Tutti al castello per trovare una casa

Tutti al castello per trovare una casa PARLIAMONE Paola Decina lombardi Tutti al castello per trovare una casa L/IDEA di grandi «case europee», lanciata qualche anno fa da Henzensberger ma covata da tempo da direttori d'istituto come il tedesco Vandenrath o l'italiano Risi, e che aveva incontralo il favore dell'allora ministro Veltroni, potreblx? essere più che una suggestione. Pensando al castello di Venaria come sede ideale, nonché ai minori costi in termini nazionali e maggiori risultati a livello di integrazione europea. Ferdinando Camon l'ha recentemente rilanciata e l'assessore alla Cultura del Comune di T'orino, Ugo Perone, nella lettera a «ttL» della scorsa settimana l'ha tavorevolmente accolta. Se al «Museo dell'Europa», che dovrebbe essere ospitato nella Limonaia e nella Scuderia grande, fosse accostalo un centro propulsore di «confronto e interscambio», come auspica l'assessore, la reggia assumerebbe un forte valore simbolico. Lo strotto legame tra passato, presente e futuro, contribuirebbe al processo di costruzione dell'identità comune e darebbe un segnale forte sia della vocazione europea dell'Italia clic del rilancio della sua cultura. E' l'obiettivo che si prefigge anche la Farnesina. Puntando su lingua, cultura e ricerca scientifica - ha spiegato qualche giorno fa il sottosegretario Patrizia Toja al convegno «La cultura itali,ma all'estero e politica» - si sta avviando «una promozione integrata che coinvolga tutte le strutture all'estero del sistema Italia». Molti dei nostri 72 istituti diventeranno anche centri di servizi, punti-vendita di prodotti culturali, luoghi d'esposizione permanente. Nei Paesi dove essi non sono presenti, verranno istituite antenne e rappresentanze culturali, l'azione d'intervento sarà più attenta e finalizzata alle singole arci" geografiche. Ma la «specificità italiana» che secondo il scgrcuirio generale Umberto Vattani limita la |X)ssibilila di far gestire la nostra politica culturale da istituzioni più snelle, sul modello dell'Alliance Francaise, del Goethe Institut o del British Council, quale peso avrà? Eppure i due punti di vista non sono necessariamente agli antiixxii né d'altronde è pensabile, se non in tempi molto lunghi, una trasformazione più o meno radicale. La realizzazione a Venaria di un lalxirntorio di progettazione e sperimentazione culturale europea potrebbe cominciare a funzionare come modello di esperienze da allargare sul territorio, seppure in proporzioni ridotte. Non esaurireblx! infatti né alcuni compiti degli istituti culturali ne la risposta al come diifondere lo spirito europeo. Lo testimonia la prossima apertura a Roma di una Casa delle letterature e delle arti, promossa dall'assessorato-cultura, con un orientamento europeo. Se la «casa» di Venaria diventasse un crogiuolo di formazione permanente di risorse umane da utilizzare anche nel progetto di rinnovamento della politica culturale del ministero degli Esteri, sarebbe la dimostrazione che la sinergia oltre che possibile sarebbe utile. Polemicamente, Piero D'Orazio nel convegno della Farnesina ha suggerito «meno protocollo e diplomazia... maggiori iniziative vistose dirette da professionisti devoti alla cultura». E se fosse proprio la Farnesina ad appoggiare il progetto della prima casa europea della cultura? A VENARIA PER COSTRUIRE UN CROGIOLO PERMANENTE CHE RIPROGETTI E RINNOVI L'IDEA STESSA DI CULTURA

Persone citate: Ferdinando Camon, Goethe, Paola Decina Lombardi, Patrizia Toja, Piero D'orazio, Ugo Perone, Umberto Vattani, Veltroni

Luoghi citati: Europa, Italia, Roma, Venaria