Il rancore della platea: via i traditori

Il rancore della platea: via i traditori LA RABBIA DELLA BASE DOPO IL KO ELETTORALE Il rancore della platea: via i traditori Dal microfono accuse e insulti contro i «poltronisti» retroscena PìnoCorrias Inviati a VARESE Di UNQUE: fratellanza, amore per l'ideale, valori, cuore caldo e libertà, libertà, libertà. L'apoteosi bossiana nei sessantacinque minuti di comizio è un sóle nordista acceso sul nero del molto rancore padano che si è visto e respirato in questo congresso del dopo sconfitta, il congresso del capro espiatorio: palazzetto deserto a metà, e vuoto di bandiere e striscioni e specialmente di fratellanza. Umberto Bossi infiamma, o almeno ci prova, di fronte a una platea già annegata nella palude dei risentimenti contro i traditori, i poltronisti, i venduti. Lui che alza lo sguardo, o almeno ci prova, raccontando di un futuro «che forse non vedremo, ma che sarà per i nostri figli e i figli dei nostri figli». Lui che punta in verticale, o almeno ci prova, mentre tutto intorno gli rotola una Lega orizzontale, persa in reciproche minacce, paranoia, repulisti, vendette. Cornino, il grande inquisito che tradì a destra, verrà o non verrà? E Daniele Roscia, il bresciano, è già fuori, espulso a furore di federazione o resiste ancora? Nella platea illividita dal verde di camicie militaresche non senti altro che il furore dei delegati e dei colonnelli. E quello dei tagliatori alla Erminio Boso che parla di «tappi territoriali da far saltare» di «facce di merda da cancellare». Quante Erminio? gli chiedono. E lui: «Venti, cinquanta, tutte quelli che serviranno. Tutte quelli che vorrà il nostro Capo». Ma il capo le vuole davvero? «Il Capo è troppo buono e sa anche soffrire in silenzio. Sta a noi soldati fare il lavoro». Mai come adesso Umberto Bossi, il Capo, il guerriero, appare così solo, laggiù sul magno palco, in giacchetta chiara e maglietta clorofilla e voce ieratica. Tutti - almeno qui - stanno con lui, accanto a lui, intorno a lui e naturalmente sotto di lui. Ma l'impressione è che (contemporaneamente) tutti stiano altrove con la testa e con il cuore. Quel che si vede è un congresso del mal di pancia. Un mal di pancia via microfono. Sentite l'onorevole Cesarino Rizzi di Como: «Ma ci pensate a quante teste di cazzo ci abbiamo nella Lega?». Applausi, boatos. «Noi che andiamo a spennellare di notte e loro, i Eoltronisti, a tramare nell'omra per un posto, una preben¬ da». Sentite la delegata del Veneto Cinzia Lionello: «Non possiamo permetterci di covare le serpi in seno». E il deputato di Varese Luigi Peruzzotti, un armadio: «Più che le parole servono fatti. Dobbiamo fare i conti con la stampa nemica e con un potere che ha metabolizzato stragi, omicidi... Ma intanto dobbiamo fare i conti dentro la Lega. Abbiamo disseminato il nostro cammino di tanti cadaveri eccellenti, che poi erano nullità tornate nella polvere... E' il momento di un nuovo repulisti. Noi rimarremo vivi e loro morti». Applau¬ si, boatos. E ii delegato lombardo: «Via il sottobosco di profittatori stipendiati dal movimento». E il delegato di San Dona del Piave: «Sappiate che tranne il nostro Condottiero, il nostro Fenomeno, tutti nella Lega possono essere cacciati in un istante». E il segretario provinciale di Pavia Vittorio Braga che incassa un applausone con il suo esordio «Buona Padania a tutti!». E poi va dritto al nocciolo della questione: «Siamo qui per colpa di qualcuno che vuole cambiare le carte in tavola e continuare a tradire». Applausi, boatos. «Tutti colpevoli con la C maiuscola, incantatori di serpenti, roba da voltastomaco, venduti che pigolano alle spalle di Bossi. Fuori tutti dai coglioni!». Certo tutto quello che si vede e si sente è il contraccolpo della sconfitta: elettorato dimezzato alle ultime europee. Ma anche l'ansia per l'irrilevanza nel gioco bipolare della politica. Il sentirsi prigionieri di un angolo acuto in cui sembra essersi richiuso il Nord (un Nord per lo più mitizzato, ma anche reale, contabilizzato in imprese e tasse) con sordità inaspettata e velocità choccante. «Certi accordi suicidi sono stati dettati solo dalla smania di avere bistecche» «Anche con la sinistra nessun patto» i/a: ' : !: A sinistra un «guerriero padano» al congresso di Varese, a destra il senatore Bossi durante la sua relazione

Persone citate: Bossi, Cesarino Rizzi, Cinzia Lionello, Daniele Roscia, Erminio Boso, Luigi Peruzzotti, Umberto Bossi, Vittorio Braga

Luoghi citati: Como, Pavia, Varese