«Ti ammazzo, papà è morto per colpa tua»

«Ti ammazzo, papà è morto per colpa tua» Da tre mesi l'uomo covava la vendetta. Molti medici ricordavano la sua ira dopo gli interventi Miti «Ti ammazzo, papà è morto per colpa tua» Primario ferito, fermato un commerciante di bestiame ROMA Ha covato la sua rabbia per tre mesi, pensando con odio a quel chirurgo che non era riuscito a salvare il padre da una arteria impazzita. L'altro giorno ha deciso di farla finita: l'ha aspettato all'alba sotto casa, gli ha gridato «T'ammazzo», e ha sparato. Il presunto assalitore del professore Antonino Cavallaro è stato fermato ieri pomeriggio dalla polizia. Si tratta di Fiorito Di Mario, 40 anni, commerciante di bestiame, abitante a Ferentino (Prosinone). Il capo della Squadra Mobile, Nicolò D'Angelo, trattiene a stento la soddisfazione per aver «risolto» il caso in meno di 36 ore: «Ci sono fortissimi indizi di colpevolezza». Li avevano portati in questura di notte, Fiorito e suo fratello Maurizio. Dopo una giornata di indagini, passata impietosamente a esaminare le operazioni malriuscite del professor Cavallaro e quelle che avevano scatenato l'ira di famigliari, rimaneva in piedi solo la pista che portava a Ferentino. Prima gli assistenti, poi il professore stesso, avevano contribuito a stringere il campo. Cadute molte piste per evidenti impossibilità, era rimasta in piedi solo questa: la morte dell'anziano Lionello Di Mario, nell'aprile scorso, dopo due costose operazioni effettuate dal professor Cavallaro nella clinica privata Villa Nomentana, avevano scatenato l'ira dei figli. L'ira di Fiorito, soprattutto, quarantenne dalle mani grosse e la voce tonante, uno dai modi rozzi, era rimasta nei ricordi di diversi medici. Da parte sua, Cavallaro aveva dato una descrizione molto particolareggiata del suo assalitore. Ha raccontato di esserselo trovato in cima alla rampa del garage. Che l'uomo, una faccia famigliare, ma lui non era in grado di dargli un nome e un cognome, si è avventato contro la macchina al grido di «T'ammazzo!». Che il proiettile - passato attraverso il finestrino aperto dell'auto - l'ha raggiunto al fianco, e lui ha pensato che era la morte, ma poi la pistola dell'assalitore s'è inceppata e quello è scappato. Ha raccontato di averlo visto salire su una macchina che era parcheggiata lì davanti. Ecco, è la macchina che forse ha rovinato il piano di Fiorito. C'è un altro testimone che haparlato con gli investigatori di questa macchina con motore acceso e un uomo alla guida che scrutava nervosamente in giro. L'ha notata intorno alle 6,30 davanti alla rampa dell'agguato. Il teste ha ricollegato i due fatti solo dopo, a posteriori, ed è corso dalla polizia a fare il suo dovere. Nella notte, insomma, gli agenti si sono presentati a Ferentino per portare Fiorito Di Mario in questura. Prima, però, hanno effettuato una regolamentare perquisizione. E' saltata fuori una pistola lancia¬ razzi non autorizzata (e così Fiorito Di Mario è slato denunciato anche per detenzione di armi) più un biglietto con scritto il nome e l'indirizzo del professore Cavallaro. Il biglietto finirà nelle carte del processo che verrà. Ma il solo Fiorito affronterà il dibattimento. Suo fratello Maurizio è stato rilasciato con tante scuse. La polizia ritiene che non abbia avuto alcun ruolo in questa folle vendetta privata. Per fortuna, comunque, gli effetti del piano omicida sono stati ben scarsi. Il professor Cavallaro ha trascorso una notte tranquilla. E' stato trasferito nel reparto di chirurgia d'ur¬ genza, guidato da Claudio Modici, non perché si tema per la sua vita, anzi, ma perché il reparto è stato ristrutturato di fresco, le stanze hanno il bagno, c'erano letti in abbondanza anche per i famigliari e soprattutto è facile da presidiare per la polizia. «Qui le condizioni della struttura sono deco- rose», dice il professor Modici, che ci tiene a sottolineare che questa volta il Policlinico ha dimostrato grande efficienza. Il primario è stato ferito alle 6,45 del mattino. Meno di un'ora dopo era in sala operatoria. Da ieri, al suo capezzale, è una processione di amici, medici e primari. Almeno cento persone hanno bussato alla porta del reparto, ma solo a pochi è stato concesso di passare. E' apparso sul portone anche un cartello, a un certo punto: «Per espresso desiderio del professore, si prega di rinviare le visite ai prossimi giorni. Grazie». Il ministro della Sanità, Rosy Bindi, ha telefonato per informarsi e ha parlato a lungo con la moglie del professore: ha promesso che cercherà di andarlo a trovare. Lui, Cavallaro, ha letto i giornali e qualche resoconto non gli è piaciuto. Secondo il professor Modici, potrà essere dimesso nell'arco di due settimane. [fra.gri.l OGNI GIORNO IN CORSIA «Ci sono ingorghi a tappo ogni due metri: se si rompe un'apparecchiatura passano venti giorni prima che funzioni di nuovo. Aggiornarsi è un'utopia: i libri sono carissimi e nessuno li rimborsa»

Luoghi citati: Ferentino, Prosinone, Roma