«Pensioni, verifica con gli autonomi prima del 2001» di Roberto Ippolito

«Pensioni, verifica con gli autonomi prima del 2001» Il premier faccia a faccia con Cofferati, che replica: se non sarò d'accordo dirò ancora no «Pensioni, verifica con gli autonomi prima del 2001» Nuova sfida di D'Alema: un tetto contro iprivilegi Roberto Ippolito ROMA In fondo qualcosa in comune c'è. «Siamo iscritti allo stesso partito» ricorda il segretario della Cgil Sergio Cofferati. Allude al presidente del Consiglio Massimo D'Alema, seduto accanto a lui per uno scabroso faccia a faccia sul palco della Festa romana dell'Unità. Il riferimento all'identica militanza con i democratici di sinistra potrebbe servire a sdrammatizzare i problemi sorti nelle ultime settimane tra il governo e i sindacati sulle pensioni e più in generale sulla politica economica. Tanto che anche D'Alema appena arriva al Mattatoio, nel popolare quartiere di Testaccio, teatro della Festa, mette le mani avanti: «Mi sembra esagerato parlare di gelo dato che non c'è mai stato il gelo con i sindacati». E Cofferati rinfaccia ai giornalisti di intestardirsi a valutare lo stato dei suoi rapporti con il governo: «I rapporti tra soggetti che hanno funzioni diverse sono basati sul merito». Ma l'attenzione posta alla diversità delle funzioni rivela subito che ognuno va avanti per la sua strada, quasi indipendente l'uno dall'altro. Ed è proprio questo che a D'Alema non sta bene: «Il Paese sta cambiando e vi assicuro - dice rivolto al popolo diessino - che cambiare le cose è una lotta difficile». Il capo del governo avverte che il centrosini¬ stra ce la sta mettendo tutta «nonostante queste difficoltà» e «è questo il motivo per cui restiamo» al lavoro sopportando «la fatica». Evidenziando quanto sia duro governare, D'Alema sembra sollecitare la Cgil a un maggiore sostegno, a una maggiore comprensione: «Il sindacato deve continuare a fare ciò che ha fatto in questi anni, sforzandosi di essere una forza che non rappresenta solo i suoi iscritti ma gli interessi generali dei lavoratori». Si apre così un garbato ma puntiglioso duello tra D'Alema e Cofferati, spesso interrotto da battimani della platea, lievemente più numerosi a favore del primo. Cofferati dà l'impressione di considerare D'Alema come qualsiasi presidente del Consiglio, anche se è un compagno di partito: «Ognuno ha le sue funzioni, esercita le sue prerogative. C'ho tenuto a precisarlo non per tigna, ma perché è in gioco il futuro di milioni di persone». D'Alema ascolta, prende appunti. E precisa: «Io non ho mai chiesto al sindacato atti di solidarietà politica, sarebbe un errore. Considero l'autonomia sindacale un valore. Governo e sindacati fanno mestieri diversi». D'Alema circoscrive il raggio d'azione del sindacato: «Rappresenta il lavoro dipendente, io rappresento anche gli imprenditori». Quindi l'affondo: «L'importante - puntualizza D'Alema - è giocare la stessa sfida per la modernizzazio¬ ne del Paese. Altrimenti siamo sconfitti tutti». Cofferati non concede nulla al presidente del Consiglio. Gli obietta che «il sindacato non ha interesse a che vengano mantenute situazioni di arretratezza». Puntiglioso, richiama alla memoria il contributo dato in tante occasioni importanti: «Il sindacato italiano propose in splendida solitudine la privatizzazione del rapporto di lavoro nel pubblico impiego». Ma a D'Alema la storia, anche significativa, alle spalle non basta. Si attende di più da Cofferati, un maggiore impegno nella battaglia per rendere «il Paese più giusto, una battagha che impone scelte a volte non facili nemmeno per noi, nemmeno per il governo». La grana delle pensioni attende. E le posizioni restano lontane. D'Alema insiste sulla necessità di intervenire per la previdenza e di farlo presto: «Bisogna ragionare se sia stato saggio stabilire la data del 2001 per la verifica dei conti, anno in cui ci saranno le elezioni». Cofferati non accetta: «La scelta del 2001 non è stata casuale. La data fu decisa in base al fatto che una verifica in tempi brevi sarebbe priva di elementi reali di valutazione». D'Alema taglia corto: «I sindacati hanno firmato mi accordo per la verifica della previdenza nel 2001. Altre organizzazioni come gli artigiani e i commercianti non hanno firmato quell'accordo e possono voler discutere prima». Poi, l'ultima sfida: «Si può prevedere anche un tetto ai trattamenti previdenziali. Si deve partire dai privilegi. Non troverete in me un difensore di alcun privilegio». Una foto d'archivio del presidente del Consiglio Massimo D'Alema con il segretario generale della Cgil Sergio Cofferati

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