Finanziaria e riforma pensioni Una manovra in due tempi? di Stefano Lepri
Finanziaria e riforma pensioni Una manovra in due tempi? IERI FOSSA AL QUIRINALI ME Finanziaria e riforma pensioni Una manovra in due tempi? retroscena Stefano Lepri ROMA Per evitare lo scontro tra governo e sindacati sulle pensioni, si studiano i tempi. E forse non è un caso che il presidente della Confindustria Giorgio Fossa sia uscito ieri dal Quirinale - dove il presidente della Repubblica ha terminato gli incontri con le forze sociali - con una proposta nuova, di diluizione dei tempi. Fossa, come tutti, sa bene che rimandare le decisioni al 2001, come chiedono i sindacati, significherebbe non far nulla, perché il 2001 è un anno di elezioni; però «si potrebbero adesso definire le soluzioni, e poi farle scattare magari nel 2001». A Cgil, Cisl e Uil questa ipotesi non va bene lo stesso. Ma da parte degli imprenditori è un messaggio importante: mostra che da parte loro non c'è nessun oltranzismo sul tema previdenza, e che invece sono anche altre le questioni da affrontare urgentemente, per esempio la flessibilità del lavoro. «Dovremo tutti impegnarci di più, a cominciare da noi - ha detto ancora il presidente della Confindustria - ma anche tutte le altre parti sociali: dobbiamo cogliere i segnali di ripresa e rilanciare questo Paese che, purtroppo, cresce ancora poco». Magari per caso, gli incontri che Carlo Azeglio Ciampi «aveva programmato da tempo» (ieri sono andate al Quirinale anche l'Associazione bancaria, la Lega delle cooperative e la Confesercenti) sono stati un elemento distensivo m questi giorni. Il «rilancio della concertazione» che ne emerge porterebbe ad aprire un negoziato complesso tra governo e forze sociali, con vari capitoli di dare ed avere. All'interno della maggioranza intanto si discute su come evitare un muro contro muro a settembre tra governo e sindacati; con il rischio che la maggioranza smetta di essere tale, secondo la minaccia pronunciata ieri dal leader del Pdci Armando Cossutta. Per esempio nell'incontro tenuto al Cespe, il centro di studi economici vicino ai Democratici di sinistra, si è esaminato soprattutto il lato positivo della riforma dello Stato sociale. La finora imprecisa «riforma degli ammortizzatori sociali», si è detto, dovrebbe sostituire alla cassa integrazione una forma di indennità di disoccupazione anche per gli ex dipendenti delle piccole imprese o dell'artigianato, che la cassa integrazione non l'hanno mai avuta. Sarebbe una misura gradita agli imprenditori e non certo invisa ai sindacati. Se apparisse più chiaro che è questo - tutelare meglio i disoccupati - lo scopo per cui si vuole risparmiare sulle pensioni di anzianità, mantenendo al lavoro diverse decine di migliaia di cinquantenni, forse la distanza non sarebbe incolmabile; specie se a Cgil Cisl e Uil non si chiedesse un sì o un no subito, entro il termine per varare la legge finanziaria che è la fine di settembre, ma ima apertura di negoziato con tempi più lunghi. Il massimo consentito è aprile, scadenza della delega per gli «ammortizzatori», ma si cercherebbe di non arrivare proprio a ridosso. Da parte di Massimo D'Alema c'è tuttora una forte spinta a «fare tutto quello che serve» ossia una riforma del Welfare che stabilizzi la spesa previdenziale negli anni e modernizzi gli interventi a favore dei disoccupati. E potrebbe esserci il calcolo politico di alzare la posta per evitare che il governo si logori. Ma al Cespe si è osservato che, se decidere subito per dimostrare che il risanamento della finanza pubblica è compiuto e per togliere incertezze ai lavoratori vicini alla pensione, non è tuttavia necessario che tutte le misure vadano in vigore subito. C'è un punto di contatto con quanto ha detto il presidente della Confindustria. Restano comunque numerosi, nella maggioranza, quelli che ii problema pensioni vorrebbero evi tarlo del tutto. Mentre Cossutta, contrario «a qualsiasi ipotesi di tagli alla previdenza» e a ogni razionalizzazione dello Stato sociale non concordata con i sindacati, fa presente che «i ventuno deputa ti comunisti, viste le attuali fibril lazioni del centro, ricoprono un ruolo sempre più importante per la tenuta della coalizione». «Non vorremmo - conclude il leader del Pdci - che qualcuno se ne accorges se troppo tardi». Il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi
Persone citate: Armando Cossutta, Carlo Azeglio Ciampi, Cossutta, Giorgio Fossa, Massimo D'alema
Luoghi citati: Roma
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