Monsieur Verne, questo Nemo va cambiato per ragioni di mercato

Monsieur Verne, questo Nemo va cambiato per ragioni di mercato Monsieur Verne, questo Nemo va cambiato per ragioni di mercato RECENSIONE Gabriella ' Bosco UN giorno Verne trovò la formula. Descrizioni di Paesi esotici, un protagonista geniale, una spalla (il migliore amico, più spesso uno scettico o un antagonista Schiarato), un domestico ingegnoso. E soprattutto, una scienza che potrebbe benissimo esistere. Era il 1863. Verne aveva trentacinque anni, il libro che fece esplodere il successo era «Cinque settimane in pallone». Verne ancora non lo sapeva, ma quella semplice formula avrebbe fatto la sua strepitosa fortuna. Aveva faticato molto a. trovarla. Scrìvere era stato fin da 1 radolesceMa_Ll_suo chiodo fisso,s fino acquei moménto "però aveva preso strade sbagliate. La biografia di Herbert R. Lottman si sofferma giustamente a lungo sulla fase dei tentativi a vuoto di Verne. Nulla infatti andò perduto, di quel periodo trascorso a Parigi dal giovane nantese inizialmente per seguire gli studi di diritto, poi, solo per assecondare la propria passione letteraria in ambiente propizio e fertile. Verne era intraprendente e deciso, si infilò nel «milieu» artistico conquistando con la forza della volontà conoscenze e amicizie decisive, i Dumas padre e figlio, direttori di teatro, musicisti famosi. Dalle lettere alla famiglia, al padre Pierre borghese cattolico all'antica che centellinava i denari, riluttante di fronte 'alle aspirazioni del figlio, emerge l'ansia febbrile di un Verne che si cimenta con i versi, con il teatro, scrive in ima rivista per famiglie, tenta nelle più svariate direzioni riuscendo anche a farsi aprire le porte difficili e a far rappresentare sulla scena testi mediocri, minato però dalla consapevolezza che nell'ingranaggio c'è qualcosa che 'non gira. Lottman non risparmia i particolari sulle conseguenze fisiche dello stress di quel periodo, RECENGabBousuo NNICO MENTORELA PUBBLICAZIONE DI «PARIGPERCHE' PENSAVA CHE FOSSdisturbi intestinali e periodiche paralisi facciali che avrebbero tormentato Verne per tutta la vita. Biografo professionista (il suo libro su Colette è un capolavoro del genere), Lottman sa come portare il lettore nell'intimo del biografato e legarlo al suo destino. Di Jules Verne tanti hanno scritto. Astuzia sottile di Lottman è SIONE ella ' co servirsi di tutte le fonti sfruttandole al meglio e con ambivalenza: distacco e ironia nei confronti del deliberatamente leggendario, approvazione per il documentato. Magistrale è il suo atteggiamento nei confronti della famigerata biografia «di famiglia» della citatissima Marguerite Aliotte de la Fuye, parente di Verne, bestia nera di tutti gli appassionati. Lottman la utilizza con pacata arguzia. , Vedendo la trentina avvicinare senza risultati apprezzabili, Vernerebbe un momento di sfiducia e cercò di riciclarsi in Borsa, anche per entrare nelle grazie di GLI NEGO' PERSINO I NEL XX SECOLO» TROPPO PESSIMISTA. colui che sarebbe diventato suo suocero, padre di una giovane vedova con due figlie adatta da sposare. Del geniale scrittore, come spesso accade, si sono molto insistite le carenze sul piano umano. Cattivo marito, pessimo padre, conservatore di idee. Lottman gioca bene anche questa carta. Soppesando senza smentire. Mentre è precisissimo sull'aspetto più mteressante dell'intera faccenda: l'individuazione dei germi da cui, pian piano, la formula vemiana prese forma. Assiduo lettore di pubblicazioni scientifiche e relative alle scoperte geografiche, puramente per svago, Verne era anche accanito lettore di Poe, che arrivava in Francia nella traduzione di Baudelaire. Fu il fondersi delle due «fonti» a generare la formula e far nascere libri come «Ventimila leghe sotto i mari» o «Il giro del mondo in 80 giorni». Tèophile Gautier ne vide subito la genialità. «E' l'applicazione di particolari tutti veri, reali e precisi, a un fatto inventato, cui si collegano in modo tale da produrre una illusione perfetta». Altrettanto Zola: «Ha portato alle estreme conseguenze ciò che la scienza considera possibile in teoria, ma che nessuno è riuscito finora a mettere in pratica». Quanto alle vendite da capogiro, traduzioni in tutto il mondo, sapiente gestione delle uscite, artefice assoluto fu nella fase essenziale il mitico editore Hetzel, geniale e tiranno quanto Verne, capace di fargli modificare il capitano Nemo per esigenze di mercato, come di negargli la pubblicazione di «Parigi nel XX secolo» perché troppo pessimista. Verne non aveva fiducia nel progresso scientifico, ma non doveva farlo capire. Da godere è poi la parte sul destino postumo dello scrittore, altro campo minato in cui Lottman si muove con notevole equilibrismo. usuo NNICO MENTORE GLI NEGO' PERSINO LA PUBBLICAZIONE DI «PARIGI NEL XX SECOLO» PERCHE' PENSAVA CHE FOSSE TROPPO PESSIMISTA. Nella biografia di Lottman in grande risalto il ruolo del geniale editore Hetzel che guidò con pugno di ferro l'autore di «Ventimila leghe sotto i mari» I-(. Verne: era il 1863 ed aveva 35 anni quando pubblicò il libro che gli portò il successo, «Cinque settimane in pallone». Accanto: Omar Sharif, Capitan Nemo Herbert R. Lottman, Jules Verne. Sognatore e profeta di fine millennio Mondadori, pp. 384, L. 35.000 Traduzione dal francese di Luisa Agnese Dalla Fontana. BIOGRAFIA

Luoghi citati: Francia, Parigi