Il Corano on line insidia gli ayatollah

Il Corano on line insidia gli ayatollah GB.! ERIEBB »l KHQMIcMI TRA CONSERVAZIONE E APERTURA Il Corano on line insidia gli ayatollah A Qom, tra fede e rivoluzione dei computer reportage f^ìmmo Candito Inviato a QOM GHOLAM che vende collanine e acqua di rose, a prezzi sempre da trattare, ha un panchetto appena fuori dalla moschea dorata di Fatima. «Ci campo», assicura con un filo mesto di voce. Le guance vuote e le braghe che gli scivolano giù suggeriscono che non dev'essere unhel campare. Gholam ha la prima delle banca rei k: di cianfrusaglia religiosa, sulla sinistra; attende i fedeli che arrivano in pellegrinaggio da ogni angolo dell'Iran. «Se non fosse per la nostra santa, allora sì sarebbe dura. I mullah s'intascano ogni ryal che gira da queste parti», e guarda di brutto uno dei pretoni che ci passa accanto, panciuto, tronfio, il largo «abbas» che sventola l'aria calda del mezzogiorno. Qom è la città santa dell'Iran, come dire il Vaticano e la Madonna di Pompei messi assieme. Qui "arrivano a pregare e a battersi il petto colonne compatte di fedeli, divisi poi su due schiere, gli uomini che entrano dal grande portone dorato e le donne dal portone tutto specchietti. La folla preme e spinge come pecore tenaci, qualcuno spruzza compassionevoli zaffate d'acqua di rose sulle teste bagnate di sudore. Ma guardie barbute dicono che no, non si passa, «Stop, mister» anche se fingi di non capire e ti sei già tolto le scarpe come ogni buon devoto. La tomba di Fatima spetta ai musulmani. A te resta solo di far da spettatore invidioso, dentro l'abbraccio dell'ombra del portico. Qom, quando cominciò la rivoluzione di Khomeini, aveva 150 mila abitanti; ora ne ha un milione e mezzo. In Iran la religione è un dovere e un business, e Qom ne è la capitale. %Ha 21; scuole di dottrina islamica, 20 mila studenti da ogni parte del mondo. Nel marciapiedi di terra il caldo ristagna; i mantelloni dorati dei mullah riempiono le strade, le donne vanno mute dentro il chador, nero, impenatrabile, stretto fin sotto gli occhi. C'è caldo, polvere, folla, puzza rancida, potrebbe essere Samarcanda o Erzurum mille anni fa; qui il Medio Evo ò ancora la vita quotidiana. Ma nella grande biblioteca dell'ayatollah Maarashi il futuro è già dentro. Muarashi era un santone che amava i libri sopra ogni altra cosa. «Quando volete farmi un'offerta, portatemi uno dei vostri libri», diceva ai suoi fedeli. Doveva averne molti, ora la biblioteca è sepolta di testi preziosi; c'è anche una Bibbia in pelle di daino del 1200. Ma la sorpresa non sta 11, è nella sala che trovi sul fondo: ha tre grandi tavoli affollati di computer, e ci entri dopo che ti sei tolto le scarpe, come in moschea. «Stiamo informatizzando i nostri volumi, ne abbiamo fatto anche dei cd-rom», spiega il giovanotto con la barba nera e senza calze. Nel silenzio si sente solo il respiro lieve del condizionatore e il tic-tic-tic della tastiera del computer. Fuori continua il caldo rancido, Gholam con la sua acqua di rose a prezzo da trattare è un mondo lontano nel tempo. Il giovanotto senza calze forse non lo sa ma quel suo tic-tic-tic sta raccontando la rivoluzione. L'Isiàm messo «on line» non è soltanto il trasferimento digitalizzato delle pagine di vecchi libri; il computer ha infranto l'esclusività del sapere, e ora il repertorio classificato nella memoria elettronica si apre alla consultazione immediata. In un sistema dove l'interpretazione della I/!gge era il fondamento del potere, la giurisprudenza si fa democratica. E gli ayatollah sentono che va scivolando via dalle loro mani il dominio politico che - attraverso la religione - imponevano a questa società. Quando Khomeini fondò la repubblica islamica, gli uomini buttarono via la cravatta e le donne indossarono il chador. Il costume cambiò in uno schizofrenico recupero dei tempi di Maometto, ma quella era solo la superficie, l'ap¬ parenza. Il cambio più profondo avvenne' dentro il' corpo della società, dove la religione dell'Isiàm si fece sistema. Una rete di turbanti bianchi e neri (i neri sono quelli dei Seeyed, i discendenti del Profeta) si allargò su tutti gli anfratti della vita quotidiana, presente dovunque, vigilante, decisiva. Oggi ì mullah fanno il mestiere dei commissari politici della vecchia Urss, stanno in ogni ufficio pubblico, in ofjni ente, in ogni società commerciale, fianco a fianco con manager e dirigenti dello Stato ma dotati di un potere òuperiore perchè «responsabili ideologici» di ogni decisione. Prendono lo stipendio dallo Stato, il loro timbro d'approvazione è obbligatorio. «Fare ilmullah è la carriera più sicura», dice con rabbia Gholam. Un mullah che non prenda lo stipendio dallo Stato campa con quello che gli danno i fedeli della sua moschea - il «sahme imam», un quinto del loro avere - e con la parte che gli spetta dalle donazioni fatte al clero e gestite dalla Fondazione dei Beni Religiosi. Pare che non ne campi male. In una società ancora culturalmente rurale, conservatrice nei costumi, legauu alla tradizione, il mullah conserva un ruolo importante, è maestro di vita, modello d'ispirazione, confidente, giudice dei dubbi quotidiani. Ma da vent'anni ha anche il potere politico, e la sua influenza si è fatta ora più forte, perfino più autorevole. Diventata incontestabile, si è presa però in rivalsa il disprezzo popolare, per questa pervasività insopportabile, senza confini. La vecchia figura del muli,il: Nusrodin Jafah stupido, avido, ingordo, viene ora aggiornata nelle nuove storie dei mullah che mescolano politica e affari, citano a memoria Maometto ma poi gestiscono un patrimonio ingente di terre, guidaio la proghiera nella moschea e si ^rendono i ricchi proventi delle jartecipazioni pubbliche. Oggi la sopportazione è arrivata allunile della rottura. Aveva cominciato tre anni fa il filosofo Abdel Karim Soroush, che proponeva una interpretazione del Corano dove non era più obbligata l'identificazione tra potere religioso e potere politico. Soroush era stato uno dei padri della rivoluzione khomeinista, il suo intervento (che nessuno poteva permettersi di definire controrivoluzionario) apriva ora la strada a una possibile delegittimazione del sistema politico iraniano. Lo presero a fischi e a bastonate, dovette rifugiarsi in Inghilterra; ma era stato aperto un cammino. Lo hanno chiamato il Martin Lutero dell'Islam, era soltanto l'interprete di un sentimento collettivo che poco dopo avrebbe portato al trionfo elettorale di Kliatami. Ixi fine del monopolio dell'interpretazione della Legge, con il 1 a voro de i com pu te r di Goni, arri va in un tempo nel quale si va anche consumando la tenuta del l»tere dei mullah su ogni aspetto della vita iraniana, pubblica e privata. La rivoluzione di Khoemini è arrivata al capolinea, il sogno del ritorno alle origini si sta consumando nello scontro con la modernizzazione della società. A Qom continuano a spruzzare acqua di roso sulle teste madide doi pellegrini, ma anche i computer continuano la destabilizzazione della mullahcra/.ia. La grande biblioteca dell'ayatollah Maarashi viene duplicata su cd-rom Finisce il monopolio dell'interpretazione della Legge da parte dei mullah E si prepara la modernizzazione Studio e preghiera in una moschea In una società ancora rurale e conservatrice nei costumi com'è quella iraniana, il mullah, l'uomo santo, è il punto di riferimento assoluto. E fare il mullah è la carriera più sicura. Il loro stipendio arriva dallo Stato o dalle offerte dei fedeli che secondo la legge islamica cedono un quinto dei loro averi L'ayatollah Ali Khamenei, Guida Suprema, espressione di una visione teocratica della società, dove il potere religioso coincide con quello politico .—■ « L'ARMATA DEGÙ \ UOMINI SANTI Studente della madrasah, scuoia coranica MULLAH Dottore della legge Islamica, diplomato dopo sette anni di studi di grammatica araba, retorica, logica, e altri otto anni r di filosofia, scienze naturali e letteratura KOJAT-UL- ancora due o tre anni di studi e di ricerche sul diritto islamico e sulla teologia AYATOLLAH Titolo conferito ad personam ' (da ayat=segno di Dio), per gK hojat-ul-istam che abbiano compiuto studi ulteriori, abbiano pubblicato almeno un testo sull'insegnamento religioso dell'Islam, e abbiano raccolto un . adeguato numero di discepoli GRANDE | AYATOLLAH ! Titolo eccezionale, attribuito soltanto a pochi eletti (non più di 6 contemporaneamente), per l'alto valore delle loro pubblicazioni teologiche e per la quantità di fedeli che li scelgono a modelli di vita ULEMA E1 il plurale di ALIM e indica nella lettura sunnitaein quella sciita uno studioso di teologia, un dotto conoscitore della legge islamica tyMw^w»«M«»m*«w'w))'jiJi.j>'<ii»)i'

Persone citate: Abdel Karim, Ali Khamenei, Gholam, Guida Suprema, Khomeini, Martin Lutero, Profeta

Luoghi citati: Goni, Inghilterra, Iran, Pompei, Qom, Urss