Le spie italiane detestano il w.w.w.

Le spie italiane detestano il w.w.w. Le spie italiane detestano il w.w.w. Tutti i servizi segreti del mondo (Cia compresa) hanno un sito in Rete: solo noi, nonostante le mille riforme, manteniamo il riserbo RICORDATI di me che son la spia...» di tanto in tanto parrebbe che i nostri agenti segreti si travestano da Pia dei Tolomei. E, parafrasando la famosa invocazione della sposa di Nello de' Pannocchieschi a Dante, nel canto V del Purgatorio si rivolgano al potere politico per ottenere quell'attenzione, e quelle tutele, che evidentemente pensano di non avere ancora ottenuto in maniera adeguata. In realtà con la recente proposta del vice-premier Mattarella di riforma dei servizi segreti, si sembra approdare ad un nuovo approccio. Per la prima volta nella stona della Repubblica i servizi cambiano senza che, sullo sfondo, sibili la sferza di scandali e rimbombi l'eco di intollerabili inciamponi delle «barbefinte». Anche se - nella vita pubblica italiana la riforma dei servizi rappresenta uno degli immancabili, ciclici déjà vu. Una specie di rito tellurico-sussultorio che di tanto in tanto vieni! mosso in scena - solitamente su un palcoscenico invaso da macerie stragisticho, complotti reali o paventati, sicofanterie di inadeguati servitori dello Stato - da un potere politico che si libera delle eventuali responsabilità in materia rimaneggiando sveltamente sigle, ristrutturando organizzazioni, ribaltando maestri spioni che si sono un po' troppo allargati rispetto alle rispettive incombenze, Solo por limitarci al versante militare si ricorderà come dal Sim del generale Roatta e del colonnello Emanuele, protagonisti di pagine tragiche del ventennio fascista e pesantemente coinvolti in vergognosi delitti, come l'assassinio dei fratelli Rosselli, si passi, dopo un difficile interregno successivo alla Liberazione, a nuove creature che avrebbero dovuto portare il vento della democrazia anche dentro le blindate fortezze dolio spie. E cosi, contemporaneamente all'adesione dell'Italia al Patto Atlantico, decolla il Sitar cho proprio cinquant'anni fa inizia a muovere i suoi prinù, incerti passi (sul viottolo segnato sino ad allora nel guado della transizione tra mo¬ narchia e repubblica - da un generico «Controspionaggio militare e servizi speciali»). Il Sifar viene affidato alle cure del saviglianese generale Carlo Re, poi a quelle dei generali Musco e Broccoli, finisce in bellezza con Giovanni de Lorenzo - che batte ogni record di permanenza nel delicatissimo incarico: sei anni, dieci mesi e quindici giorni. E chi vuol saperne di più sul generale di Vizzini farà bene a leggersi l'interessante e controversa ma documentatissima biografia - intitolata «Il generale col monocolo» - che gli ha dedicato alcuni anni fa Virgilio Ilari. Con lo scandalo delle sifaritiche DA LEGGERE G. De Lutiis Storia dei servizi segreti in Italia Roma 1984. V. Ilari Il generale col monocolo. Giovanni de Lorenzo Ancona 1994. P. Soria Colpo di coda, L'incarico Milano 1995 schedature nel 1966 si pensa bene di chiudere il Sifar e si mette mano alla riforma che dà vita al Sid.Ma la nuova ditta delle barbefinte non ha vita facile. Nel corso di un decennio di attività vedo il succedersi di tre responsabili - Henke, Miceli, Casardi - che navigano di burrasca in burrasca. Naufragando persino, in un caso, nelle patrie galere (tocca al generale Miceli cho, non essendo marinaio, ha forse maggiori difficoltà nello stare a galla).Una parabola, quella del Sid, iniziata in sordina: con l'ennesima riforma dei servizi deliberata il 25 giugno 1966 con una semplice circolare eli vietata divulga¬ zione dall'allora ministro della Difesa Tremelloni. E' Tremelloni un galantuomo che buona parte dei generaloni allora impegnati in scontri all'ultima poltrona ha preso sottogamba tanto che il suo soprannome, negli uffici dello Stato Maggiore, è «Calimero»: un pulcino un po' sfigato e del tutto sprovveduto che allora furoreggiava in Carosello. Sulle macerie del Sid, pesantemente coinvolto nelle pagine più cupe della strategia della tensione, sorgono - con la legge 801 del 7 novembre 1977 - i nuovi servizi. Quel Sismi e quel Sisde subito messi in ginocchio dall'esplo- dere dello scandalo della P2, che teleguidava i loro vertici, e dall'incapacità conclamata dimostrata durante il rapimento dell'onorevole Moro. Un avvio disastroso che chiede anni e anni prima di poter ripristi nare (scandali dei fondi occulti del Sisde obliando) un minimo di presentabilità e di efficienza all'interno del mondo assai ristretto delle spie di allora, costituito prevalentemente da incestuose cooptazioni famigliari e nepotistiche assunzioni. E chi vuole respirare l'aria di quegli anni deve procedere lungo spy-stories come «Colpo di coda» o «L incarico» dove Piero Soria ha saputo rendere con assoluto realismo il clima claustrofobia), da ultima spiaggia che si stava respirando dentro il «sanetà sanctorum» dei servizi segreti italiani. Lì Soria fa muovere un personaggio, Marco Mathieu, che è uno dei pochi agenti segreti che risultano narrativamente credibili in quella che, per alcuni anni, è stata la vasta produzione italiana di fiction spionistica. Certo che, passando dalla fiction alla realtà, di strada - riforma o non riforma - c'è da farne ancora perché un Paese come il nostro acquisisca, anche sul terreno dell'intefligence, quella duttile adesione alla modernità che le organizzazioni di altri Paesi sembrano possedere da tempo. Si tratta di agenzie di intelligence forse assai più spregiudicate e spietate nel loro agire spionistico di quanto siano stati i servizi italiani nel loro periodo di maggior sbandamento. E tuttavia molti maestri spioni stranieri sono stati capaci - come scopre qualsiasi navigatore che viaggia in Internet, facendo tappa su siti istituzionali o specializzati nella materia - di lucidare le loro vetrine e presentare un aspetto furbescamente «trasparente» a chi bussa alla loro porta. Provare, per credere, magari partendo da una preziosa link sull'intelligence internazionale della Loyola University mttp://vvww.loyola.eduy cteptypoh^csAntel.html) sino a raggiungere i siti di alcune delle organizzazioni della sicurezza e spionaggio operanti nel mondo. Ad esempio: la Cia (http:/A/ww.odci.gov/cia/index. html) e gii inglesi (http:/Avww. mi5.gov.iuV),i tedescm7http:/Avww. verfassungsschutz.de/spion.htm). In questo nostro viaggiare in rete guidati dalla sapiente mano della gesuitica Loyola University non si sono scorte le vetrine dei servizi italiani. Forse si era distratti e non le si è viste. Sono comunque gradite dai lettori o da appassionati al tema - eventuali indicazioni in proposito. DA LEGGERE G. De Lutiis Storia dei servizi segreti in Italia Roma 1984. V. Ilari Il generale col monocolo. Giovanni de Lorenzo Ancona 1994. P. Soria Colpo di coda, L'incarico Milano 1995 Il generale Giovanni De Lorenzo batté ogni record di permanenza nel delicatissimo incarico di responsabile del Sifar: sei anni, dieci mesi e quindici giorni, un vero regno.

Luoghi citati: Ancona, Italia, Milano, Roma, Vizzini