacrati da Bossi!». E' la prima e l'ultima frase che Cornino riesce a pronunciare per intero. Gli casca addosso l'intero Palasport. Un ragazzo scamiciato buca in corsa la platea dei delegati, si lancia sul palco, viene afferrato per i piedi, trascinato giù, mentre schiere di militanti premono sulle transenne. Trenta secondi, cinquanta, di puro delirio rabbioso, muscolare. E infine Cornino che arretra, in silenzio, sconfitto, tagliando in diagonale il palco, verso la retrovia, mentre intorno sale il coro furente: «Fuori! Fuori!». Lo portano via, in salvo. Ed eccolo, ricompare ormai distante dalla bolgia, sala stampa caldissima: «Non sono né un venduto, né un traditore. Non sono un berlusconiano. Ho fatto gli accordi con il Polo alla luce del sole. Il consiglio federale, compreso Bossi, sapeva tutto e questo è il verbale». Lo distribuisce, data 18 giugno '99. Dice: «Chiederò un congresso entro ottobre, voglio vedere se Bossi avrà il coraggio...». Dice,' disdice, recrimina, si difende, accusa : «La Lega oggi ha rinnegato il suo patto fondativo di fratellanza». Saluta, se ne va. Tre ore più tardi.la segreteria gli taglia la testa («Via il pus! Via i traditori!»). E quando al tramonto si lascia rintracciare via telefono, detta l'epilogo: «Mi hanno cancel lato, ma tutti i militanti del Piemonte sono con me. Ricomincerò da 11». Fonderà una nuova Lega? «Non lo so ancora, però resto leghista». In Parlamento o dove? «In Parlamento, nel gruppo misto». Andrà con Berlusconi? «Non ci ho mai pensato». A cosa pensa adesso? «A una vacanza di tre settimane: sono 10 anni che nort faccio ferie». Ha paura delle minacce? «Chi, io?». Prova rabbia o cosa? «Amarezza, solo amarez^ za». MM psprnsnn fi i Resto un leghista e non sono un berlusconiano. Ho fattogli accordi con il Polo alla luce del sole Hanno telefonato a mio padre per dirgli che mi ammazzeranno come un cane. Non ho paura, ma la Lega ha rinnegato il suo patto di fratellanza p p A sinistra Con. Domenico Cornino tenta di parlare, ma gli viene impedito di farlo dalla platea dei delegati. A destra l'ex leader piemontese fascia il palasport da un'uscita secondaria. Nella foto grande in basso i suoi "fans" sugli spalti del palasport di Varese

Luoghi citati: Cuneo, Piemonte, Varese