«Senza strutture la legge non basta» di Alberto Gaino
«Senza strutture la legge non basta» " ——r/—'.-^r——-r.—~~———Vyrr~-— ™.»-T!r!iìT IL PARERE DEL PRESIDENTE DEL TRIBUNALE DI SORVEGLIANZA «Senza strutture la legge non basta» Il giudice Vaudano: la norma va rivista intervista D Alberto Gaino OTTOR Vaudano, lei prosiede il Tribunale di sorveglianza di Torino e, come magistrato in prima linea sul fronte dei controlli, ha in piti di una circostanza denunciato i limiti del vostro lavoro sulla base (li norme contradditorie o astratte. Che cosa dice della nuova legge sui malati di Aids? «Esprime un principio sacrosanto: mette sullo stesso piano i detenuti affetti (la Aids e tutti j;li altri malati gravi. Ma già nella normativa ad hoc sulla deténzione domiciliare, su richiesta dei magistrati di sorveglianza, era stato inserito un emendamento del senatore Passone, grazie al (piali! si è amplia la la possibilità di concedere la detenzione domiciliare senza limiti di pena a chi sia gravemente; malato. Ma un momento: da un anno applichiamo questa norma caso per caso, seguendo particolari cautèle. La prima: prevediamo una verifica periodi CO, Per la nuova legge si e deciso diversamente per un motivo di principio. Ci à stato obiettato: "Oliando si avvicina il termine per il controllo il malato di Aids non si cura più". I problemi nascono così». Quindi, niente più verifi¬ che: chi esce esce e chi siò visto si è visto? «La vecchia legge, non più in vigore, sulla scarcerazione dei malati di Aids prevedeva automatismi che la nuova normativa ha attenuato. La vera differenza, che si pone in termini di discriminazione nei confronti dei detenuti senza risorse, è questa: chi ha mezzi, casa, una rete di appoggio può ottenere la detenzione domiciliari! e poi e una questione di controlli di polizia, sapendo che non possono essere mai assidui; ma tutti gli altri? La nuova legge vincola la scarcerazione alla scelta di una comunità terapeutica in cui trasferirsi. Il punto dolente è che questi centri, oggi, sono pochissi¬ mi e solo in alcune regioni», Pare di capire che dalla legge Basaglia in poi sul superamento dei manicomi si continua a legiferare sui principi senza prevedere le strutture per realizzarli. «In questo caso mi riferisco a comunità che offrano garanzie. In Piemonte sia il Gruppo Abele sia il centro di don Pini stanno attrezzandosi, ma pur sempre per pochi posti. Sinora, con il sistema dei provvedimenti a termine, passando ogni volta per una verifica, siano riusciti a gestire una trentina di casi senza clic vi sia stato alcun problema. Un anno di esperienza non è molto, ina il primo bilancio ci conforta Ma la legge appena approvata sovrappone nuove norme ad altre e crea una giungla interpretativa che potrebbe dar luogo a forti disparità di applicazione». Come ovviare? «Occorrerebbe rimettervi mano e comunque prevedere un periodo di "vacalio" della legge. Se non altro per dare il tempo di far nascere adeguate stmtture esterne al carcere. Altrimenti l'alternativa resterà il repartino d'ospedale per le malattie infettive. A Torino ne abbiamo a disposizione uno per i detenuti che 6 un altro carcere. Dico così perché la nuova legge, a differenza della vecchia, attribuisce a noi giudici la possibilità (e relativa responsabilità) di decidere una scarcerazione sulla base di un programma terapeutico e non. Noi dobbiamo valutare tut to. Ma il legislatore non tiene conto che i malati di Aids nel 90 per cento dei casi sono tossicodi pendenti». Questo è il punto. «Nessun altro Paese europeo ha una legislazione così avan zata sui detenuti con gravi malattie. E questo è positivo Ma si deve tener conto che un tossicomane, uscendo dal carcere senza un vero reinserimento, rischia di commettere nuovi reati. Non dimentichiamo che qualunque alternativa al carcere e per legge una pena, anche se finalizzata alla riabili tazione». Oggi il funerale, celebrato dall'abate di Sant'Ambrogio dove la vittima aveva fondato il coro. E gli orafi abbasseranno le serrande «La scarcerazione è vincolata al ricovero in una comunità Ma questi centri sono pochissimi e non tutte le Regioni li hanno» sinMariopresidel trdi sordi To«Laal rMae n sinistra Mario Vaudano presidente del tribunale di sorveglianza di Torino
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