Il quartiere scende in piazza: «Vendetta» di Paolo Colonnello

Il quartiere scende in piazza: «Vendetta» Chiesti più controlli e misure repressive. L'assassino era già stato arrestato otto volte Il quartiere scende in piazza: «Vendetta» Milano, esplode la rabbia per l'uccisione dell'orefice Paolo Colonnello MILANO Il maresciallo Sebastiano Spina incrocia le braccia grandi come badili e sbuffa. Fuori, il quartiere è in subbuglio: dopo la rapina alla gioielleria di via Padova, costata La vita al proprietario, Ezio Bartocci, la gente è scesa in strada a protestare. I commercianti hanno abbassato le saracinesche. Vogliono più sicurezza, più pattuglie, più vigili. Propongono di fare lo sciopero delle tasse se lo Stato non interverrà con mano pesante. Chiedono la pena di morte «come in America». «Occhio per occhio...», grida un macellaio. Arrivano il vicesindaco Riccardo De Corato, l'assessore alla Sicurezza Paolo De Debbio e, come mosche sul miele, vari esponenti di An. Arriva anche il vicequestore Caruso: «E meno male che li abbiamo presi subito». Ma alla gente non basta: quel morto, uno di loro, esaspera gli animi. Il maresciallo guarda e tace, lui è un carabiniere cfaltri tempi, «uso obbedir tacendo», come recita il motto dell'Arma. Pero davanti-a questo nuovo morto ammazzato del «suo» quartiere, «quel gioielliere che vedevo tutte le mattine perché abitava proprio qua davanti alla caserma», fa fatica a mantenere la calma. In gennaio, sempre in via Padova, avevano ucciso un tabaccaio, adesso è toccato al gioielliere. E il maresciallo ha sette uomini sette che devono controllare una zona grande come un paese, Crcscenzago, diventato periferia negli Anni Sessanta e città negli Anni Settanta, quando hanno aperto la metropolitana. La piccola stazione dei carabinieri è proprio in fondo a via Padova, una strada dritta e lunga 3 o 4 chilometri che porta da piazzale Loreto alla tangenziale Est, dopo aver mostrato negli ultimi 500 metri ville e cascine antiche, chiesette romaniche miracolosamente intatte dietro il grigiore dei palazzoni popolari e gli spiazzi in terra battuta trasformati in accampamenti degli zingari. E' in questi 500 metri, a metà tra il borgo antico e la metropoli moderna, che pulsa la vita del quartiere, che si svolge il mercato, che muore e rinasce la più antica bisca a cielo aperto della città, territorio già contèso dagli Epaminonda e dai Tu rat (;llo negli Anni Settanta. Ed è qui che il maresciallo negli Anni Ottanta ha mosso l'assalto a quella che un tempo si chiamava «collinetta Thailandia», nel bel mezzo del parco Lambro, regno di spacciatori e drogati, ripulendola da cima a fondo. «Quando c'è la volontà...». Entrano due donne che vogliono la presenza dei carabinieri alla manifestazione davanti alla gioielleria. «Non ce ne andiamo di li fino a domani. Vogliamo almeno una pattuglia. Siamo da soli e i balordi passano e ci guardano male». Il maresciallo allarga le braccia, chiama il brigadiere: «Dai, mettiti il cinturone e vai 11 con i due piantoni, qua rimango io. Chi glielo spiega a queste signore, che mandare tre uomini in divisa su sette è come dimezzare la sicurezza del territorio?». 11 maresciallo Spina lo conosce bene Salvatore Maresco, il bandito drogato che ha sparato due colpi di 38 nel petto del gioielliere. «Questo qua era un mio "cliente": non so più nemmeno quante volte l'ho arrestato. E poi me lo ritrovavo libero in quartiere». Vediamo: Maresco Salva¬ tore, anni 36, nato a Torre Annunziata, viso d'angelo, anima nera. Curriculum: prima denuncia nel 1982, per diserzione, dal tribunale militare; nel 1983 arrestato per rapina nel quartiere, scarcerato dopo qualche mese e riarrestato nello stesso anno per detenzione e spaccio di droga; scontata la pena, viene arrestato di nuovo nel 1989 sempre per lo stesso reato; agli arresti domiciliari nel 1990 evade due volte e due volte viene ripreso (indovinate da chi?); nel '92 toma in carcere per spaccio; nel '93 viene arrestato ancora per rapina a mano armata e sequestro di persona a scopo di rapina; liberato e arrestato nel '97 per rapina in un supermercato. L ultima impresa mercoledì scorso: tentato furto di motorino: arrestato il 14 luglio, processato per direttissima il 15, messo agli arresti domiciliari il 16, giovedì. Venerdì è tornato a casa. Martedì ha rapinato e ucciso il gioielliere. «Tu lavori, lavori, lavori e poi ti accorgi che giri a vuoto». Il maresciallo si morde le labbra: «Guai se scrivi qualche cosa». Ma come si fa non scrivere che, nonostante le promesse, il coordinamento interi < : RO0 uomini di rinforzo della quesi ra e la sbandierata politica deh.. *i rilevanza zero», in certi quartieri di Milano si sta come nel Far West? Il maresciallo Spina nega: «Macché Far West, alla fine questa è una zona come le altre, anzi anche meglio perché ci si conosce tutti». Però che tristezza, dice la signora della protesta spontanea: «Proprio perché siamo ancora un paese, se ogni tanto non dai una punizione esemplare a qualcuno, chi ci crede più nella legge?». Stasera veglia funebre per Ezio Bartocci «ennesima vittima della criminalità». 66 Condivido tutte le parole del procuratore D Ambrosio che aveva già avvertito del pericolo di avere in città un numero di delinquenti in libertà superiore a quello degli agenti delle tre polizie E propongo di creare un fondo di solidarietà j j La rabbia della gente del quartiere dopo l'omicidio del gioielliere

Persone citate: D Ambrosio, Epaminonda, Ezio Bartocci, Maresco, Paolo De Debbio, Riccardo De Corato, Salvatore Maresco, Sebastiano Spina

Luoghi citati: Milano, Torre Annunziata