«Caccerò chi ha perso la fede leghista»

«Caccerò chi ha perso la fede leghista» «Caccerò chi ha perso la fede leghista» Bossi: ogni tanto bisogna fare un po'di pulizia { reportage PinoCorrias MILANO ALLORA sì: ci saranno faville e anche «un po' di decapitazioni» (Bossi) nell'arena leghista, domani e domenica a Varese, congresso straordinario. Parola d'ordine: rinascere dalle «ceneri degli inciuci» (ancora Bossi), sgomberando persone e accordi «maleodoranti» (Borghezio), ripulendo il movimento «dai tradimenti» (Calderoli), perché tutto torni «nelle mani dei soldati della Rivoluzione, i soldati di Pontida» (Boso). A noil Sarà roba forte Eer palati forti, o almeno semra. «Sarà - come dice il segretario organizzativo Salmoiraghi - il momento di riascoltare il Capo». Proposito che va inteso in senso letterale essendo che Umberto Bossi parlerà sia domani che domenica e quel che dirà non promette niente di breve. «E' venuto il momento - dice Bossi con voce sassosa - di ripulire il movimento. Ogni tanto bisogna farlo. Abbiamo avuto il Gnutti che era un missino, e poi il Comencini, fascista anche lui... C'è stata la povera rivetti. Tanti pusillanimi sono stati cacciati, briciole che sono tor- nate nel nulla». Dice: «Chi ha perso la fede dovrà sgomberare. Chi fa le trame con Berlusconi, via. Chi architetta accordi sottobanco con D'Alema, via. L'asse della nostra lotta sarà: Nord-controRoma e chi ancora si perde nel §ioco destra-sinistra deve anare a giocare da un'altra parte. E' chiaro?». Chiarissimo. A occhio l'ex astro Domenico Cornino (che per l'appunto si accordò alle ultime disastrose amministrative con il Polo in Piemonte) verrà vaporizzato. E dietro alla sua caduta se ne profilano parecchie, almeno se si dà retta al pugilistico Erminio Boso: «Non solo Cornino, ma gente in Friuli, in Lombardia... Quei certi signori delle poltrone che a Roma ci sguazzano. Che chiedono il rimborso benzina per andare a fare i comizi». La faccia è di uno che ci sputa sopra. E poi: «A Pontida non ho parlato, ma se a Varese non mi daranno la parola, passo alle maniere forti». Per ora le maniere forti le ha usate l'elettorato. Tra amministrative e Europee, la Lega è finita dimezzata, dall'8 al 4,5 per cento. Generando litigi orizzontali e verticali, il commissariamento della federazione Piemonte (dopo tre federazioni in Lombardia) e una percepibile stanchezza persino tra i 120 mila tesserati che oggi respirano sparpagliati nel sordo Nord, per lo più astensionista e bipolare in quel che avanza. E' l'identico Nord che svezzò Bossi, lo blandì negli anni d'oro consegnandogli voti e vette (compresa quella di Milano) sino ai giorni verdiani del Po, l'ampolla, il giuramento a Venezia con il vento e le cravatte, e tutte quelle coreografie buone per i media e per una secessione di cartapesta. «Quella volta - dice invece Bossi arrivammo a un millimetro dall'obiettivo. Ci fregò l'euro. La Francia e la Germania si accordarono con Roma per farci entrare nella moneta unica. Loro volevano tagliare le gambe alle imprese padane che a lira debole avrebbero conquistato tutti i mercati. E Roma voleva semplicemente salvarsi la pelle». Da quella sconfitta di ieri, la sconfitta di oggi. Dalla sconfitta di oggi, la spallata di domani (e dopodomani) che Bossi fa lampeggiare con la nuova parola d ordine declinata in maiuscolo: «Questione Settentrionale». O anche: «Questione del Nord». E persino: «Battaglia Frontale». Bossi si prepara a intraprenderla in coppia con il luogotenente più in ascesa, il Giancarlo Fagliarmi già messo in cima ai 54 deputati leghisti, che batte e ribatte sulla storia del «del 70 per cento». Si spiega: «Detto in due parole: il 70 per cento delle tasse dovrà rimanere alle Regioni, come risorsa e disponibilità dei residenti. Questa è la lotta di domani, la nostra trincea. Nessun accordo con gli altri partiti o qualunque accordo con gli altri partiti, per me vanno benissimo. Chi se ne frega». Ma davvero il tema della alleanze è così secondario? E all'opposto: davvero non pesa e non peserà l'isolamento della Lega? Bossi spazza l'aria e ride: «La solitudine della Lega non è importante. La solitudine è un falso problema. Anzi è un problema romano, un inganno che confonde. Perche la solitudine pesa solo a chi non ha la fede». Scusi, ma non pesa (specialmente) a chi non ha ì voti? «Sbagliato! E' la fede che ti fa fare le belle battaglie. E' la fede che trascina e convince. Che allarga il consenso e poi anche i voti». Dice ancora: «Dobbiamo tornare agli ideali por avere identità. Per essere sempre una cosa ben specifica, né Polo, né Ulivo, ne Roma. In caso contrario diventi generico e quindi, fatalmente, invisibile». Gli invisibili non prendono voti. Dunque sono le premesse della sconfitta. E chi persegue la sconfitta o è un fesso o è un traditore. Perciò rieccoci a Co mino. E alla sentenza di Mario Borghezio: «Se farà 300 passi indietro bene, ma se lui e altri dirigenti perseguiranno con arroganza Terrore, allora il con gresso li massacrerà. Nessun buonismo romano, perché la regola padana è chiarissima chi sbaglia paga». Inutile dire che tanti cocci messi assime assomigliano a un capro espiatorio. Inutile, per esempio, dirlo a Bossi. «Ma quale capro espiatorio! Comi no e gli altri manovravano da almeno un anno. Me ne ero accorto già a Pontida, ma eravamo ali giorni dalle elezioni e non potevo decapitarlo lì, sul posto. Cosi ho aspettato e dopo il voto, quando l'ho chiamato, lui si è messo a piangere». Ha pianto sulla Lega versata. E a Varese Bossi ci andrà con lo straccio. Boso: basta Signori delle poltrone che a Roma ci sguazzano A Pontida ho taciuto ma se ora non mi lasciano parlare passerò alle maniere forti II senatur: «Cornino un capro espiatorio? Era un anno che manovrava, quando l'ho chiamato a rapporto si è messo a piangere...» O sforzo ativo: estate, tra gosto 50) time: 92 8,7% 95 8,4% 94 6,6% 96 10,1%. 99 4,5% ta» izia {