Milioni di farfalle monarca ad oscurare il cielo azteco

Milioni di farfalle monarca ad oscurare il cielo azteco AVVENTURA NEL PROFONDO MESSICO Milioni di farfalle monarca ad oscurare il cielo azteco REPORTAGE Pino Cacucci NO te preocupes», continua a rassicurarmi Santiago, «oggi arriveranno, ne sono certo». Già, ma l'ha detto anche ieri e l'altroieri. Che prima 0 poi arrivino, nessuno ha dubbi: 10 fanno puntualmente da almeno duecentocinquantamila anni, e fino a cinque secoli fa costituivano 11 principale motivo di meraviglia degli aztechi nei confronti della natura. Comunque, l'attesa è alquanto gradevole: siamo nello Stato del Michoacàn, a poche ore di corriera da Città del Messico lungo la Mil Cumbres, la strada delle mille vette, una delle zone più verdi e salubri, con montagne coperte da fìtte foreste di conifere e l'ammaliante lago di Patzcuaro a Ovest, meta irrinunciabile per chiunque sia giunto fin qui. E anche il paesino dove pernottiamo, Angangueo, conserva tutto il fascino immutabile del vecchio Messico: ex centro minerario, un paio di chiese coloniali, stradine lastricate, aria pungente al mattino presto per i 2980 metri di altitudine e sole tiepido durante la giornata. Santiago scruta il cielo. Il suo profilo nahua, zigomi alti e naso aquilino, con capelli nerissimi e lisci, ricorda certe stampe che raffigurano gli «uomini giaguaro», 1 capitani dell'esercito di Moctezuma. «Mira...» dice in un sussurro. E io guardo verso il punto indicato dal suo dito. Vedo solo un pulviscolo all'orizzonte. Una nube di polvere. Una tormenta dorata che gradualmente si trasforma in una valanga arancione... E mezz'ora dopo, milioni, decine di milioni di farfalle monarca oscurano il cielo, ricoprono gli alberi, tappezzano prati, strade, tetti di capanne, si posano su di noi, persino in faccia, e cerchi di vincere l'istintivo fastidio per questo formicolio sulla pelle, le scosto almeno dagli occhi, allargo le braccia e me le ritrovo completamente colorate d'arancio screziato di nero. Santiago ride, dice: «Van por el dia comò un tigre alado», citando dottamente il poeta Aridjis. Qui, nel santuario della farfalla monarca, anche le guide hanno un animo lirico. Il problema, da ora in LA «MARIPOSA» VIVE IN CANPER CINQUEMILA CHILOMETIN UNO DEI LUOGHI PIÙ' SUGpoi, sarà muoversi senza calpestarne a centinaia. E' consolante pensare che le onnipotenti scienze umane non siano ancora riuscite a risolvere alcuni misteri di madre natura. Per esempio, quello della «mariposa monarca»: vive in Canada e dal Nord degli Stati Uniti, poi, con l'autunno, tutti gli esemplari intraprendono un volo migratorio alla velocità di crociera di 60 km/h percorrendone circa cinquemila, fino a raggiungere un fazzoletto di terra nel cuore deMessico, e tutto questo per fare l'amore in uno dei luoghi più suggestivi del continente. A marzo, le figlie e nipoti se ne torneranno al Nord, superando a caro prezzo i pesticidi del Texas e le anidridi solforose delle metropoli. Il loro «sistema di navigazione» risulta più complesso di qualsiasi radar dell'ultima generazione, che le porta ùifallibilmente a «centrare» l'obiettivo variando di poco anche la data d'arrivo, mentre i biologi continuano a dannarsi sul perché sempre-qui e soltanto qui. Potrei forse capirle se avessero un senso estetico simile al nostro: a parte la bellezza del paesaggio, proseguendo verso Ovest c'è Morella, città coloniale dall'atmosfera serena, chiese e palazzi in pietra rosacea, piazze con porticati dove la vita scorre ai tavolini dei caffè riducendo il lavoro a cardiologi e ADA: IN AUTUNNO VOLA PER FARE L'AMORE GESTIVI DEL CONTINENTE neurologi. E quindi Patzcuaro, tetti di tegole muchiose e muri di calce viva, tutta vicoli e giardini, un mercato da lasciarci il cuore per i colori e i profumi, e le donne purépecha che te lo sciolgono con un sorriso: tra loro parlano in tarasco, un sommesso chiacchiericcio dalle tonalità musicali, carezzevoli. Insomma, un paradiso sul lagodove al tramonto i pescatori gettano le tipiche reti a farfalla (pure quelle, e chissà se la monarca c'entra qualcosa) e i paesini sulle rive hanno nomi da regno di fiaba come Tzintzuntzan, che significa «luogo dei colibrì». Qui, molto tempo prima che giungessero barbuti semidei dal mare, c'era una volta un re buono e giusto... La più bella delle sue figlie, Zirahuén, si innamorò a prima vista di un capo guerriero, in visita al palazzo di Tzintzuntzan: fiero, tenebroso e irrestistibile, la chiese subito in sposa. Cosa poteva minacciare tanta felicità? La guerra, naturalmente. Axayàcatl, re dei mexicas, minacciava i territori dei purépechas avanzando da Sud-Est con le sue schiere. Il futuro sposo si mise alla testa della controffensiva, e in pochi giorni l'intera vallata era ricoperta di cadaveri dei soldati mexicas, dopo una delle più cruenti battaglie tra i due popoli da sempre nemici. Ma correndo a ricongiungersi con la bella Zirahuén, il condottiero non si avvide di un mexica ferito che gli piantò una freccia in petto. La principessa cadde come morta in vita, una catalessi senza rimedio. Gli dei, commossi, la condussero al centro della vallata perché lo spirito del guerriero potesse vederla dal suo trono nei cieli, e ai piedi della giovane fecero scaturire una sorgente: nacque così lo strano rumore-chegli sprovveduti turisti In stranieri scambiano per un vento di tramontana, ma qui tutti sanno che sono i sospiri d'amore della sventurata Zirahuén. Anche quella della farfalla monarca sembra una leggenda, e purtroppo rischia di diventarla nel giro di fiochi anni. Per ora sono ancora decine di milioni gli esemplari che sì riuniscono nel santuario del Michoacàn, ma ultimamente la loro mortalità ha subito un incremento preccupan- . te. La causa è già stata accertata. Intorno alla riserva, le multinazionali della biogenetica Monsanto e Novartis hanno avviato colture intensive di mais transgenico del tipo Bt. Il polline trasportato dal vento va a posarsi sulle piante di algodoncillo, l'alimento preferito dalle larve della monarca, e il polline transgenico contiene un'endotossina che rende il mais immune agli attacchi degli insetti «dannosi», un batterio denominato «bacillus thuringiensis». Le larve che sopravvivono, si mutano in farfalle indebolite e dalla vita breve. La rivista Nature ha già pubblicato in proposito uno studio dell'Università di Cornell, N.Y., ma contro la logica del profìtto non basterebbe neppure il coraggio del condottiero purépecha o le frecce dei mexicas. Poi, qualcuno verserà lacrime di coccodrillo, ricordando lo stupefacente spettacolo delle farfalle monarca che oscurano il sole e coloravano la vallata di un fiammante arancione screziato di nero... Ma a differenza delle principesse innamorate, quelle lacrime non formeranno nessun lago da favola; tutt'al più, irrigheranno campi di granoturco transgenico. LA «MARIPOSA» VIVE IN CANADA: IN AUTUNNO VOLA PER CINQUEMILA CHILOMETRI PER FARE L'AMORE IN UNO DEI LUOGHI PIÙ' SUGGESTIVI DEL CONTINENTE Siamo nello Stato del Michoacàn, a poche ore di corriera da Città del Messico lungo la «Mi! Cumbres», la strada delle mille vette, una delle zone più verdi e salubri, con montagne coperte da fitte foreste di conifere e l'ammaliante lago di Patzcuaro a Ovest , Patzcuaro: nel murale, il vescovo

Persone citate: Aridjis, Morella, Pino Cacucci