Colombo: il rischio-prescrizioni genera un clima di immunità
Colombo: il rischio-prescrizioni genera un clima di immunità Il pm di Mani pulite: forse coinvolti 1700 indagati Colombo: il rischio-prescrizioni genera un clima di immunità ROMA Nuovo allarme per il cattivo funzionamento e i ritardi della giustizia italiana. A lanciarlo, questa volta, è uno dei magistrati più noti per la sua attività nel pool «Mani Pulite» di Milano. Secondo Gherardo Colombo, sono «ad alto rischio di prescrizione» circa 1.700 iscrizioni nel registro degli indagati della Procura di Milano, per reati di «Mani pulite» e commessi dal febbraio 1992. «Sono reati che vanno dal finanziamento illecito ai partiti, alla corruzione e al falso in bilancio senza continuazione e senza aggravanti». Colombo, coordinatore ad interim del Pool, ha parlato davanti alla stampa estera, in un incontro organizzato ieri a Roma, in cui ha spiegato che questa situazione rischia di generare «un sentimento di impunità». «Dal febbraio 1992 - ha spiegato il magistrato - dall'avvio di «Mani pulite», abbiamo esercitalo l'azione penale per circa 3.300 posizioni. Solo Per settecento di queste c'è stata la sentenza definitiva e pochissime persone sono finite in carcere». «Ne restano 2.500. Credo ha aggiunto Colombo - che il sessantacinque-settanta por cento di queste posizioni riguardino ipotesi per reati commessi prima del fatidico 17 febbraio '92 e che, quindi, rischiano di andare in prescrizione, ciò che avviene dopo sette anni e mezzo, quindi a partire dal prossimo agosto». Per Colombo questo è un «risultato poco soddisfacente causato dalla lentezza della macchina giudiziaria italiana: «Mediamente - ha concluso il magistrato di «Mani pulite» - per arrivare in Italia ad una sentenza di primo grado ci vogliono dai tre ai cinque anni dall'inizio dell'azione penale...». (Ansa]
Persone citate: Gherardo Colombo
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