I NERVI SCOPERTI DELL'ECONOMIA di Mario Deaglio

I NERVI SCOPERTI DELL'ECONOMIA I NERVI SCOPERTI DELL'ECONOMIA Mario Deaglio IN una Roma che aspetta di andare in ferie, governo e sindacati si affrontano con sottilissimi colpi di fioretto. Si studiano, saggiano l'avversario con qualche breve affondo, sono consapevoli che la partita sarà lunga; e soprattutto non parlano di pensioni, che è poi l'unica cosa di cui varrebbe veramente la pena di parlare. Preferiscono invece discutere di concertazione, un termine che può avere molti significati e ovattare molti contrasti. A questa sofisticata partita romana - in cui un governo dalla maggioranza sfilacciata si confronta con un sindacato dal consenso in declino, sotto lo sguardo di un'opposizione priva di un vero programma - fa riscontro la realtà di un'economia che, sia pure in sordina, ha cominciato a migliorare. E' cresciuta la produzione media giornaliera dell'industria, un miglioramento leggero, quasi impalpabile ma che rappresenta l'unica speranza di superare, senze avere traumi politici, le scelte sui tagli della prossima Finanziaria. E lo stesso, leggero, aumento dell'inflazione può essere indizio di un'economia un po' più dinamica. Ai giochi lenti della politica e dell'economia italiana di fine luglio si contrappongono gli avvenimenti, difficilmente prevedibili, dell'economia globale. Il Nordamerica continua a correre, una crescita che aiuta l'Asia a uscire dalle sue difficoltà, ma la Borsa americana ha bruscamente invertito la rotta. E ieri sono bastate poche parole del mitico governatore Greenspan a diffondere tristezza e pessimismo. Un'economia così nervosa è pericolosa e appare legittimo chiedersi se sia preferibile la concertazione o la globalizzazione di mercato; i governi europei puntano chiaramente alla concertazione, i mercati puntano alla globalizzazione. In Europa, la disoccupazione è attorno al 10 per cento e decresce solo molto lentamente; nell'economia globale degli Stati Uniti è inferiore al 5 per cento, con occasioni di lavoro assai meno sicure ma assai più abbondanti. E' questo dilemma tra una globalizzazione dai molti rischi e dalle molte durezze e una concertazione dai risultati poco entusiasmanti che anima le calde giornate di fine luglio. Quasi una meditazione su quello che verrà e sui rischi che bisogna correre per non essere tagliati fuori dalla grande corsa dell'economia.

Persone citate: Greenspan

Luoghi citati: Asia, Europa, Nordamerica, Stati Uniti