Il generale Clark striglia Italia e Germania

Il generale Clark striglia Italia e Germania Il ministro della Difesa americano, William Cohen, conferma la denuncia del comandante Nato Il generale Clark striglia Italia e Germania «Le loro esitazioni hanno ostacolato Vattività militare dell'Alleanza» WASHINGTON Italia e Germania, con le loro pressioni per far cessare la guerra in Kosovo, hanno '..reato problemi e frustrazioni al comandante supremo della Nato, Wesley Clark, che in una intervista al «Washington Post» ha detto di essere stato obbligato a sacrificare la logica dementai e della guerra per mantenere la coesione politica della Nato. E il ministro della Difesa americano, William Cohen, si è schierato dalla sua parte. «Una volta che si decide di usare la forza - ha detto Clark - il desiderio naturale di un comandante militare è una rapida intensificazione della guerra in modo da raggiungere gli obiettivi prefissi. Invece la campagna aerea è stata condotta con restrizioni che hanno frustrato gli strateghi militari, compreso il desiderio di evitare vittime civili e perdite di piloti e il rifiuto di prendere in considerazione un'invasione di terra fino a pochi giorni prima della caduta di Milosevic». Queste richieste hanno complicato la missione militare della Nato ma, riconosce Clark, «probabilmente erano necessarie per conservare unita l'alleanza, date le pressioni contro la guerra su governi della coalizione come la Germania e l'Italia». Alcuni parlamentari americani hanno chiesto spiegazioni di questi giudizi al ministro Cohen, che ha preso le parti di Clark: «Il generale ha incontrato le difficoltà di cui parla. Ci sono stati giudizi sugli obiettivi che in un certo modo lo hanno ostacolato. Questo non dove sorprendere. È stato molto difficile prendere 19 Paesi e mettere in moto una campagna efficace senza troppi scossoni lungo il percorso». Nel Kosovo, intanto, continuano vendette e rappresaglie albanesi sui serbi. E Vuk Draskovic, uno dei leader dell'opposizione serba in Jugoslavia, ha accusato in una conferenza stampa la Kfor (Forza di pace internazionale in Kosovo) di non fare nulla per impedire la «pulizia etnica» degli albanesi contro i serbi nella provincia. L'ultimo episodio è un treno carico di operai serbi, deragliato per il sabotaggio della linea ferroviaria nei pressi di Vucitrn, nella regione centrale della provincia. Non ci sono vittime né si hanno informazioni sugli autori del sabotaggio. Anche l'agenzia della Chiesa ortodossa serba, la «Pravoslavljc press», pubblicando il lungo elenco di chiese, monasteri e luoghi di culto ortodossi distrutti in Kosovo dagli albanesi dopo il rientro dei profughi nella provincia, ha stigmatizzato l'«indolenza» della Kfor nel proteggere questi luoghi di culto, la cui sicurezza era peraltro contemplata nella risoluzione dell'Onu per il Kosovo. Per la seconda volta nelle ultime due settimane, soldati italiani della Kfor hanno bloccato una pattuglia del contingente russo che tentava di raggiungere senza la necessaria autorizzazione la città di Klina, nel Kosovo centrale. Fonti militari hanno riferito che i marò del battaglione S.Marco, che presidiano un posto di blocco, hanno respinto i soldati russi «senza incidenti». Questi, dislocati nel settore settentrionale di Lausha e in quello meridionale di Malishevo, hanno chiesto al generale Michal Jackson un corridoio che colleghi le due aree e che ricade tra le città di Klina e di Kijevo: la zona, lunga dieci chilometri e profonda tre, è attualmente sotto il controllo del comando italiano. Altri 200 militari italiani hanno passato al setaccio due villaggi confinanti, uno abitato da serbi e l'altro da albanesi - Gorazdevac, la più importante enclave serba sotto il controllo italiano, e Pocesce, nel Kosovo occidentale - sequestrando due mitragliatori, 7 fucili, una pistola, 147 mine antiuomo, 20 granate, 10 bombe a mano, oltre un chilo di esplosivo, 3000 cartucce e tre granate irritanti. Equamente disivi tra le due fazioni. Continuano intanto in Serbia le proteste e le raccolte di firme per abbattere il presidente MUosevic, contro il quale è stata organizzata anche una raccolta di firme. Ieri per alcune ore è stata bloccata l'autostrada che collega Pancevo a Belgrado, invasa da decine di agricoltori jugoslavi con i loro trattori, per protestare contro l'aumento del prezzo del grano. Protestano anche centinaia di riservisti, - scendendo in strada in quattro diverse città e bloccando tratti di strada ferrata - che ancora non hanno ricevuto la paga per il servizio reso in Kosovo durante la campagna aerea della Nato. E adesso si sono aggiunti anche gli operai della Jes Timok, un'industria statale per la lavorazione della carne, che da un anno non ricevono lo stipendio. Il sindaco di Cacak, Velimir Ilic, uno dei principali esponenti del fronte anti Milosevic, ha invitato i partiti a cavalcare la protesta sociale e indire uno sciopero generale e una marcia su Belgrado. Milosevic tace e cerca di fomentare le divisioni dell'opposizione attraverso le dichiarazioni dei suoi generali e dei suoi «fedelissimi». Ma anche il fronte governativo è spaccato: per la seconda volta in tre giorni il ministro senza portafoglio Bogoljub Karic ha deviato dalla linea ufficiale, denunciando connessioni poco chiare tra affari e partiti al potere, le.st.) Il generale Wesley Clark: «Una volta che si decide di usare la forza, il desiderio naturale di un comandante militare è una rapida intensificazione della guerra in modo da raggiungere gli obiettivi prefissi» In Kosovo sabotata una linea ferroviaria, deraglia un treno di operai serbi. La Kfor accusata di non impedire le vendette albanesi