D'Alema difende il giro di vile sui kosovari

D'Alema difende il giro di vile sui kosovari I>e associazioni reagiscono duramente: «Ottenere asilo dagli abusi è un diritto fondamentale» D'Alema difende il giro di vile sui kosovari «La guerra è terminata, non possiamo più accettare rifugiati» ROMA Mentre in Puglia continuano gli sbarchi dei clandestini, circa 130 nelle ultime ore, il presidente del Consiglio Massimo D'Alema ha confermato che gli immigrati che giungono dal Kosovo non troveranno più accoglienza come profughi in Italia. Una conferma che ha determinato una serie di reazioni negative. «Quando c'era la guerra, c'era la guerra - ha affermato dal palco del "Maurizio Costanzo Show" - e c'era un decreto per accogliere i rifugiati, riservando loro accoglienza temporanea e protezione. Adesso la guerra è finita e non possiamo più accettare rifugiati». «Oggi • ha spiegato il premier - c'è un contingente internazionale che ha il compito di proteggere tutte le minoranze che vivono in Kosovo, tutte, e lo sta facendo». Una delle reazioni più dure viene da Amnesty International: «È un'azione che non fa che peggiorare una situazione già grave» scrive in una lettera aperta al presidente del consiglio, il presidente della sezione italiana di Amnesty, Daniele Scaglione. «Sostenere che la fine dei bombardamenti significhi la fine delle violenze è un'ingenuità incredibile» scrive ancora Scaglione, che ricorda come «nella vicina Bosnia la guerra è formalmente finita da anni, eppure molti rimpatriati a forza dai Paesi europei vengono ancora oggi attaccati e uccisi». Secondo ^presidente di Amnesty, inoltre, «il governo italiano, come e più degli altri, si sta impegnando in favore della giustizia nel Kosovo. Ma quale credibilità può mettere in campo - si chiede - se la nostra preoccupazione principale sembra quelle di limitare il più possibile l'arrivo dei profughi?». «Ottenere rifugio dagli abusi è un diritto umano fondamentale da riconoscere a chiunque ne abbia realmente bisogno aggiunge - e per verificare tale condizione di necessità occorre analizzare i singoli casi, non emanare provvedimenti che riguardano gruppi dì popolazione: diversamente - conclude - i discorsi in favore dei diritti umani sono solo chiacchiere a vuoto». «Una decisione del genere deve essere presa per legge, dopo un dibattito parlamentare e non in un vertice ministeriale», dice poi Loretta Caponi, presidente del Forum della comunità straniere. «In ogni caso - conclude - l'emergenza non è ancora unita: non si può mettere sullo stesso piano chi arriva dal Kosovo e chi arriva dal Marocco». Anche secondo Sergio Briguglio, esperto di problemi dell'immigrazione della Caritas di Roma, i profughi provenienti dal Kosovo non possono essere immediatamente espulsi: «Prima di tutto - afferma - se presentano domanda dì asilo questa deve essere esaminata. Secondo: anche se non presentassero la domanda vale sempre il principio del 'non respingimento'', secondo cui nessuno può essere respinto verso un Paese a rischio». «No, non è così. È una sciocchezza considerarli irregolari». Giudìzio negativo anche, dal Consorziò italiano di solidarietà: «Respingere chi arriva senza concedere loro nemmeno il diritto di fare domanda per ottenere l'asilo politico sarebbe un atto criminale - osserva Elena Benvenuto, responsabile dell'ufficio di Trieste - anche perchè chi arriva in questi giorni è vittima dei regolamenti di conti che si sono scatenati alla fine del conflitto». le. st.] Amnesty: «Ingenuo pensare che la fine dei raid significhi la fine delle violenze»

Persone citate: D'alema, Daniele Scaglione, Loretta Caponi, Maurizio Costanzo, Scaglione, Sergio Briguglio