Hassan, tiranno intelligente di Igor Man

Hassan, tiranno intelligente MORTO IL RE CHE HA SPEZZATO L'INCOMUNICABILITÀ' TRA ARASI E ISRAELIANI Hassan, tiranno intelligente Copiava Cartesio, puntava sull'Europa personaggio Igor Man e Hassan IT e morto: passando dal corna in cui era .caduto ieri nel profondo nero del Nulla. Aveva 70 anni, compiuti il 9 di luglio. Reagan lo definiva un despota illuminato. Facevano politica, il Sovrano e il Presidente, cavalcando stupendi purosangue, nel verde rassicurante di Camp David. Il He una volta confidò che quando uno dei due, Hassan o Reagan, si irritava porgli argomenti dell'altro, portava il cavallo dal trotto al galoppo. Riappaiatisi, riprendevano ad anelare al trotto, finché «per non sfiancare le cavalcature si finiva col mettersi d'accordo». Durante lunghi anni, in Europa, negli Stati Uniti, Hassan II è stato considerato l'intelligente grimaldello atto ad aprire la porta ferrata dell'incomunicabilità tra arabi ed israeliani. Io non so se Hassan II considerasse davvero suoi «fratelli» gli ebrei ma è certo che la comunità ebraica in Marocco non abbia subito la violenza, fisica e psicologica, inflitta crudelmente ai figli di Abramo altrove nel mondo arabo-africano. Ecco: Hassan II era un despota intelligente, ricco di uno straordinario talento politico. Dietro la sua arroganza intellettuale luceva l'umiltà della ragiono. In virtù della quale, sull'esempio di Hussein di Giordania, ma decisamente con più eleganza, non disdegnò di incontrare personaggi-tabù quali Moshe Dayan e Shimon Peres. Dopo la guerra dei Sei Giorni aveva compreso come Israele l'osse una «realtà della quale bisognava prendere otto». Ha avuto nella vita, vissuta golosamente, due grandi modelli: il dettato pragmatico di Cartesio, assorbito culturalmente anche per l'ammirazione, condita di rispetto, portata a Personaggi come Mitterand e Chirnc. Ha puntato sull'Europa, su quel mercato comune per evitare che il suo povero, bellissimo paese sprofondasse nello sabbie mobili del sottosviluppo. Hit saputo raccogliere le «esortazioni» dei suoi grandi amici d'Occidente aprendo, infine, alla realtà internazionale una Costituzione asfittica che, rinnovata, ha portato a un governo a guida socialista. Solo che il socialismo postulato da Mutilai Hassan è quello in cui «il povero si arricchisce senza impoverire il ricco». Una volta, lui, Amir al-Miiminin (principe dei credenti, suprema autorità religiosa) perché discendente «in linea diretta» da Maometto, nel suo impeccabile francese mi disse: «Dobbiamo modernizzarci tenendo in una mano il Corano, nell'altra il computer». E ancora: «Ci accusano di conculcare chi dissente da noi: in verità sbugiardiamo coloro che bestemmiano l'islam. Non pos- siamo andare avanti con la testa girata all'indietro. Insomma: se continuiamo (noi arabi) ad abbarbicarci al passato avremo un presente amaro e nessun futuro balsamico». Chi, ora che e morto, saprà seguire la sua logica? E' un interrogativo che ci tocca un po' tutti da vicino. Dicono che «diversi» siano stali gli attentati contro Hassan II, 1 cronisti sono a conoscenza di tre di questi, tutti falliti grazie indubbiamente alla baraka, ma altresì alla presenza di spirito, all'intuito del Sovrano. Nel luglio del 1971, il Re dava una festa a Skhirat e d'improvviso irruppero nel salone affollatissimo, tra buffet colmi di ca¬ viale, aragoste e altre delicatezze, un gruppo di cadetti. Fu una strage, 150 morti. Ma il Re, quando si vide puntato addosso il mitra da un sergente che lo dichiarava in arresto, gli disse: «Inginocchiali, cialtrone, davanti al tuo sovrano». E quello piegò le gambe, baciò, vinto, la mano di Hassan II. Successiva¬ mente si saprà che quel colpo, a simiglianza di altri due, uno precedente, l'altro posteriore, era stato organizzato dal generale Ufkir, il liquidatore di Ben Barka. L'ultimo di cui si ha notizia, appunto, è quello dell'agosto del 1972. Alcuni caccia si levano in volo dalla base di Kenitra mentre l'aereo di Has¬ san rientra dall'Europa. Sembra che vogliano scortarlo fino all'aeroporto di Rabat, invece aprono il fuoco contro il Boeing reale. Ma l'apparecchio, crivellato di colpi e con due motori fuori uso, riesce egualmente ad atterrare. Il generale Ufkir, ministro della Difesa, appreso il fallimento del golpe si uccide sparandosi tre proiettili alla tempia. In Marocco «si parla di perdono solo quando il nemico è morto». Ufkir lo sapeva, conosceva la storia di El Glaoui, il Pascià di Marrakesh che si schierò con la Francia contro il padre di Hassan. Allorché Maometto V tornò dall'esilio, si lasciò abbracciare le ginocchia dall'antico avversario e non lo uccise, ma neanche lo perdonò. Tacque. 1} Pascià comprese: andò a chiudersi nel suo palazzo dove attese in volontaria prigionia la morte vera, dopo la morte civile decretata da Maometto V col suo silenzio. Coraggioso sino all'estremo, Hassan tuttavia soffriva di pie cole fragilità. Non me ne volle mai per avergli contestato il fallimento del vertice di Fes nel novembre del 1981 (III Safar 1402), durante una conferenza stampa internazionale fitta di domande compiacenti. «Grazie, lei ha ragione: dobbiamo smetterla di dare l'aspirina ai nostri popoli», ma ci rimase male quando a Roma, durante la fastosa ma signorile festa data al Grand Hotel per ricambiare il solenne ricevimento di Cossiga al Quirinale, chiesi al Sovrano se avesse sempre lo stesso sarto. «Perché?, replicò allarmato, c'è qualcosa che non va?». Temo, Maestà, risposi, che l'attac co delle maniche non sia prò prio perfetto. Ci rimase talmen te male che non osai dirgli d'aver osato per un attimo scherzare con lui. Amava la bella vita e non sapeva staccar si dalle sigarette. Conosceva il Corano a memoria e gradiva citare il versetto 2 Hi della Sura II, al-Baqara: «E' possibile che avversiate qualcosa che invece è un bene e può darsi che amiate una cosa che invece è nociva. Allah sa, voi non sapete». E aggiungeva: «Preferisco essere tradito piuttosto che tradire un'amicizia». E siccome il suo più grande amico era lui stesso, potremmo affermare che lo abbia tradito soltanto la morte, che non rispetta nessuno. Il verde raggio laser che spicciando dall'eccessiva moschea di Casablanca annuncia il Marocco da quaranta miglia, domani sarà forse diverso. Era sintonizzato sui battiti del cuore di Hassan IL Un cuore duro, compagno di una baraka forte che ìen è volata via, con la sua anima. Un soldato ribelle gli puntò contro il mitra «Inginocchiati cialtrone di fronte al tuo sovrano» E quello, vinto, si piegò baciandogli la mano «Dobbiamo modernizzarci tenendo in una mano il libro sacro, nell'altra il computer, non possiamo andare avanti con la testa voltata sempre all'indietro» 11 verso del Corano che amava di più recita: è possibile che avversiate qualcosa che invece è un bene e che amiate un male Allah sa, voi invece non sapete Da sinistra: il principe ereditario, il giovane (36 anni) e cosmopolita Sidi Mohammed, attualmente Coordinatore delle Forze Armate. A destra, Hassan II con Giovanni Paolo II durante un'udienza privata in Vaticano nel novembre '91 Re Hassan II, discendente diretto del Profeta Maometto e guida dei credenti, era salito al trono nel 1961

Persone citate: Ben Barka, Cossiga, Giovanni Paolo Ii, Hassan It, Mitterand, Moshe Dayan, Mutilai Hassan, Profeta, Reagan, Shimon Peres