Greenspan pronto ad aumentare i tassi Usa di Ugo Bertone

Greenspan pronto ad aumentare i tassi Usa Il banchiere centrale: la stretta se saliranno i prezzi o il costo del lavoro. «Attenti alle azioni troppo alte» Greenspan pronto ad aumentare i tassi Usa La Fed minaccia e le Borse sbandano Ugo Bertone un Ano «La Federai Reserve agirà con rapidità e con forza se i prezzi saliranno». E ancora: «Se nuovi dati indicheranno un'accelerazione del costo del lavoro e aumenti dei prezzi, la Fed agirà rapidamente», Alan Greenspan, signore dei mercati finanziari, pronuncia con la consueta flemma queste parole davanti alla Camera dei rappresentanti Usa. Sono da poco passate le dieci del mattino, a Washington, e Wall Street accusa il colpo. L'indice Dow Jones perde quota, anche perche, dopo il monito sul fronte dei prezzi, Greenspan sottolinea i rischi che i prezzi delle azioni salgano a «livelli insostenibili». In Europa, Italia compresa, le Borse avevano intanto già registrato nuovi ribassi in vista delle paioli! del più importante banchiere del mondo: dallo 0,2 per cento di Parigi all'1,37 di Francoforte, passando per lo 0,32 per cento di Milano (nonostante il volo dello matricole Olidala e Banco Profilo). Eppure, la previsione dei mercati era che Greenspan, dopo l'aumento di un quarto di punto dei tassi a line giugno, l'osse intenzionato a lanciare messaggi più distensivi e accomodanti. Ma Greenspan, almeno all'apparenza, è stato più rigido e severo del previsto. E la City londinese, l'unico mercato del Vecchio Continente aperto alla line dell'audizione, ha accusato un nuovo, ulteriore calo (-0,5 per cento) mentre, sul fronte dei titoli Obbligazionari, l'effetto del le parole del presidente della l'odorai Reserve si sono fatti sentire fin da subito: il Btp decennali-, scadenza maggio 2009, ha perduto addirittura 50 punti mentre la forbice tra Blp e Munii ha toccato 32 punti. Ma davvero quella di Greenspan e una «doccia fredda» per i mei rat i? Anche questo messaggio del numero uno della Federai Keserve non si presta, al solilo, ad una lettura univoca. «Se sono stato chiaro - disse del resto una volta Greenspan ad un senatore - vuol dire che ini sono sbagliato...». E nemmeno quésta volta il presidente della Federai Keserve ha l'alto un'eccezione. Di qui i! gioco delle interpretazioni: il responsabile della politica monetaria Usa e stato piti severo del previsto verso i mercati e sul fronte dei tassi (facendo così concessioni ai falchi della Federai Keserve) ma, al tempo stesso, ha lanciato messaggi confortanti: nel 2000, (piando i mercati non dovranno più fare i conti con un aumento del prezzo del greggio (oggi prima causa del risveglio dei prezzi al consumo) e la cura degli aumenti dei tassi avrà dato i suoi frutti, l'inflazione non l'ara più paura. Il risultato? Dopo l'audizione è lecito attendersi un ulteriore rialzo dei rendimenti dei mercati obbligazionari. Per l'azionario, invece, la speranza è esplicita: meglio che la Borsa si sgonfi da sola, il più presto possibile. La Federai Keserve, insomma, è decisa a frenare la corsa di Wall Street e a raffreddare il motore dell'economia Usa in attesa che altre locomotive, Europa in testa, possano sostituirsi al ruolo svolto in questi anni solo dagli Usa. E, per evitare brutte sorprese, è meglio agire d'anticipo, piuttosto che di fronte a una nuova emergenza. Iid è meglio, infine, ricorrere all'autocontrollo della finanza Usa piuttosto che usare misure choc. Per questo Greenspan, nel corso della sua audizione, ha sottolineato più volle che la Fed non nasconde le sue preoccupazioni in materia di tensione sul mercato del lavoro, dei consumi e dell'euforia borsistica. «Il calo del numero dei disoccupati - ha commentato - e la notevole l'orza della domanda aggregata dicono che dobbiamo essere particolarmente in guardia contro i rischi di inflazione». E, per quanto riguarda la Borsa, il presidente della Fed ha aggiunto che «vi è il pericolo che, in questa situazione, una prosecuzione ingiustificata e forse euforica dei recenti sviluppi può spiriterò i prezzi delle azioni a livelli insostenibili». Finora, ha aggiunto Greenspnr?, l'aumento della crescita della produttività ha compensato l'inflazione e, secondo le attese di molti economisti, nel futuro andrà nello stesso modo. La stessa Federai Reserve ha rivisto al rialzo le stime sul Pil per il '99 (al 3,5-3,75 per cento) ritoccando al 2,25-2,5 per cento le previsioni sull'inflazione, comunque sotto controllo. L'economia statunitense sta andando bene ma «un rallentamento si verificherà più avanti nell'anno in seguito ad aumenti dei tassi di interesse, saturazione della domanda e frenata della Borsa». «Anche la crescita dei consumi - chiude la stringente analisi elaborata dalla Federai Reserve - dovrebbe rallentare se, come sembra molto probabile, i giganteschi guadagni dei corsi azionari non si ripeteranno». E, almeno per ora, è questo lo scenario che il banchiere dei banchieri ritiene più saggio... WASHINGTON BATTE BRUXELLES L'economia Usa a confronto.con quella(europea; valori in percentuale, ultimi dati ufficiali ANNO ULTIMO TRIMESTRE ULTIMO TRIMESTRE TASSODI DISOCCUPAZIONE ANNUO Il presidente della Federai Reserve Alan Greenspan

Persone citate: Alan Greenspan, Greenspan