«Non siamo più nel Far West»

«Non siamo più nel Far West» LA REAZIONE DEL SINDACO ALBERTINi «Non siamo più nel Far West» «Capisco il linciaggio, ma non lo giustifico» intervista Chiara Berla di Argentine GABRIELE Albertini, siamo a 32 morti assassinati a Milano dall'inizio dell'anno. Rabbia e dolore. Sindaco, Milano, deve rassegnarsi a questa violenza? «Nessuna resa. Intanto solo a fine anno avremo, dati alla mano, un quadro reale della situazione. E poi l'emergenza non ci sorprende, la conoscevamo. Ricordo che prima della mia elozione, già in campagna elettorale, avevamo posto come priorità il tema della sicurezza. Avevamo chiesto una presenza maggiore delle forze dell ordine a Milano. Ebbene ora abbiamo istituito l'assessorato alla sicurezza, per le strade ci sono i vigili di quartiere e stiamo realizzando mia decina di caserme per i 600 nuovi uomini che abbiamo finalmente avuto da gennaio...». Insomma, secondo lei i cittadini sbagliano a sentirsi abbandonati, bersaglio di delinquenti pronti a tutto? «1 cittadini hanno tutte le ragioni di essere stanchi ed esasperati ma devono sapere che stiamo muovendoci, stiamo facendo tutto quello che è possibile per garantire maggiore sicurezza. Non dimentichiamo però il dato di partenza: in confronto a una città come Roma siamo indubbiamente in una condizione di maggiore pericolosità, in particolare per reati come rapine, furti, spaccio di droga. Tuttavia oggi abbiamo costruito un rapporto eccellente con le autorità di governo, in particolare con il ministero dell'Interno, con la magistratura, il questore e con la polizia di Stato, con l'Arma dei carabinieri, con la polizia municipale. Lavoriamo in sintonia. Risultato? Credo che nella loro tragicità i due ultimi episodi, la tentata rapina al furgone portavalori in via Imbonati e quest'ultimo di via Derna- dimostrano un fenomeno di "positività" nell'evento criminale». Positività? ilo capito bene? «Non vorrei essere frainteso. Mi spiego: c'è stato un omicidio allora e ce n'è stato uno oggi. E però nel caso di via Imbonati polizia e carabinieri sono intervenuti con rapidità e il reato, quello percui purtroppo sì è ucciso, non è stato consumato; adesso abbiamo purtroppo un altro cittadino milanese che sacrifica la sua vita e però i colpevoli sono stati assicurati alla giustizia. Ma c'è di più. L'agente di polizia Michele Di Nunzio che si è comportato come un vero eroe quotidiano ha potuto agire così anche perché è arrivata subito una pattuglia che sorvegliava quel territorio. Come vede non siamo più nel Far West. Anzi. C'è un profilo di coesione che si sta estendendo dalle istituzioni ai cittadini e alla collettività tutta. Credo che ciò vada sottolineato. E penso anche a un fondo di solidarietà per i parenti delle vittime del crimine in città. Proporrò alla giunta di stanziare mezzo miliardo». In sostanza, nel contrasto alla criminalità non siamo più all'anno zero. «Esatto. Stiamo certo ancora scontando i ritardi, la sottovalutazione del passato. Oggi c'è un impulso più forte e più coeso delle istituzioni. Tutte le istituzioni. E c'è anche un coerente atteggiamento di condivisione di questo obicttivo da parte della cittadinanza. Senza togliere nulla al dolore di chi è stato colpito questo è un dato positivo». Il presidente dell'Unione commercianti di Milano, Sangalli, denuncia però una situazione vicina ai caos. E chiede più prevenzione, piùre- pressione. «L approccio del presidente dei commercianti è quello di chi è più vicino alla categoria ancora una volta vittima, colpita. Lo capisco e condivido. Ma oltre questo scenario di difficoltà, di negatività, pur sapendo che abbiamo ancora molta strada da percorrere per arrivare all'obiettivo, sostengo che ci sono dei segnali che giudi¬ co positivi. Clemenceau diceva cho il buon governo è causare disagio, difficoltà ai disonesti e far vivere tranquilli i cittadini perbene. Ecco noi non ci siamo ancora ma siamo nella giusta direzione». Sono sorpresa: nessuna polemica come in passato con Roma, con il governo? «Non m'interessano le tacili polemiche. Vorrei anzi varcare la soglia di questo aspetto pregiudiziale di fronte ai problemi. L'atteggiamento del và tutto male, siamo immersi nella tragedia non c'è scampo. No, lo scampo c'è ma lo si può conseguire solo se stiamo tutti insieme, istituzioni e cittadini»Ma nel quartiere del morto c'è rabbia, la gente voleva linciare gli assassini... «Il tentativo di linciaggio nel suo paradosso tribale è una reazione profonda che va capita, non giustificata. La morte di un amico così ingiustamente strappato alla vita può provocare rabbia, scatenare aggressività. Non voglio dare giudizi mi preme però sottolineare che se questa è una risposta emotiva ce ne deve essere un'altra di tipo razionale. Una risposta in positivo? Collegarsi, fare concittadinanza». Alcuni dei manifestanti ieri sostenevano che mentre nel centro città si vedono più poliziotti le periferie sono abbandonate. Hanno ragione ad accusarvi di privilegiare la sicurezza dei quartieri alti? «Ha mai sentito cosa pensano i cittadini di Milano di quello che succede in piazza del Duomo? Il degrado, i bivacchi, lo spaccio di droga. La verità è che la città 6 grande e abbiamo risorse limitate per fronteggiare la criminalità. Abbiamo impostato un piano di stretta collaborazione tra for ze dell'ordine e la polizia municipale. Siamo impegnati a riorganizzare la polizia municipale ma mancano almeno 3 mila vigili. E' un problema non solo di costi ma di consenso dei sindacati più o meno autonomi». Ed anche un problema di numeri. Il nooprocuratore D'Ambrosio ha dichiarato che ci sono troppi delinquenti in libertà. E vero? «Sono parole che condivido in pieno. Aggiungo che in una sede più riservata, nel Comitato provinciale di ordine pubblico e sicurezza noto per la polemica sullo infiltrazioni delle Br, D'Ambrosio aveva avvertito che il numero dei delinquenti in liber tà supera il numero degli agenti delle tre polizie operanti sul territorio. Voglio dire che il problema sicurezza non si risolve con colpi di spugna o atteggiamenti demagogici ma con razionalità, fatica, impegno e necessaria volontà di stqierare i contrasti laddove ci sono. Al governo posso solo rimproverare, come rimprovero a me stesso u a tutti noi di essere al di sotto del livello accettabile di convivenza. Per il resto invilo i miei concittadini a seguire con attenzione ciò che le istituzioni stanno facendo invece di criticarle pregiudizialmente.» 66 Stiamo certo ancora scontando i ritardi e la sottovalutazione del passato ma oggi c'è più coesione tra le istituzioni Insomma, non siamo più all'anno zero ij j st» co» 66 Cdel prche adel peun nuin libdegliE propun fo

Persone citate: Albertini, Clemenceau, D'ambrosio, Michele Di Nunzio, Sangalli

Luoghi citati: Milano, Roma