Catturato in Moldavia un vice di Ocalan

Catturato in Moldavia un vice di Ocalan Membro della direzione del Pkk, aveva un passaporto tedesco. Imbarazzo in Germania Catturato in Moldavia un vice di Ocalan Consegnato ai servizi turchi, è già sotto interrogatorio ANKARA Un classico intrigo internazionale, con tanto di servizi segreti, imbarazzi diplomatici, notizie date a meta, poi smentite, poi confermate a poco a poco. La cattura di Cevat Soysal, a quanto pare alto dirigente in Europa del Partito dei lavoratori curdi (Pkk), è stata trionfalmente annunciata ieri dal primo ministro turco Bulent Ecevit. «E' stata un'operazinne di successo - ha detto il premier -, In un Paese europeo, un uomo cosi importante è stato preso e portato in Turchia. Mi congratulo ancora una volta con i servizi segreti nazionali». Secondo Ecevit Soysal sarebbe il numero due del Pkk, ed avrebbe preso in mano l'organizzazione curda dopo l'arresto in Kenya, nel febbraio scorso, del leader Abdullah Ocalan. Poco dopo la tv turca Ntv precisava che a Soysal facevano capo l'addestramento delle reclute e l'organizzazione logistica del Pkk in Europa, ed affermava che la sua cattura era avvenuta in Germania, mentre la Atv diceva che era in possesso di un passaporto tedesco e forniva il suo «nome di battaglia»: Cernii Mehmet Hoca. Infine, i servizi segreti diramavano un comunicato di conferma ed una fotografia di Soysal che, bendato, veniva aiutato da due agenti in passamontagna nero a scendere da un piccolo aereo privato. «E' stato condotto in una località segreta per essere interrogato», riferivano i servizi. Tutto più o meno come per la cattura di Ocalan, tutto chiaro, anche, quindi. Niente affatto. Innanzitutto perché poche ore dopo l'annuncio di Ecevit è giunto ad Ankara in missione diplomatica il ministro degli Esteri tedesco Joschka Fischer, leader dei Verdi e, quindi, particolarmente sensibile alle ragioni dei curdi. Ma soprattutto perché la Procura generale tedesca, da Bonn, cadeva completamente dalle nuvole; «Non .sappiamo chi- sia», diceva una portavoce. Così, nel corso del pomeriggio, sono arrivate smentite e precisazioni. La signora Mizgin Sen, portavoce del Pkk a Bruxelles, ha riferito che l'arresto era stato effettuato in Moldavia, e che Soysal, godendo dello status di rifugiato politico in Germania, era in possesso di un regolare passaporto tedesco. Più tardi un comunicato del Fronte di liberazione del Kurdistan (Ernk), ala politica del Pkk, precisava che Soysal ò un suo membro, che è stato arrestato dai moldavi il 13 luglio, e che solo ieri è stato consegnato ai servizi segreti turclii, che l'hanno subito portato ad Istanbul su un aereo privato. La nota smentiva però che l'uomo coprisse un qualsiasi ruolo di rilievo all'interno dell'organizzazione. La stessa versione veniva data appena dopo da un portavoce dei servizi tedeschi, citato dall'agenzia Dpa: «Soysal non è il numero 2 del Pkk». Piccato, lìcevit precisava: non è slato preso in Germania, ma «in Europa». 1 servizi turchi rispondevano che si tratta sì del nume- ro duo del Pkk, ma in Europa e non in Turchia, e l'agenzia turca Anadolu, per dar peso alle affermazioni delle autorità, riferiva alcune frasi tratte da un interrogatorio di Ocalan: «La persona incaricata della Romania è Mehmet Hoca (nome di battaglia di Soysal) ed è lui che organizza gli addestramenti dei militanti del Pkk». Questa versione, più o meno, è diventata quella definitiva. Il ministero dell' Interno del land tedesco Nord-Reno-Westfalia, infatti, ha confermato che Soysal aveva ottenuto asilo in Germania nel 1995, e che col nome di copertura di «Mehmet Hoca» faceva parte della direzione europea del Pkk, con sede a Bruxelles. In quanto rifugiato politico, Soysal aveva regolari documenti d'identità tedeschi e, a quanto risulta, sarebbe stato arrestato in Moldavia almeno sei giorni fa. Intanto, nel silenzio blindato delle autorità moldave, l'agenzia russa Itar-Tass confermava: è stato arrestato a Chisinau. E dalla stessa capitale moldava il locale responsabile del Pkk, Abdullah Khangin, ha accusato i servizi segreti della piccola repubblica ex sovietica di aver arrestato Soysal il 13 luglio, durante una delle sue «visite di lavoro» nel Paese, e di averlo consegnato, «magari in cambio di soldi», ai turchi. Di certo si sa solo che l'uomo è arrivato ieri all'aeroporto di Istanbul bendato, che è stato sottoposto a visita medica e che ora viene sottoposto agli interrogatori dell'antiterrorismo turco. Per il ministro tedesco Fischer, giunto ad Ankara ieri sera per migliorare le relazioni con la Turchia dopo le frizioni del «caso Ocalan», è una bella grana. Tanto più che la nuova aggressività dei servizi turchi all'estero non sembra finora dare risultati sul terreno. Solo ieri nel Kurdistan turco vi sono stati almeno tre diversi attacchi di «terroristi» armati: a Bingol sono stati uccisi due poliziotti di pattuglia; ad Erzincon un commando ha fatto irruzione in un ristorante innaffiando di fuoco i presenti, ferendone sette ed uccidendone uno; ed infine nella provincia di Erzurum un soldato è rimasto ucciso in un agguato, ed un suo commilitone è stato ferito, [f. sq.] Trionfale annuncio del premier Ecevit «Un'operazione di successo» Ma in Kurdistan proseguono attacchi e attentati Ieri 4 morti e 8 feriti Poche ore dopo arrivava ad Ankara Joschka Fischer ministro degli Esteri e leader dei Verdi di Bonn, da sempre attenti alle ragioni della protesta curda Nella foto diffusa dai servizi turchi, due agenti In passamontagna nero aiutano Cevat Soysal, incappucciato, a scendere dall'aereo privato che l'ha portato ad Istanbul. A sinistra, l'esponente curdo In una foto segnaletica di qualche anno fa