«Ho vinto per me stesso da solo e contro tutti» di Pierangelo Sapegno

«Ho vinto per me stesso da solo e contro tutti» Irvine racconta le ansie della vigilia e le emozioni forti che ha provato durante la gara «Ho vinto per me stesso da solo e contro tutti» Pierangelo Sapegno inviato a ZELTWEG Aveva detto «li batterò da solo», e qualcuno s'era messo a ridere. E' successo, a Zeltweg. Adesso lo soffia fuori, abbracciando l'ingegnere nella sua tuta stazzonata di sudore e sollevandolo da terra, scappando via fra una selva di microfoni, sotto le bandiere rosse della Ferrari. Dice: «Io sono sempre comunque da solo. E li ho battuti tutti. Ma per me stesso». Dimentica una parte fondamentale nella storia dell'uomo: la chiamano la mano del destino. Però, è vero che la fortuna bisogna prenderla. Così capita che nel primo giorno del dopo Schumacher, non ci siano solo i ferraristi a rendere onore a questo irlandese cocciuto, figlio di un demolitore d'auto e di una casalinga, che parla cristonando e che rivendica con tutto l'orgoglio che trova la sua solitudine nella vittoria. La festa nasconde solo un po', fra i tappi che saltano e i cori che si levano, questa gioia un po' strana, quasi come un sorriso stirato, da separati in casa. In fondo, non è per finta che c'è questo cielo grigio sulla domenica di Eddie Irvine e della Ferrari. Anche nel giorno della rivincita, Jean Todt se lo accarezza quasi distrattamente, senza dimenticarsi di bacchettarlo: «Lui è pagato per vincere le gare». E per vincere il mondiale? «Deve vincere di più». Chissà se l'ha sentito, Irvine. S'è già buttato a letto: «Voglio solo dormire», ha sbuffato prima di chiudere la porta. Sono passate due notti senza chiudere occhio: gli pesava addosso la pressione dei tifosi, dei giornalisti, di tutti. Dice: «Se avessi sbagliato mi avrebbero assassinato». Ricorda: «Mi fumava la testa quando Coulthard mi veniva sotto, avevo il cervello in ebollizione». Dice: «E' stata dura, non potete capire quanto è stata dura». E così confessa con un po' d'ilare innocenza d'aver capito solo ora per la prima volta le fatiche di Schumacher, la tensione di un pilota che deve correre nella squadra più famosa del mondo sempre e solo per vincere: «Quando c'era Michael io non esistevo per nessuno, non importava quello che facevo, se avevo un problema, come andava. Contava solo lui, che fosse davanti agli altri, contava solo la sua gara. Un po' è una sfortuna essere in squadra con lui. Dall'altra parte, però, adesso ho capito cosa significa stare al suo posto». Oggi che la fortuna non ha aiutato solo lui, ma anche questo mondiale che perdeva soldi e gente, oggi che Schumacher non c'era per la prima volta e che tutti lo trattano finalmente come uno che corre per vincere e non per fare il cameriere, oggi .che il mondo se lo guarda, può finalmente tirare fuori le sue rivincite, i suoi ricordi e tutta la rabbia accumulata in questa "lunghissima vigilia di malumori. «Avevano detto che eravamo una banda di s.... Io ero sicuro che saremmo andati meglio che nelle prove. Non ho mai sentito tanta pressione in vita mia e in quegli ultimi 10 giri, beh, io me la facevo addosso e mi scoppiava la testa. Ma sia chiaro che ho pensato solo a me stesso. Per essere molto sincero, non me ne frega niente di tutti quelli che dubitavano di me, se li ho zittiti o no. Mi ricordo una cosa che mi disse un tipo quando cominciavo a correre. Mi disse che fino a quando avevo un buco nel mio e,.., non sarei mai riuscito a diventare un pilota da corsa. Beh, credo che si sia sbagliato. E qualche altra persona dopo di lui». Eddie sembra uno che ha trovato la vita per la prima volta dopo aver vagato in giro cercando di capire che cosa facevano gli altri. Alla fine è come se avesse capito: non basta correre per vivere. Bisogna vincere. Se è così, non dev'essere male. Lo stanno chiamando tutti in coro: «Ed-die, Ed-die». Oggi poi è qualcosa di più: «Ho fatto febee tutti, a parte questi due ragazzi qui, seduti accanto a me. Hakkinen però resta favorito nel mondiale». Coulthard e Hakkinen non hanno neanche voglia di sorridere. Lui ricorda con l'entusiasmo di un bambino questa sua prima vittoria che conta e ripete che doveva «picchiare il pedale con il martello, maledizione, e l'ho fatto. Ho schiacciato con tutta la forza che avevo, ma a un certo punto Ross Brawn mi ha detto attento ai freni e cristosanto ho dovuto alzare i piedi. C'erano problemi ai freni e dovevo stare attento a un mucchio di cose, non bastava tirare al massimo e via. Coulthard dietro spingeva come un demonio e allora io mi sono detto: maledizione, speriamo che questa bandiera a scacchi arrivi presto. Quando l'hcvista, vi assicuro che è stata la cosa più bella che ho visto in vita mia». Sì, è stata importante la strategia Ferrari, ma non si vince solo con la strategia e Eddie dice che ci vuole anche uno sulla macchina che vada veloce. L'aveva detto pure quando era arrivata Salo alla Ferrari. «Bravo, guida bene. Ma qui non basta: bisogna andare veloci». Ecco, oggi lui l'ha fatto e può dire quello che gli pare: «La Ferrari è la squadra che tutti vogliono che vinca. E' un onore che si paga, signori miei. All'inizio quando cercavo di non consumare troppo benzina pregavo Dio che non mi succedesse niente, se no i giornali mi massacravano. Venerdì, la stampa italiana ci ha dato addosso perché non eravamo veloci e ci ha detto che eravamo dei buoni a nulla. Io resto con la mia idea sui giornalisti». Sorride, sbuffa, scappa, e abbraccia l'Andrea Galletti, quello che gli mette a posto la macchina. Ieri, ci sono riusciti solo un quarto d'ora prima del via, quando Irvine s è messo a girare in pista fra lo stupore di tutti. Dicevano: addio, è finita. Invece, all'improvviso, avevano trovato la cura giusta. Nessun miracolo. Solo lavoro. «Quando Coulthard era a pochi metri mi scoppiava la testa E' stata durissima» «Lo sapete: con Michael in pista io non esistevo per nessuno e contava solo lui» «All'improvviso oggi ho capito che cosa significa sostituire un numero uno: tensione enorme» FORMULA 1 10& MONDIALE PILOTI \ (DOPO 9 GARE) x PUMT1 1. Hakklnen McLaren 44 2. Irvine Ferrari 42 3. M. Schumacher Ferrari 32 4. Frentzen Jordan 29 5. Coulthard McLaren 28 MONDIALE COSTRUTTORI PUNTI 1. Ferrari 74 I 2. McLaren-Mercedes 72 | 3. Jordan-Mugen Honda 34 | 4. Williams-Super tec 19 I 5. Benetton-Play life 16 | Irvine festeggiato dal tecnico Ross Brawn e, sotto, il presidente della Ferrari, Montezemolo, con Schumi Irvine saluta il box Ferrari che ha operato (a destra) in modo perfetto

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