Una disabile a Ciampi «Voglio fantasia»

Una disabile a Ciampi «Voglio fantasia» Roma, lettera-denuncia al Presidente Una disabile a Ciampi «Voglio fantasia» ROMA «Ci si rimprovera che la nostra reclusione non è dovuta ad uno sbaglio umano, ma ad un errore della natura. A tale errore vorrei, per quanto mi costa, porre rimedio: è per questo motivo che, formalmente, le chiedo di farmi riconoscere il diritto all' eutanasia». Stanca dei «piccoli e grandi diritti ogni giorno negati», Germana Lancia, una giovane di 37 anni, disabile, per una forma di artrite reumatoide progressiva, contratta all'età di 12 anni ha lanciato anni, ha lanciato questa richiesta provocatoria con una lettera al Presidente della Repubblica, al presidente del consiglio e presidente della commissione europea. È una idea che non nasce da una persona depres- abitutt^m0 battere come un leone: nel '95, in dif di dirii difesa dei diritti dei portatori di handicap, ha manifestato da sola, con la sua carrozzella, per due giorni davanti al Quirinale. Nonostante tutto si considera fortunata: è carina, ha una famiglia stupenda, molti amici, vive nella Casa dello studente di Roma (è originaria di Canistro, L'Aquila), dove è assistita 24 oro al giorno, ha vinto un concorso, ha un lavoro, una laurea in giurisprudenza e sta prendendo la specializzazione. Ma spiega di voler ricorrere all'eutanasia, non perchè non abbia più voglia di vivere: «Anzi, amo la vita nelle sue mille sfaccettature, ma non sopporto di veder represso ogni slancio verso un'esistenza comune». «Sono stanca - scrive nella lettera - di questa apparente libertà, in cui il diritto all'uguaglianza è soppresso. Con il tempo mi sono abituata a veder ridotto il mio diritto alla vita, ma non ho mai saputo rinunciare alla liberta e e alla dignità ». Secondo Germana Lancia, le persone disabili, in Italia, si dividono in due categorie: quel¬ le da sempre recluse in istituti «a scontare pene per reati mai commessi» e quelle che vivono in abitazioni private. Ma, se sono malate mentalmente, «vengono emarginate come fossero bestie pericolose» e, se hanno problemi di natura fisica o sensoriale, non riescono a vivere dignitosamente comunque. Non possono accedere nei locali aperti al pubblico, compresi i luoghi di culto; non possono circolare liberamente, non hanno possibilità di compiere atti normali, senza l'aiuto di altre persone. Germana dice di aver creduto nell'attuazione del principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione e di aver sognato di poter incontrare un bambino che la guardasse senza sgranare gli occhi e setazar pheiì la mamma,' imbarazzata, lo invitasse «a non guar dare». «Sarebbe stato bello - osservai ancora - se le persone disabili, in Italia, avessero avuto dalle istituzioni la stessa attenzione rivolta a persone che pur in passato hanno seminato dolore. Ritengo sia giusto perdonare chi sbaglia, ma è veramente ingiusto che, per noi, non ci sarà mai alcuna amnistia». «Chiedere il riconoscimento del diritto all'eutanasia è il segno del fallimento, non dell'individuo, ma della società» commenta l'onorevole Antonio Guidi. «Voglio conoscere Germana, è una persona che rispetto - ha detto l'ex ministro della Famiglia -, uno dei 300mila prigionieri di se stessi che ha avuto il coraggio di strillare il suo dolore, chiedendo con forza, in maniera provocatoria, la vita. Non la morte». «Non possiamo dire ha denunciato - di essere contro l'eutanasia e nel frattempo, però, non rimuovere quei motivi che spingono talmente tanto alla disperazione da cercare la morte. E a questa società che dobbiamo dire no». (r, cri.l «Non sopporto di rinunciare a ogni slancio verso una esistenza normale* i Germana Lancia, la giovane di 37 anni disabile che ha chiesto il diritto all'eutanasia

Persone citate: Antonio Guidi, Ciampi, Germana Lancia

Luoghi citati: Canistro, Italia, L'aquila, Roma