Parità scolastica: primo via libera alla legge

Parità scolastica: primo via libera alla legge I cattolici: «Manca un disegno complessivo». Andreotti: «Un giorno positivo». Buttiglione: «Una violazione dei patti». E la Salvato vota «no» Parità scolastica: primo via libera alla legge Borse di studio agli studenti Berlinguer: questo è soltanto l'inizio Flavia Amabile ROMA Vìa libera del Senato alla legge che per la prima volta introduce la parità scolastica tra scuole pubbliche e private con 154 voti favorevoli, 88 contrari, 2 astenuti. Un sì tormentato di un testo approvato dopo un lungo braccio di ferro con l'opposizione e dopo un difficile lavoro all'intento della maggioranza per trovare un accordo che ha costretto il Senato a iscrivere, nel frattempo, all'ordine del giorno un testo proposto dall'opposizione. L'accordo è stato raggiunto giovedì scorso, ma questo non ha impedito i distinguo di Sdi, Ri e soprattutto del Cdu di Buttiglione che ha definito l'intesa «una violazione del patto di governo» e ha minacciato la crisi di governo. Anche il ministro della Pubblica Istruzione Luigi Berlinguer lo ha ammes¬ so: è «solo un primo passo», solo «una tappa e non un traguardo» anche se non può essere considerato «un compromesso dì basso profilo». Contro la politica scolastica del governo si ò espressa anche la Sir, l'agenzia stampa della Cei, la Conferenza episcopale italiana, che ha scelto proprio la giornata di ieri por lamentare come manchi «un disegno complessivo e di grande respiro» e «un'autentica e coraggiosa politica». L'associazione genitori scuole cattoliche ha parlato di «leggo truffa», mentre per Riccardo Pedrizzi di An il provvedimento si riduce a «quattro soldi alle materne ed elementari non statali: un'elemosina». L'accordo sottoscritto dalla maggioranza ■ che ora dovrà essere osaminato dalla Cornerò - prevede l'istituzione di un sistema nazionale di istruzione costituito dalle scuole statoli e dalle scuole paritarie private e degli enti locali. Alle scuole paritarie viene riconosciuta la piena libertà «per quanto riguarda orientamento culturale e indirizzo pedagogico». Vengono assegnate borse di studio di pari importo per gli studenti indipendentemente dalla scuo¬ la frequentata, con priorità per lo famiglie svantaggiato, il cui reddito non superi ì 30 milioni. I fondi stanziati corrispondono a 800 miliardi in tre anni. Si prevode poi un finanziamento di 280 miliardi per lo materno non statali (private o comunali), 60 per le elementari parificate con obbligo di gratuità o 7 a sostegno dei portatori di handicap. La borsa dì studio ammonta a circa 500 mila lire ad alunno, in quanto por il Duemila sono stati stanziati 250 miliardi che dovrebbero arrivare a 300 nel 2001 su un totale di circa 500 mila bambini e ragazzi. La legge prevede sgravi fiscali destinati alle famiglia in base al reddito e prevede che siano le regioni a erogare gli aiuti. I dottagli sull'entità e le modalità dì erogazione saranno fissate con un successivo decreto da emanare entro 60 giorni dall'approvazione. Perchè una scuola possa ottenere il riconoscimento della parità dove soddisfare alcune condizioni: avere un progotto educativo in armonia con la Costituzione e programmi coerenti con gli obiettivi fissati dal ministero; bilanci pubblici; docenti con titolo dì abilitazione: organi collegiali improntati alla partecipazione democratica; apertura a tutti gli studenti senza discriminazioni. Soddisfatto Giulio Andreotti che ha parlato di «un giorno positivo per i cattolici», ricordando come sia «stato impossibile affrontare questo tema in 53 anni di storia repubblicana». Fortemente contraria, in contrasto con il suo partito, la senatrice diossina Ersilia Salvato, mentre il primo firmatario, il senatore Ivo Tarolli del Ccd, si è rifiutato di dare il suo nome a una logge radicalmente modificata dopo il maxiemendamento proposto dalla maggioranza. Pubbliche e private sullo stesso piano Approvata con 154 «tormentati sì» 88 «no», 2 astenuti Qui sconto Ersilia Salvato, a destra Il ministro Luigi Berlinguer

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