IL MARE NEL DESTINO DIJFK
IL MARE NEL DESTINO DIJFK IL MARE NEL DESTINO DIJFK Andrea di Robilant WASHINGTON 10 davvero non so perché tutti noi siamo così legati al mare. Ma penso che sia perché è da lì che veniamo. E quando andiamo a mare - per uscire a vela o anche solo per ammirare l'oceano - stiamo semplicemete tornando verso il luogo delle nostre origini». Era il 14 settembre del 1962, la vigilia della Admiral's Cup, e il presidente John Kennedy, padre di John Kennedy junior, stava meditando a voce alta a Newport, nel Rhode Island. Quella divagazione è rimasta una delle sue più celebri e ieri non poteva non tornare alla niente. In quell'occasione il Presidente Kennedy aggiunse: «Esiste una verità biologica interessante legata al fatto che siamo così legati al mare: la percentuale di sale nell'oceano è esattamente la stessa di quella che abbiamo nel sangue. Per questo il nostro sudore è salato. E pure le nostre lacrime». Non è detto che tutti gli uomini si sentano legati al mare alla stessa maniera. Ma certamente tutti i Kennedy hanno sempre amato l'oceano intensamente. Tanto che questo amore è diventato negli anni l'elemento centrale dell'iconografia di famiglia: John Kennedy a vela con Jackie, Bob Kennedy che corre sulla spiaggia rincorso dal cane, le passeggiate del clan sul bagnasciuga di Hyannisport, le uscite di John Kennedy junior in kayak a Martha's Vineyard (anche in pieno inverno). Pare che JPK junior avesse dato precise istruzioni perché la sue ceneri venissero sparse in mare. Ma anche in assenza di quelle istruzioni la decisione della famiglia di spargere i suoi resti in quello specchio di mare che conosceva così bene appare del tutto naturale, quasi inevitabile, Un ritorno alle origini, come avrebbe detto suo padre (tra l'altro è di poche settimane fa la rivelazione che la bara originale in cui venne posto il corpo di John Kennedy dopo l'attentato di Dallas, venne fatta cadere segretamente in mare da un aereo della U.S. Navy nel 1964 su ordine del fratello, Robert Kennedy, l'allora Guardasigilli). Sabato scorso, il giorno dopo la tragedia, l'attenzione dei media si concentrò sul rifugio dei Kennedy in riva al mare. A metà giornata Ethel Kennedy, zia di John Kennedy junior e matriarca del clan, uscì a vela con alcuni figli per lenire il dolore e trovare - attraverso il contatto con il mare - la forza per andare avanti. E in un certo senso anche la cerimonia di ieri, con i Kennedy che salivano a bordo del destroyer Sanibel per rendere omaggio al loro adorato cugino, era l'ennesima uscita a mare di questa famiglia.
Luoghi citati: Dallas, Rhode Island
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