Montezemolo: i marziani siamo noi di Piero Bianco

Montezemolo: i marziani siamo noi Il PRESIDENTE RILANCIA ED ELOGIA TUTTA LA SQUADRA DI MARANELLO Montezemolo: i marziani siamo noi «Agnelli me l'ha detto prima: sfruttate i loro errori» intervista Piero Bianco u N sorriso rilassato dopo due settimane di stress, la voce roca per il troppo tifo televisivo, il figlio Matteo che smista l'intenso traffico telefonico. Come i tanti tifosi, il presidente della Ferrari ora sa che le Rosse volano anche senza il più grande. Le streghe di Silverstone sembrano improvvisamente lontane. Avvocato Montezemolo, avete finalmente trovato un pilota per la prossima stagione. «Parla di Irvine?» No, di Coulthard. «Buona. E' l'uomo per noi». Se all'inizio le avessero detto che a metà stagione Irvine avrebbe puntato al Mondiale, a soli 2 punti da Hakkinen? «Beh, certo non ci aspettavamo questo, né le molte traversie. Ma questa è la Ferrari, la sua anima, la sua forza. Una settimana fa ci siamo trovati con i 500 dipendenti del reparto Corse e ci siamo detti: dobbiamo crederci. Era un momento difficile. Perdere uno come Schumacher poteva essere un colpo fatale, poteva ammazzarci». Invece, grande reazione. «Sì, forza e compattezza del gruppo. Squadra perfetta. In un clima psicologico proibitivo, ha messo Irvine in condizione di vincere e lui ha fatto una gara esemplare. Coulthard, alla fine, non è mai stato in grado d'impensierirlo». Pero la McLaren vi ha dato una grossa mano. «Abbiamo saputo approfittare bene di una situazione favorevole, proprio come loro ultimamente avevano fatto Non dimentichiamo che, in Canada, Schumacher era nettamente in testa quando ebbe l'incidente; e sotto la pioggia a Magny-Cours era ancora in testa, lo rallentò un problema elettrico; e a Silverstone non s'è potuto difendere. Stavolta è toccato a noi un pizzico di buona sorte». Incredibile Irvine: più prende mazzate e più va forte, il contratto, il probabile addio, gli stanno dando una carica mostruosa. «Sono davvero contento per lui: ha guidato bellissimo e vinto come io, come tutti noi, speravamo. Ci siamo parlati a lungo, dopo Silverstone. Gli ho detto chiaramente: dimmi di cosa hai bisogno per provare a vincere. Lui mi ha risposto: non mi serve nulla di speciale, datemi una macchina competitiva e io ce la metterò tutta. I risultati sono questi». Però ai box c'è un po' di fermento, quel Todt che non è nemmeno salito sul podio... «Ma no, sciocchezze. Avevamo deciso dopo Montecarlo che sul palco sarebbe andato Ross Brawn, meritava anche-lui di raccogliere i frutti d'un lavoro importante. La reazione della squadra è stata eccezionale, n resto sono dettagli». Bravino pure Salo, nonostante qualche momento difficile. «Ha fatto un'ottima partenza, purtroppo si è trovato coinvolto in quell'incidente, però sappiamo di poterci contare. Una gara di rodaggio gli serviva, è arrivato bene alla fine abituandosi alla macchina: a Hockenheim farà meglio. Non si poteva chiedere di più a un pilota che sale per la prima volta a metà campionato su una Ferrari». Cosa le ha detto Schumacher? «L'ho sentito al telefono, molto su di morale, entusiasta come era anche Agnelli. Con l'Avvocato ci eravamo detti, prima della gara, che si doveva approfittare di eventuali errori della McLaren. Con Michael abbiamo commentato tutta la corsa, ha fatto un tifo matto per Irvine, era contentissimo. E' diventato un vero fan della Ferrari. Certo soffre a non essere in macchina, ha tanta voglia di tornare. Non potremo, purtroppo, fare programmi di rientro prima del 10-15 agosto, quando lui farà il primo controllo per verificare se le fratture sono completamente calcificate». Adesso la Germania, una tap¬ pa mclto difficile, delicata. «Sì, durissima. Però mi fa piacere che la reazione del team abbia dimostrato una cosa importante: la Ferrari, intesa come squadra, non è Schumacher-dipendente. Ha lavorato alla grandissima mettendo Irvine in condizione di vincere. Certo non si può dimenticare che ci manca il più forte del mondo». Montezemolo, lei davvero crede ancora nel Mondiale della Ferrari? «L'importante è che non sia finito in anticipo. E' molto dura, i concorrenti sono fortissinùssimi. Però in Formula 1 non ci sono marziani. Anzi, siamo noi semmai un po' più marziani degli altri». «Michael ci manca ma ha fatto un gran tifo per Eddie, perfetto come chi l'ha messo in condizione di vincere Grande reazione, nulla ora è vietato»

Luoghi citati: Canada, Germania, Maranello, Montecarlo, Silverstone