NON SERVONO LE BANDIERE REGIONALI di Gian Enrico Rusconi
NON SERVONO LE BANDIERE REGIONALI NON SERVONO LE BANDIERE REGIONALI Gian Enrico Rusconi NELLA Lega il conflitto attorno alla linea politica viene immediatamente inteso come atto di slealtà verso il capo e quindi come tradimento del movimento. Qualcosa che assomiglia, pur con doverosi distinguo, alla sindrome da setta. Bossi ha costruito così il suo partito. Da anni «elimina» politicamente le persone per neutralizzare in anticipo le idee politiche alternative alle sue. 0 meglio, per poter avere indisturbato il monopolio della politica. Che Domenico Cornino, anche se privo di un passato di leghista doc, rappresentasse qualcosa di diverso, lo si era capito dalle cautele e dalle diffidenze che avevano accompagnato l'emergere del personaggio. Non era tanto la sua apertura politica verso il centro-destra che insospettiva Bossi, quanto lo spirito di autonomia. Dopo l'ultimo insuccesso elettorale degli apparentamenti con il Polo, voluti da Cornino ma tollerati da Bossi, quest'ultimo si è giustificato dicendo: «L'abbiamo lasciato fare e abbiamo sbagliato». Ma adesso quello che preme a Bossi non è correggere l'errore, ma fermare chi, sulla base di una diagnosi politica diversa della sconfitta leghista, insidia la sua leadership. A questo punto si profilano due scenari. 0 per scongiurare altri scontri clamorosi inizia nella Lega un processo che porta ad una direzione politica meno autocratica. Oppure rischia di venire accelerata la decomposizione e la frammentazione del movimento leghista nelle sue componenti regionali e locali. E' presto per dire se in Piemonte si formerà una Lega autonoma - sul modello di quella veneta - inaugurando così un nuovo capitolo della protesta settentrionale nel suo insieme. Il leghismo monocratico bossiano sta perdendo consenso presso l'elettorato, ma le ragioni per cui milioni di cittadini settentrionali lo hanno votato anni fa valgono ancora per loro. Un leghismo articolato regionalmente, più attento alle differenti realtà locali, estraneo alla retorica secessionista, potrebbe trovare quella via alla politica che è mancata finora. Ma è un segnale anche per le altre forze politiche che stanno a guardare opportunisticamente, in attesa di ricevere passivamente i voti ex leghisti. Se fanno così, sbagliano. Ancora una volta.
Persone citate: Bossi, Domenico Cornino
Luoghi citati: Piemonte
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